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 2005  dicembre 23 Venerdì calendario

E dopo il magro, un pane ricco con le uvette come monetine. Il Venerdì 23/12/2005. Se Cristo nel Vangelo diceva: «Sono il pane della vita» e se Betlemme, in ebraico Beit-lehem, vuol dire casa del pane, perché la città era un vero granaio, è inevitabile che il pane e i suoi derivati abbiano una fortissima rilevanza nei riti natalizi

E dopo il magro, un pane ricco con le uvette come monetine. Il Venerdì 23/12/2005. Se Cristo nel Vangelo diceva: «Sono il pane della vita» e se Betlemme, in ebraico Beit-lehem, vuol dire casa del pane, perché la città era un vero granaio, è inevitabile che il pane e i suoi derivati abbiano una fortissima rilevanza nei riti natalizi. Finita la vigilia di magro, si accendeva il ceppo di Natale, accanto al quale si cuoceva il pane, poi si spruzzava il vino sul fuoco e lo si faceva bere a tutta la famiglia. Nel caso ce ne fossero, si buttavano sulle fiamme anche delle monetine. Una volta cotto, sulla superficie del pane veniva incisa una croce. Al cerimoniale, e alla ricetta, nel corso del tempo si aggiunse lo zucchero, l’uvetta che, come le monetine allude alla ricchezza, ma per molto tempo non il burro, grasso animale proibito nel regime di magro. Dalle ricche cucine della Serenissima veniva invece il pandoro, che deve il suo nome alle sfoglie d’oro non proprio penitenziali che lo ricoprivano. Fino al secondo dopoguerra il panettone non aveva diffusione nazionale, ogni regione aveva il suo dolce di Natale. Poi il marketing ha prevalso. La forma alta, potremmo, dire ascensionale, del pandoro e del panettone richiamerebbe l’aspirazione ad innalzarsi, mentre la lievitazione lenta e la preparazione lunga (il Christmas puddinginglese si prepara mesi prima) rappresentano un’architettura del tempo dilatata, quella della festa, che scalza i ritmi quotidiani.