MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO-FEBBRAIO 2006, 22 dicembre 2005
Lo zoologo Antonio Pizzuti, responsabile della ”Fattoria degli animali” vicino Roma, allevatore di bestiole varie ma soprattutto di pennuti, è convinto che mandare in pensione i piccioni sarebbe un «vero peccato»: «D’accordo, il servizio di comunicazione dei colombi viaggiatori ormai è superato, per inviare notizie ci si serve di altri mezzi
Lo zoologo Antonio Pizzuti, responsabile della ”Fattoria degli animali” vicino Roma, allevatore di bestiole varie ma soprattutto di pennuti, è convinto che mandare in pensione i piccioni sarebbe un «vero peccato»: «D’accordo, il servizio di comunicazione dei colombi viaggiatori ormai è superato, per inviare notizie ci si serve di altri mezzi. Ma le piccionaie ci sono ancora e gli allevatori fanno bene a restare all’erta perché, in caso di guerra, i colombi addestrati possono essere più utili - e più segreti - dei nuovi mezzi tecnici. Accade in molti paesi, per esempio in Svizzera, dove le colombaie sono ancora sul bilancio dello Stato e così in Olanda e in Belgio. Ancora oggi, in Italia, chi alleva colombi viaggiatori deve denunciarlo alla stazione dei carabinieri, così, in caso di necessità, loro sanno dove reperirli». In Iraq i piccioni sono stati usati solo in guerra? «Da quelle parti sono tutti colombofili. Li allevano per il loro piacere, anche quando non servono per le guerre. In Egitto se li rubano a vicenda, poi la sera al bar se li restituiscono al prezzo magari di una bibita». Non li confondono mai? «No, tutti i colombi viaggiatori hanno un anello di riconoscimento, che viene infilato quando sono ancora piccoli e non si cambia mai. Se li rubano tra di loro, ma poi li devono restituire». Un gioco, insomma. «Ecco, sì, ora il gioco sta prendendo il posto dell’utilizzo pratico. Per esempio le gare, che si fanno in Italia e in molti altri Paesi ed è una fortuna che ci siano perché questo permette di non perdere il patrimonio culturale e la tradizione». Il colombo viaggiatore ha cominciato la sua carriera sportiva nella seconda metà dell’Ottocento e ora è un atleta in piena regola. Ma quali sono le sue prestazioni? «Bene addestrato, cioè esercitato a tornare prima da distanze brevi, poi sempre più lunghe, è in grado di raggiungere la velocità di 80 km orari, di mantenerla anche per 500 km, e di superare - magari a volo meno veloce - distanze tre volte maggiori, ossia fino a 1.500 km circa. Le gare sono organizzate periodicamente in molte zone d’Italia, e vi partecipano sia gli adulti che i giovanissimi».