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 2005  dicembre 23 Venerdì calendario

Unico indizio: una gerla, la stessa usata dagli orchi. Il Venerdì 23/12/2005. San Nicola di Mira (Asia Minore), vescovo del IV secolo, in seguito all’avventuroso rapimento delle sue spoglie da parte di alcuni marinai pugliesi, divenne patrono di Bari

Unico indizio: una gerla, la stessa usata dagli orchi. Il Venerdì 23/12/2005. San Nicola di Mira (Asia Minore), vescovo del IV secolo, in seguito all’avventuroso rapimento delle sue spoglie da parte di alcuni marinai pugliesi, divenne patrono di Bari. Poi un’evoluzione ultradarwiniana l’ha fatto diventare Babbo Natale: il portatore di doni e di tutto l’apparato simbolico che i doni si portano dietro. Protettore dei bambini, delle ragazze da marito, dei ladri, dei marinai, delle vittime di iniqui processi e di molte altre categorie sociali in bilico, si trova anche lui un po’ in bilico se, dall’agiografia, si passa all’antropologia. Perché avrebbe tutta l’aria di un orco: anche queste figure terrificanti portavano una gerla che, invece di balocchi, conteneva piccole vittime. E il suo miracolo più noto, la ricomposizione dei bambini fatti a pezzi da un oste cattivo, accentua il dualismo di questa figura di vecchio prima malefico e poi benefico. In ogni caso era un taumaturgo, capace di assemblare e trasformare miti diversi diffondendo la sua fama dal Mediterraneo al Polo Nord, dove, per comodità, si è dotato di otto renne. Nella seconda metà dell’Ottocento era già una star internazionale, ma la responsabile della sua globalizzazione è la Coca-Cola. Per aggirare una legge che impediva l’utilizzo di immagini di bambini nella pubblicità della bibita, inadatta ai piccini per via della caffeina, l’azienda puntò sul testimonial più amato dall’infanzia: Santa Claus, cioè Babbo Natale. Il disegnatore svedese Haddon Sundblom, ispirandosi forse a un robusto vicino di casa, lo fece ingrassare, gli sfilò definitivamente il mantello verde delle creature silvane e codificò con il rosso Coca-Cola il trend dei toni accesi emerso nell’800. I primi no global a contestarlo furono i bambini di Digione che, nel 1951, bruciarono il suo fantoccio davanti alla cattedrale. Lévi-Strauss scrisse sulla vicenda un saggio oggi molto rivalutato: Babbo Natale giustiziato.