MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO-FEBBRAIO 2006, 23 dicembre 2005
Bella forza essere una formica! O un’aragosta, se è per questo. Loro un esoscheletro fatto e finito già lo possiedono per natura
Bella forza essere una formica! O un’aragosta, se è per questo. Loro un esoscheletro fatto e finito già lo possiedono per natura. E non è neppure una novità: questa struttura apparve nel regno animale ben 540 milioni d’anni fa e fu un formidabile successo evolutivo in alcune specie che, ancor oggi, dominano incontrastate i loro habitat. il caso dei molluschi e degli artropodi (ragni, insetti, crostacei), prolifici a miliardi in tutto il globo. Il segreto del loro successo? Ma l’esoscheletro, è evidente! Privi di ossa, questi animali usano appunto un esoscheletro come punto d’appoggio per il lavoro muscolare, ma anche e soprattutto per protezione, come una formidabile armatura. Un solo problema: non cresce con il resto del corpo e deve essere smesso, come un abito vecchio. Il fenomeno di questo ”cambio” si chiama muta, la cui frequenza varia da specie a specie. Negli animali superiori (i vertebrati) l’esoscheletro è stato sostituito dall’endoscheletro, cioè le ossa interne. Ma una reminiscenza del passato si ritrova nelle tartarughe.