MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO-FEBBRAIO 2006, 22 dicembre 2005
Il massimo esperto del settore, il professor Angelo Serìo, lancia attraverso ”Macchina del Tempo” una proposta: una grande campagna di educazione sanitaria
Il massimo esperto del settore, il professor Angelo Serìo, lancia attraverso ”Macchina del Tempo” una proposta: una grande campagna di educazione sanitaria. Solo su Internet. Tra i primi nel mondo a realizzare progetti di telemedicina, eppure pochi ospedali italiani utilizzano le ”facilities” offerte da questa straordinaria tecnologia. Perché? Macchina del Tempo lo ha chiesto a uno dei massimi esperti del settore: Angelo Serìo, docente all’Università La Sapienza e all’Università Campus Biomedico di Roma, nonché Past President dell’AIIM (Associazione Italiana di Informatica Medica). Professor Serìo, i progetti di telemedicina, sviluppati nel nostro Paese, non mancano. Eppure in pochi lo sanno e i cittadini non ne traggono alcun beneficio. Perché? Perché non vi è stata sufficiente attenzione da parte delle strutture ospedaliere e della politica sanitaria. Per questi motivi, ci sono molte iniziative concrete, ma tutte a livello sperimentale. E non diventano patrimonio comune della sanità generale. Esistono in Italia esperienze in grado di essere prese a modello? Certo, più d’una. Come quella del servizio di telecardiologia dal domicilio del paziente, attuato da molti anni a Genova, e applicazioni nel settore dell’emergenza. Ma in genere si tratta di iniziative sperimentali e locali, come dicevo prima. Quale potrebbe essere la soluzione? Innanzi tutto le esperienze acquisite si dovrebbero estendere a tutto il Paese, anche con l’inserimento della telemedicina nel prossimo Piano Sanitario Nazionale. Bisognerebbe inoltre sviluppare un nuovo settore: la telesalute. Promuovere, cioè, l’educazione sanitaria dei cittadini attraverso siti internet ”certificati” e altri mezzi di formazione a distanza.