L’Espresso, 22/12/2005, 22 dicembre 2005
LETTERA
«Carissima signora, vorrei parlarle, per l’appunto, di signore. Ci siamo lasciati dopo un lungo e noioso matrimonio borghese benedetto dai figli. Lei aveva raggiunto la pace dei sensi, io no. Le sue trasgressioni le celebrava in qualche ristorante chic o al tavolo da gioco. Odio i gourmet e le carte. Così alla mia età matura ho deciso di regalarmi una nuova compagna. Gli amici sostengono che ho rottamato mia moglie. Perché la nuova ha meno della metà dei suoi anni. I miei figli - maggiorenni - come pure i miei concittadini (vivo in una provincia tanto perbene quanto bigotta), dicono più prosaicamente che ho fatto shopping in Ungheria e mi sono comprato una ragazzina. Come prendere un cane al canile. La ragazzina prima viveva in condizioni modestissime. Oggi non più. Tra noi non c’è amore, ma grande rispetto e reciproca conoscenza. Lei per essere diventata una signora. Io per la sua disponibilità. Oggi si parla tanto di discriminazione. Per una volta vogliamo parlare della discriminazione e dell’emarginazione che colpisce le nuove famiglie ”diverse” come la mia?»
(e-mail del lettore Gherardo Bonelli all’Espresso, 22/12/2005)