MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO-FEBBRAIO 2006, 22 dicembre 2005
Nonostante il Natale sia una festa religiosa, nel corso dei secoli sacro e profano si sono spesso mescolati, al punto che usanze d’origini tutt’altro che cristiane sono divenute i simboli più rappresentativi della festa
Nonostante il Natale sia una festa religiosa, nel corso dei secoli sacro e profano si sono spesso mescolati, al punto che usanze d’origini tutt’altro che cristiane sono divenute i simboli più rappresentativi della festa. Basti pensare alla figura di Babbo Natale e all’albero (un abete) che ogni famiglia addobba con luci e decorazioni. Babbo Natale, noto anche come Santa Claus, nome frutto della corruzione del latino Sanctus Nicolaus, si ispira a San Nicola al quale la tradizione affida il ruolo di protettore dei bambini e portatore di doni. Tuttavia l’immagine paciosa, rubiconda e robusta che lo identifica oggi è dovuta alla fantasia creativa di un pubblicitario americano, Haddon H. Sundbolm, che nel 1931 realizzò per la campagna pubblicitaria della Coca-Cola la figura di questo celebre personaggio, divenuto presto in tutto il mondo simbolo del Natale. La tradizione di adornare un abete risale invece a un’usanza dei Teutoni, antichi popoli germanici, i quali erano soliti festeggiare il passaggio dall’autunno all’inverno bruciando ceppi nei camini e collocando davanti alle loro case un albero tipico ornato di ghirlande. Questa tradizione si diffuse presto in altre zone d’Europa e, con il passare del tempo, fu associata al Natale.