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 2005  dicembre 22 Giovedì calendario

Massimo Livi Bacci, professore di demografia all’università di Siena, è uno dei massimi esperti italiani della materia

Massimo Livi Bacci, professore di demografia all’università di Siena, è uno dei massimi esperti italiani della materia. Ha al suo attivo decine di saggi e di studi. L’ultimo suo lavoro è La conquista. La distruzione degli indios americani (il Mulino, 24 euro) che ricostruisce la catastrofe demografica dei nativi dopo l’arrivo degli spagnoli. Ha accettato di rispondere alle domande di ”Macchina del Tempo”. Professor Livi Bacci, che cosa c’è alla base del fenomeno di disequilibrio tra numero di donne e numero di uomini in Cina? Il fenomeno grave è quello dell’aborto selettivo: in altre parole, le bambine vengono eliminate. Alla base di tutto ci sono le solite ragioni economiche: i maschi producono mentre le donne no? Semplificando molto il ragionamento si può dire così. Prendiamo la Cina: era tradizione nei secoli passati - e ci sono anche le prove - l’infanticidio differenziale. Spesso le famiglie uccidevano le femmine appena nate. Questo fenomeno si era attenuato negli anni del maoismo ma, a partire dagli anni 70, da quando cioè è stata introdotta la politica del figlio unico, il ricorso all’aborto selettivo per non dire all’infanticidio è aumentato. Non solo in Cina, ma anche a Taiwan e in Corea. un fenomeno abbastanza esteso che riguarda anche certe aree dell’India, specie nel Nord. Sembra una faccenda demografica che riguarda solo gli asiatici... Non è così. Nelle popolazioni cinesi della diaspora, prendiamo i ”cinesi d’Italia”, il rapporto dei sessi alla nascita è uguale a quello degli italiani. Questo è un fatto interessante, perché è un cambiamento di cultura e anche soprattutto di struttura economica. Il ruolo della donna e della bambina ha valore quanto quello dell’uomo e forse di più. Nell’area fiorentina dove c’è una forte concentrazione di cinesi, quasi tutti impegnati nell’industria della pelle, il lavoro femminile è molto apprezzato. Alcuni demografi ritengono che l’aumento dei maschi rispetto alle femmine e il tasso di fecondità, decrescente dalla seconda metà del XX secolo, metteranno in pericolo i ricambi generazionali... Sì, ma questi sono piccoli calcoli algebrici che lasciano il tempo che trovano, se si pensa che nel dopoguerra in tutta l’Europa centrale c’erano 150 o 200 ragazze per ogni 100 ragazzi, per via delle morti militari. E non è che questi Paesi non abbiano rimediato i loro problemi a lungo andare. Non trasponiamo su altri campi questo che è un problema essenzialmente cinese. Un grosso problema, naturalmente, ma essenzialmente cinese. Il rimedio? Un sistema di protezione sociale che svincoli il mantenimento degli anziani dall’apporto economico del figlio: è questo il rimedio. Uno dei problemi della Cina è che non essendoci un sistema di protezione sociale efficiente, anzi molto limitato, gli anziani che magari hanno messo al mondo un figlio solo o due figli, sono accuditi dal solo figlio maschio. Ci tranquillizza, quindi, professore: non ci sarà la terza guerra mondiale perché in Cina ci sono meno donne da sposare? No. Non credo che i cinesi verranno a fare il ratto delle Sabine da noi.