TuttoLibri La Stampa 31/12/2005, pag.1 Roberto Denti, 31 dicembre 2005
La pozione del successo. TuttoLibri La Stampa 31/12/2005. E’ difficile scrivere di un libro come Harry Potter e il principe mezzosangue senza essere condizionati da una infinita serie di fattori estranei agli elementi specifici della narrazione, che fanno di questo romanzo un «evento» mai accaduto prima e probabilmente irripetibile
La pozione del successo. TuttoLibri La Stampa 31/12/2005. E’ difficile scrivere di un libro come Harry Potter e il principe mezzosangue senza essere condizionati da una infinita serie di fattori estranei agli elementi specifici della narrazione, che fanno di questo romanzo un «evento» mai accaduto prima e probabilmente irripetibile. Fra i molti elementi che possono portare a distorcere una valutazione esente da pregiudizi ne elenco alcuni: - in Italia il successo della serie è iniziato con il terzo volume, che ha trascinato i primi due e aperto la strada agli altri due. L’uscita del primo film ha rafforzato le vendite del libro in modo inatteso; - dopo la pubblicazione del primo volume, quando il successo si presentava incerto (le copie vendute avevano appena superato le 20.000), l’Arcivescovo di Chanterbury lanciò una sorta di scomunica: il libro era intriso di magia e quindi era sconsigliato (proibito?) leggerlo. In Gran Bretagna fu il segnale del successo; - nella seconda settimana di luglio del 2005 è stata resa nota una lettera (scritta due anni prima) di Papa Ratzinger in cui si sottolinea che Harry Potter provoca «subdole seduzioni che agiscono inconsciamente distorcendo profondamente la cristianità dell’anima prima che possa crescere propriamente»; - negli Stati Uniti il VI volume ha venduto 5 milioni e mezzo di copie nel primo giorno di presenza nelle librerie. In Gran Bretagna il calcolo è stato fatto in un altro modo: nelle prime ventiquattro ore, le vendite sono state di 13 copie al secondo; - i dati di vendita del VI volume di Harry Potter sono per ora limitati ai Paesi di lingua inglese: ci vorrà almeno un anno per avere le statistiche definitive nel mondo. Per ora sappiamo che i primi cinque volumi (in tutto 717.000 parole) hanno venduto complessivamente in 200 Paesi (62 lingue) 265 milioni di copie; - i film tratti dai romanzi della Rowlings hanno permesso una conoscenza dei personaggi e della storia ad un pubblico molto più vasto rispetto a quello dei lettori, sia nei settori dell’età (per esempio bambini piccoli) sia per quello dei ceti sociali (persone refrattarie ad ogni pagina scritta). Soltanto il primo film ha provocato un interesse di vendita per i romanzi, gli altri non hanno sollecitato nuovi lettori; - fra i 521 prigionieri (combattenti nemici di ogni parte del mondo) di Guantanamo i volumi di Harry Potter - disponibili in quattro lingue - sono secondi come indice di lettura dopo il Corano e prima di Agatha Cristie e Le mille e una notte. - cosa dire infine di un’autrice che ora fa balenare come fine della saga la morte del protagonista? Probabilmente non è vero, è solo uno dei tanti colpi pubblicitari. Difficile non lasciarsi distrarre da notizie così diverse e nello stesso tempo convergenti. Ma gli elementi che determinano il successo della serie di Harry Potter sono concreti e niente affatto superficiali. Prima abilità della Rowlings: aver fatto vivere il suo protagonista nell’intervallo psichico epico della preadolescenza, non ci sono più i genitori (in particolare la mamma) a garantire le necessarie sicurezze e non c’è ancora una vita adulta che possa rassicurare l’esistenza. E’ il periodo della non-protezione: la magia che Harry Potter impara a Hogwarts è un modo (l’unico?) di superare problematiche estremamente complesse. L’uso determinante della magia come tessuto connettivo delle lunghe vicende ha una sua ragione apparentemente segreta: «magia» deriva dalla radice «mag» che significa potenza e il lettore che si identifica nel protagonista ne è del tutto permeato. «La trama di ogni libro di Harry Potter si incentra essenzialmente sui tentativi delle forze oscure di distruggerlo... Harry sfugge sempre ai suoi nemici». (Alison Lurie, Bambini per sempre, Mondadori 2005, pag. 128) proprio in base alla propria potenza, anche se non sempre ne è conscio. Chi non vorrebbe, fra i lettori giovani e adulti, frequentare o aver frequentato una scuola di magia al posto di quella piuttosto noiosa alla quale siamo stati costretti? Harry Potter è un mago dalla nascita ma all’inizio non lo sa e uno dei temi principali della sua storia è proprio quello di prenderne gradualmente coscienza. E se anch’io un giorno scoprissi che sono come lui? Roberto Denti