MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO-FEBBRAIO 2006, 22 dicembre 2005
Tecnologia, ricerca e tutela. Questi i termini che hanno scandito e motivato la spedizione a cui ho partecipato in Nepal, promossa dalla fondazione Ev-K2-Cnr
Tecnologia, ricerca e tutela. Questi i termini che hanno scandito e motivato la spedizione a cui ho partecipato in Nepal, promossa dalla fondazione Ev-K2-Cnr. Il programma della missione si è proposto importanti obiettivi di ricerca, fra cui l’avvio di una collaborazione con il Governo nepalese per la gestione condivisa delle stazioni meteorologiche ad alta quota, un nuovo piano di gestione del Parco dell’Everest e una campagna per la tutela di un animale a rischio di estinzione, in stretta collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato. Il viaggio di ricerca ha dato valore all’impegno italiano di respiro internazionale sul versante scientifico, sulla cooperazione per lo sviluppo ambientale e sulla formazione in loco di operatori del settore. Il controllo del clima e dell’ambiente dal tetto del mondo è di fatto interamente a cura di una équipe di ricercatori italiani. Un posto remoto ma fondamentale per conoscere meglio la salute del pianeta. Dalla Piramide, laboratorio-osservatorio realizzato 15 anni fa nel punto più strategico dell’Himalaya, è possibile comprendere la portata di un sistema di ricerca che produce certamente una notevole ricaduta per l’Italia sia nella tecnologia per il monitoraggio, di cui è leader, sia per il sostegno ai Paesi emergenti per l’attivazione dei meccanismi di disinquinamento. In particolare è stato sottoscritto un accordo di collaborazione con il Dipartimento di Idrologia e Meteorologia del Governo del Nepal, l’International Center for Integrated Nountail Development ed il WWF-Nepal per la gestione condivisa delle stazioni metereologiche ad alta quota e dei dati prodotti e l’installazione di una stazione per il monitoraggio dell’Atmospheric Brown Cloud presso il Laboratorio-Osservatorio Piramide. La visita in Asia è stata anche l’occasione per il lancio del progetto pluriennale denominato ”Vanishing tracks on the roof of the world” per lo studio e tutela del leopardo delle nevi, animale a rischio estinzione, recentemente avvistato nel Parco del Sagarmatha dai ricercatori di Ev- K2-CNR. Attualmente si parla di 1-3 esemplari ogni 100 chilometri quadrati. La campagna di ricerca scientifica, coordinata da Sandro Lovari - docente dell’Università di Siena e collaboratore del Comitato Ev-K2-Cnr - durerà tre anni. I ricercatori stimano che non vi siano oltre 4.000 esemplari di leopardo disseminati tra le creste inaccessibili dell’Himalaya, i dirupi del Tibet, le gole più selvagge del Pamir e le lande della Mongolia. Il valore del progetto non è legato solo al controllo e al censimento di leopardi presenti sulle montagne nepalesi, ma anche all’impegno di monitoraggio dell’intero equilibrio degli ecosistemi nelle aree protette. La missione ha ribadito pertanto l’importante impegno dell’Italia nella conservazione di sistemi fragili e precari, ma di grande valore per il patrimonio umanitario.