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 2005  dicembre 22 Giovedì calendario

Ecco chi vogliono incastrare. Libero 22/12/2005. Senatore Cossiga, i lettori telefonano e chiedono: chi mettono dentro tra i politici? ’E perchè chiede a me?”

Ecco chi vogliono incastrare. Libero 22/12/2005. Senatore Cossiga, i lettori telefonano e chiedono: chi mettono dentro tra i politici? ’E perchè chiede a me?”. I lettori dicono: chiedete a Cossiga che lo sa. ’Lei mente ma mi lusinga. Stavolta comunque sta fresco. Nessun elenco, quelli domandateli a Paolo Mieli. Se dovessi fare un articolo oggi su questa vicenda lo intitolerei così: non capisco”. Allora è grossa. Vuol dire che ci sarà un terremoto. ’Esatto. Non si capisce fin dove quest’onda sismica arriverà, ma sconquasserà uomini e istituzioni”. Esaminiamo chi è più in pericolo. «Provi a metterci la testa». Direi D’Alema e Fassino. «Vedo che impara qualcosa. Chiarisco subito: non è una questione giudiziaria, insomma non rischiano la prigione, anche se qualcuno gliela augura, ma l’eliminazione politica o quasi. così. In questo scandalo bancario, gente in galera a parte, chi sta peggio sono proprio i capi dei Ds. vero che parecchi inquilini dello zoo di centrodestra sono stati tirati in ballo. Ma lì, come minimo, hanno già pronto l’alibi: persecuzione giudiziaria, giornalisti cattivi, poteri forti avversi. I diessini invece...». Invece hanno impugnato da sempre la bandiera della questione morale. «Non possono prendersela con i magistrati improvvisamente. Hanno interiorizzato troppo il verbo giustizialista, non sono abituati a criticare questo o quel comportamento. Per loro è un tabù. E non possono prendersela neanche con Prodi, che non li difende: l’hanno esaltato loro con le primarie, facendolo votare in massa, ora non possono buttarlo giù. I diessini sono furenti e silenti. Tocca a me parlare per loro». Cominciamo dalla magistratura. Che ci sarebbe da criticare? «Lascio perdere la questione del segreto istruttorio, ripetutamente violato, non voglio nuocere a Libero. Vi auguro di godere anche voi di qualche canale privilegiato». Non ci rovini, presidente. «A parte questo, tra le molte osservazioni possibili, si dà un caso. Un pm che lavora penalmente in questo caso, dove sono coinvolti interessi rilevantissimi, è in amicizia e frequenta un avvocato che patrocina una banca estera interessatissima. Non dico che questo comporti illegittimità. In Gran Bretagna e in America chi è amico di un avvocato della controparte non tratta la causa, figuriamoci in una vicenda simile. Insomma, occorrerebbe qualcuno che dicesse almeno: oibò». Oibò. Lo dico ma non succederà nulla. I nomi per favore. «Il pm è Francesco Greco, l’avvocato è Guido Rossi, riceve compensi lautissimi dalla Abn-Amro, che ha conteso alla Banca popolare di Lodi l’Antonveneta, e - grazie ai magistrati - con successo». Guido Rossi passava per comunista, è stato in Parlamento con i Ds. insospettabile di lavorare contro i Ds. «Lei dice? riuscito ad accreditarsi la fama di uomo della sinistra perché è stato una sera a cena con Berlinguer». E con Greco è amico... «Anche di più: è il consulente di Greco. Ma se lo scrivi finisci in galera». Mi spiace, ci finisce lei, presidente. «Scommettiamo?». Che gli vogliono fare a D’Alema? «Come minimo impedirgli di diventare presidente della Repubblica». Berlusconi sarà contento: eviterà così di vedere Villa Certosa abitata da Baffetto. «Lasci stare Berlusconi, sono altri quelli che manovrano. Qui c’è una cosa che mi preoccupa dal punto di vista istituzionale. Già abbiamo un bipolarismo imperfetto per colpa delle due coalizioni che non si legittimano. Ora è peggio, c’è una battaglia sanguinosa dentro una coalizione. E non capisco dove si fermeranno». Centro contro Ds? « in corso la lotta per la supremazia nella nuova maggioranza, il tentativo di affogare la sinistra in un Partito democratico che sarebbe il capitalismo avanzato e moderno». Il centro evocato da Mario Monti sul Corriere? «Un centro a-cattolico, non anticattolico. Direi con circoli che prescindono dal riferimento alla Chiesa, insieme ad altri post-cattolici». E Prodi? «Prodi a cavallo tra i due tipi di centro. Tanto è vero che non ha detto una parola, sono i suoi ad avere teorizzato questo Partito democratico. Sono i suoi ad avere lanciato una questione morale per colpire D’Alema e Fassino». Che gli vogliono fare a D’Alema? E chi sono i killer? «Stia attento alla mia risposta». Sono qui apposta. «Se domani viene messo in galera il presidente di una delle grandi banche, o un azionista assai influente (le dico pure i nomi: Luigi Abete della Bnl e Diego Della Valle) io finirei nei guai perché presso quella banca ho un conto corrente, sia pure quasi sempre in rosso. Ho pure una carta di credito, e mi è stata donata da Unicredit. E il sospetto sarebbe che oltre ad averla avuta in omaggio, pure le spese mi siano pagate. A D’Alema è successo questo, ha dovuto tirar fuori la sua vicenda per una cosa così. Dinanzi a quanto sta accadendo ho deciso di chiudere i miei conti in Italia e di aprirli presso una banca parigina». Non è da lei. Pensavo che audacemente lo aprisse alla Banca popolare di Lodi. «Consiglio stranamente intelligente, lo raccolgo. Ora gli amministratori di questa banca sono stati nominati dalla Procura della Repubblica, ed in più facevano parte del centrosinistra ”buono࿰. Oramai la politica bancaria la fanno i magistrati a quanto pare». Però, mi permetta su Massimo. Un leasing da 8mila euro per pagarsi la barca... nella banca sbagliata poi... E passa per uomo intelligentissimo. «Ha in mente Engels? Era l’uomo più ricco di Germania. Marx campava alle sue spalle, a Londra faceva il pappone con i suoi soldi. Aveva il vezzo di portarsi a letto le cameriere. Non è su questo che si critica il comunismo». Ma non è neanche bello. «Preciso che il parallelo non comporta l’uso delle cameriere». Lei dà per scontata la vittoria di Prodi... «Non c’è nulla da fare. L’idea del conflitto di interessi, che Berlusconi tutto abbia fatto per sé, è penetrata. La goccia scava la pietra, figuriamoci la testa degli italiani, che è piuttosto friabile. Io dico purtroppo. L’altra sera in tivù con Della Valle e Feltri ha sbagliato. Doveva farsi una passeggiata nel parco, non farsi trovare. Tenersi pronto solo per il confronto con Prodi. Ormai è fatta. Mi dà più garanzie di democrazia la Casa delle libertà di questo centro a-cattolico e post-cattolico prodiano. Per questo difendo D’Alema e dovrebbe farlo anche il centrodestra». Non esageriamo. Poi quello lo conosciamo. Se lo salviamo ci prende pure per i fondelli. «A proposito di Della Valle, e dei guai che potrebbe avere. Metto le mani avanti, anzi i piedi. Le sue scarpe che sono bellissime, me le ha regalate. Ero andate a comprarle, e il suo negozio me le ha omaggiate. Invece il suo meraviglioso giubbotto Fay, a scanso di future maldicenze, quando magari sarà arrestato, l’ho pagato da me». Renato Farina