27 dicembre 2005
Tags : Stephen. Breyer
Breyer Stephen
• Nato a San Francisco (Stati Uniti) il 15 agosto 1938. Giudice. Della Corte Suprema Usa. «Dal 1994, quando Bill Clinton lo nominò giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, Stephen Breyer fa il pendolare del fine settimana fra Washington e la sua casa alle porte di Boston, un’ampia villa del Settecento in legno, seminascosta dagli alberi, a due passi da Harvard. La signorilità di questa casa, nel quartiere più elegante di Cambridge, insieme alla sua fortuna personale e alle origine aristocratiche della moglie Joanna, figlia di un nobiluomo britannico [...] sollevarono scetticismo sulla dichiarazione di Breyer, che disse di avere a cuore ”le sorti dell’americano medio”. In realtà, la reputazione che il giudice si è costruito alla Corte Suprema è più sfumata delle apparenze. Breyer ha assunto posizioni chiaramente liberal, a favore dei diritti delle minoranze, contro l’uso indiscriminato della pena di morte e, in alcune circostanze, in difesa dell’aborto. Ma ha affrontato ogni caso in modo pragmatico, mettendo costantemente in pratica una certa moderazione e rifiutandosi di ”legiferare dalla Corte” - un’abitudine non rara fra i giudici del massimo organo giudiziario americano. C’è poi l’immagine che Breyer si è creata fuori del tribunale, sfrecciando per le vie di Boston in bicicletta, visitando i licei del Paese o infilandosi un copricapo da Cappellaio matto per parlare a una scolaresca delle elementari. [...] la decisione più importante che ha preso alla Corte Suprema? ’Quella di mantenere la quota fissa di studenti neri nelle università. La cosiddetta affirmative action non sempre giustificata, ma ci sono istituzioni che altrimenti rischiano di essere popolate al 100 per cento da bianchi e che non sarebbero le stesse se questo succedesse”. Nel suo libro Active liberty [...] scrive che lo scopo della costituzione è di rendere possibile la partecipazione popolare alla democrazia”. [...]» (Elena Molinari, ”Avvenire” 21/12/2005).