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 2005  dicembre 22 Giovedì calendario

Professione addestra-cani. Il Secolo XIX 22/12/2005. Genova. Urgono saldatori, allestitori navali, carpentieri e meccanici industriali? E la Provincia di Genova finanzia corsi professionali per «addestratori dei cani», 70 mila euro munti all’Unione Europea e distribuiti ai funzionari e ai consulenti dello Ial, centro di formazione della Cisl

Professione addestra-cani. Il Secolo XIX 22/12/2005. Genova. Urgono saldatori, allestitori navali, carpentieri e meccanici industriali? E la Provincia di Genova finanzia corsi professionali per «addestratori dei cani», 70 mila euro munti all’Unione Europea e distribuiti ai funzionari e ai consulenti dello Ial, centro di formazione della Cisl. Poi dicono che la Provincia non serve a niente. La Provincia serve a mantenere decine di scuole che si propongono di avviare i giovani al lavoro, c’è addirittura un albo regionale, al momento e dopo qualche doloroso fallimento ne risultano attive 53: e a dimostrazione di come siano apprezzate ne possiedono almeno una a testa i sindacati, le associazioni di categoria, le cooperative, le suore, le istituzioni, le aziende che hanno figliato società ad hoc. I privati cittadini che hanno scoperto il business della formazione si sono accodati. Tutto regolare, per carità, nessuna truffa, ma un «finanziamento pubblico programmato» di 21 milioni e 910 mila euro, com’era quello dell’anno scorso, fa gola. Ecco allora che se nessuno vuole fare il saldatore o l’allestitore navale bisogna ricorrere alla fantasia, non c’è forse un mercato in crescita per gli «addestratori dei cani»? Luigi Sganga dello Ial giura di sì, «in caso contrario i canili non sarebbero così affollati. Il problema dei cani mordaci...». Il corso diplomerà quindici allievi e gli iscritti «vengono anche da fuori, da Lecco e da Brescia»: non si capisce cosa c’entri la Provincia di Genova ma non importa, «alla selezione si sono presentati in 160» e assicura Sganga che sono moltissimi, , centinaia, i proprietari di cani che avvertono la necessità di un addestratore:«Abbiamo fatto una ricerca di mercato». Chissà quanto i proprietari sono disposti a pagare. Chissà se ci esce uno stipendio vero, come quello che viene corrisposto ai dieci dipendenti dello Ial, o ai trenta consulenti del medesimo istituto che è un’emanazione della Cisl. Anche questi sono posti di lavoro, del resto, e il caso dello Ial non è l’unico. Il Carlo Felice organizza un corso di qualificazione per attori e poi non assume neanche un diplomato, quando sarebbe obbligato a mettere in regola almeno l’80 per cento dei partecipanti? «Ce lo vieta la legge sugli enti lirici», ecco, ma intanto si sono guadagnati lo stipendio i funzionari della Provincia, della Regione, dell’Unione Europea, del teatro stesso... Ci sono enti di formazione come il consorzio Nitcomisa che addirittura hanno organizzato un corso, sull’«accesso ai fondi delle iniziative comunitarie»:2250 euro, non è moltissimo ma tutto fa. La Provincia che forse in passato ha socchiuso gli occhi ora vigila, i corsi prima di essere autorizzati sono valutati con attenzione. Ecco allora che il centro La Perla Nera non ha ottenuto la possibilità di insegnare «come ottenere successo nella professione». Prima, hanno spiegato i funzionari provinciali, la formazione bisogna averla. E anche «il trucco come illusione ottica» non è stato accol-to tra i corsi degni di essere finanziati:troppo diretto, forse, e rivelatore. L’anno scorso il 40 per cento dei progetti è stato approvato, il 48 sospeso, il 12 respinto. Il totale del finanziamento richiesto era di quasi 49 milioni di euro. La parte del leone l’hanno fatta gli enti formatori con l’80 per cento dei fondi, non le aziende o la Provincia che pure organizza corsi direttamente. Profittatori? Assolutamente no. Prendiamo l’Endofap Liguria, religiosi di don Orione, tra gli ultimi corsi uno di «public speaking» e un altro capace di insegnare «gestione del tempo e riunioni efficaci». Oltre al presidente e al legale rappresentante sono in organico un dipendente full time, due «contratti a progetto»un consulente e una stagista. Apprendendo come si arriva a una gestione efficace del tempo magari il lavoro non si trova, ma intanto lavorano gli impiegati dell’Endofap e i soldi non sono stati spesi invano. «Gli enti formatori dovrebbero specializzarsi»sostiene Luciano Seddaiu del Sogea che a suo tempo addestrò una task force di imprenditori, senza purtroppo riuscire a fornire loro anche il capitale (ma l’idea era buona, e qualcuno ha fatto fortuna). Seddaiu ha ragione, il suo Sogea ha puntato con decisione sulla logistica. E tuttavia sono pochissimi i ragazzi che accettano lavori dove è prevista la fatica fisica, o anche il semplice sacrificio, come rimanere lontano per qualche settimana dalle proprie famiglie. Prendiamo l’armatore Grimaldi, società di navigazione Grandi Navi Veloci. Ricorda il responsabile dell’armamento Renato Giannantonio:«Abbiamo chiesto alla Provincia di finanziarci svariati corsi di formazione e alla fine ci siamo sempre trovati senza personale. L’ultimo stage, a giugno, è stato frequentato da venti ragazzi e con noi ne sono rimasti nove. A fine anno abbiamo tre navi che vanno a Barcellona e dobbiamo fare i salti mortali per mettere insieme gli equipaggi». Sfruttati, a bordo, malpagati? «Sono 1. 600 euro per chi comincia. E un imbarco dura un mese o un mese e mezzo, non un anno come ai miei tempi. Ma non c’è niente da fare. Noi vogliamo equipaggi italiani perché ci teniamo a offrire una certa ospitalità, fa parte del nostro stile:e siamo costretti a cercare nel centro e nel sud. Uno è convinto che i liguri siano navigatori nati, e poi scopre che in tutta la regione non c’è nessuno disposto ad imbarcarsi. Incomprensibile...». I tubisti navali o i piccoli di camera non svolgono professioni di basso livello. Hanno un mercato e soprattutto possibilità di carriera. Gioventù viziata? Società sazia? L’analisi diventa difficile, e comunque chissà:magari i futuri quindici «addestratori dei cani» hanno capito tutto. . Intanto, risolveranno il problema dei cani mordaci. Paolo Crecchi