MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO-FEBBRAIO 2006, 22 dicembre 2005
Quest’opera, l’Allegoria della Fortuna (al Getty Museum di Los Angeles), eseguita forse per la sorella di Alfonso d’Este, Isabella, che presiedeva la corte Gonzaga a Mantova, rappresenta Dosso nella sua massima raffinatezza
Quest’opera, l’Allegoria della Fortuna (al Getty Museum di Los Angeles), eseguita forse per la sorella di Alfonso d’Este, Isabella, che presiedeva la corte Gonzaga a Mantova, rappresenta Dosso nella sua massima raffinatezza. Colpiscono subito i toni caldi e sensuali dei colori, la morbidezza dei panneggi voluminosi, il candore delle carni nude in forte contrasto con l’oscurità dello sfondo vuoto. Importanza è data alla descrizione degli oggetti e della vegetazione in primo piano, resi con un interesse così attento alla realtà da ricordare certi pittori lombardi del ’500. Eseguito verso il 1535, il dipinto mostra inoltre come Dosso fosse riuscito a conciliare il colorismo veneto con motivi e suggestioni dei maestri dell’Italia centrale (Michelangelo, Raffaello, Giulio Romano).