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 2005  dicembre 27 Martedì calendario

Seimila anni fa la madre di tutte le battaglie. La Repubblica 17/12/2005. Roma. Una pioggia di proiettili tempesta la città: palle di argilla pressata, scagliata con fionde e piccole catapulte

Seimila anni fa la madre di tutte le battaglie. La Repubblica 17/12/2005. Roma. Una pioggia di proiettili tempesta la città: palle di argilla pressata, scagliata con fionde e piccole catapulte. Le mura sono alte più di tre metri ma non reggono all´assalto, e crollano mentre un incendio devasta più di un quartiere. Siamo a Tell Hamukar nel 3.500 a. C, e quella che appare oggi davanti agli occhi degli archeologi dell´università di Chicago è la scena della guerra più antica della storia. Combattuta da veri eserciti, con armi e mezzi di assalto. Non una scaramuccia fra tribù di pastori. In questo deserto che oggi è al confine tra Siria e Iraq e che allora era al confine tra la civiltà tardo-Uruk meridionale e quella settentrionale, il tempo passa ma le guerre restano. E non è un caso che il capo della spedizione Clemens Reichel, nel presentare al pubblico i risultati dei suoi scavi, abbia usato l´attualità come pietra di paragone. «La battaglia di Tell Hamukar è stata la "shock and awe" del quarto millennio a.C.» ha detto riferendosi alla campagna di bombardamenti "colpisci e atterrisci" lanciata dagli Usa contro l´Iraq. Ad affrontarsi - secondo l´interpretazione degli archeologi americani - erano l´armata del sud di Uruk e quella della sua ex colonia settentrionale di Tell Hamukar. Dalla Mesopotamia meridionale la prima civiltà della storia si era espansa verso nord. Ma fra padri e figli in un momento imprecisato si era venuta a creare una frattura insanabile. I primi erano rimasti depositari della cultura originaria, ma i secondi godevano di quelle risorse naturali - soprattutto pietre, legno e metalli - di cui la regione vicina alla foce del Tigri e dell´Eufrate era priva. «Intorno al 4mila a. C. - spiega Guillermo Algaze dell´università di San Diego - nord e sud della Mesopotamia avevano un livello di sviluppo simile ed erano entrambi pronti al decollo verso la civiltà. Ma 500 anni dopo il sud aveva spiccato il volo, surclassando la rivale civiltà settentrionale. L´espansione, come è ovvio, non avvenne in maniera pacifica». La battaglia si concluse a favore dell´esercito del sud. Insieme alle tracce della distruzione sono emersi 1.200 proiettili di argilla di piccole dimensioni e forma ovale (2,5 centimetri di lunghezza e 4 di diametro) e 120 più grandi (tra 8 e 10 centimetri di diametro). Ma la rovina della città ha regalato agli archeologi un ritratto impareggiabile della vita quotidiana del 3.500 a.C. Congelata dalla sconfitta, la giornata tipo di Tell Hamukar è apparsa vivida quasi come una Pompei distrutta dalle armi, anziché da ceneri e lapilli. Forni e distillerie, magazzini e depositi di vasellame sono riemersi dalla terra intatti come allora. Segno che l´attacco è avvenuto di sorpresa. «Ogni oggetto sepolto dalla battaglia è rimasto esattamente com´era. Sembrava aspettare solo di essere riscoperto da noi». Accanto al vasellame per il commercio e l´alimentazione sono riemersi dalla terra anche oggetti di culto o strumenti necessari alla scrittura e alle pratiche amministrative: un sigillo di osso a forma di anatra, un altro di argilla che ritrae un leone che artiglia una capra, un forno con le panche di argilla e una capacità produttiva ben superiore alle esigenze di una singola famiglia. «Appare chiaro dai ritrovamenti - spiega Reichel - che la distruzione della città è avvenuta a opera di un esercito del sud. Molti dei vasi ritrovati insieme alle macerie della battaglia sono infatti di fattura meridionale. Questo ci indica che dopo la sconfitta la città è stata rioccupata dai vincitori. E se non sono stati i meridionali a scagliare materialmente i proiettili, di certo sono stati loro i beneficiari della guerra». Gli archeologi di Chicago scavano a Tell Hamukar dal 1999. I lavori nei 300 metri quadri con i resti dell´antica città sono andati avanti dal 2003 a singhiozzo a causa della guerra (quella di oggi). L´ultima campagna di scavi - che risale ai mesi di ottobre e novembre scorsi - è ora interrotta. Come allora, anche oggi è la guerra a preservare i reperti di Tell Hamukar sotto uno strato di argilla. Elena Dusi