Sergio Rizzo Corriere della Sera, 17/07/2004, 17 luglio 2004
Il tecnico terzista Siniscalco piace a tutti e non fa felice nessuno, Corriere della Sera, 17/07/2004 Domenico Siniscalco è stato accolto nel suo ufficio, al ritorno dal Quirinale, da un applauso scrosciante e liberatorio
Il tecnico terzista Siniscalco piace a tutti e non fa felice nessuno, Corriere della Sera, 17/07/2004 Domenico Siniscalco è stato accolto nel suo ufficio, al ritorno dal Quirinale, da un applauso scrosciante e liberatorio. C’erano stati momenti, in queste due settimane, durante i quali in via XX Settembre si era temuto il peggio. Per esempio l’arrivo di un ministro «politico» in piena regola: nuove facce, nuovi organigrammi, nuovi metodi di lavoro. Non sempre, per quello che si era potuto capire, in sintonia con le regole imposte da Giulio Tremonti. E che il suo direttore generale aveva condiviso per tre anni. Prima di ricevere, direttamente dalle mani di Silvio Berlusconi, un regalo di compleanno con i fiocchi. Essendo venuto al mondo il 15 luglio del 1954, Siniscalco è stato nominato ministro dell’Economia poche ore dopo aver compiuto cinquant’anni. Torinese di nascita, ma di origine salernitana (ha gli occhi di quell’azzurro che è una caratteristica somatica tipica di certi salernitani), sposato e padre di due figli, è sempre stato considerato un tecnico puro. E in una certa misura è vero. Siniscalco è l’uomo del «tremontismo creativo». Dicono che in questo abbia messo a frutto la lezione appresa quando era giovane studente a Londra, da Margaret Thatcher, che appena arrivata a Downing Street, vendette 63 mila appartamenti di proprietà statale. Ma sbaglia di grosso chi pensa che il nuovo ministro dell’Economia non mastichi affatto la politica. A giudicare dal suo percorso si potrebbe addirittura definire un «terzista», per usare un termine in voga. Legato all’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, che lo volle nel consiglio degli esperti di palazzo Chigi, Siniscalco fa parte del comitato scientifico (presieduto da Amato) della Fondazione Italianieuropei (presieduta da Massimo D’Alema). E anche per questo è guardato con qualche sospetto negli ambienti del centrodestra. Dove però non gli mancano i sostenitori. Significativo il fatto che il leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini, il quale non sopportava Tremonti, non abbia eccepito nulla sul nome di Siniscalco. Mentre il presidente del Senato Marcello Pera ha lavorato non poco, dietro le quinte, per arrivare alla promozione del direttore generale. Al punto che ieri, prima di salire al Colle, Siniscalco ha sentito il bisogno di ringraziarlo: «Presidente, mi ha proprio portato fortuna». Il suo vincolo, però, è sempre stato con Tremonti. Un’amicizia che sconfinava nel vissuto quotidiano. Per tre anni hanno pranzato quasi sempre insieme, il ministro, lui e il ragioniere generale Vittorio Grilli. Quasi costretti, Siniscalco e Grilli, a subire il «supplizio» di un minestrone denso che Tremonti adorava e che era ormai la pietanza fissa nel loro menù, preparato dal fido cuoco della Guardia di Finanza. Ma tanti anni fa, alle origini, Siniscalco e Tremonti avevano addirittura condiviso l’abitazione. Era accaduto nel 1978, quando insieme all’attuale presidente dell’Italgas, Alberto Meomartini, erano arrivati a Roma al seguito del ministro delle Finanze Franco Reviglio. Il più vecchio era Tremonti, che aveva 31 anni. I «Reviglio boys», così li chiamavano, abitavano in un appartamento del Demanio. Tutti e tre capaci, ambiziosi e uniti dalla fede nel loro maestro, socialista riformista. Un autentico marchio di fabbrica. Nel 1989 Siniscalco ha conseguito il dottorato in Economia a Cambridge. E ha iniziato a farsi strada nel mondo accademico, fino a diventare ordinario di Economia politica a Torino. Esperto di new economy, nel suo curriculum non sono mancati importanti incarichi societari. Come quello di consigliere di Telecom Italia ed Eni. Ma anche di Finmatica, Hdpnet e Logilab, società che fa capo al gruppo Fininvest. Non sono certo una novità i suoi rapporti più che buoni nel mondo Fiat, testimoniati dall’amicizia che lo lega all’attuale presidente di Mediobanca Gabriele Galateri di Genola. Juventino sfegatato, non si perde una partita al Delle Alpi e per molto tempo ha occupato una poltroncina vicina a quella di Giovanni Agnelli. Con il gruppo Fiat (e l’Italgas di Meomartini) aveva perfino una società. Si chiama We-cube.com e si occupa di consulenza informatica per le imprese. Siniscalco controllava il 20% del capitale, che oggi ammonta a 666 mila euro. Pochi mesi dopo essere stato chiamato da Tremonti al ministero ha ceduto la sua quota. Se la sono comprata gli altri soci: Fiat, Italgas, Networking sa e Gabriel Barouch. Sergio Rizzo