MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO-FEBBRAIO 2006, 22 dicembre 2005
Se i colori dei diamanti si limitano a quelli meravigliosi della luce rifratta e ad eventuali sfumature dal giallo al nero, altre gemme sono invece apprezzate e ricercate proprio per le loro qualità cromatiche, tanto da aver regalato in qualche caso il proprio nome a colori molto particolari come il rosso rubino o il verde smeraldo
Se i colori dei diamanti si limitano a quelli meravigliosi della luce rifratta e ad eventuali sfumature dal giallo al nero, altre gemme sono invece apprezzate e ricercate proprio per le loro qualità cromatiche, tanto da aver regalato in qualche caso il proprio nome a colori molto particolari come il rosso rubino o il verde smeraldo. Ma proprio queste due pietre hanno sempre nascosto un piccolo mistero: fisici, chimici e geologi, infatti, hanno sempre affermato che i due minerali non contenevano niente che potesse giustificarne il diverso colore, visto che il non avere la stessa composizione, nè la stessa struttura, da questo punto di vista era ininfluente. Il colore di un minerale, infatti, è determinato dalle inclusioni di elementi estranei alla loro composizione che riflettono o assorbono la luce in modi differenti, e avendo lo smeraldo e il rubino la stessa inclusione (il cromo), il colore dovrebbe essere lo stesso. A chiarire l’arcano ci ha pensato lo studio dello spagnolo Miguel Moreno pubblicato sull’americana Physical Review Letters: il fisico ha infatti scoperto che minerali con inclusioni simili hanno colori diversi a causa delle forze elettriche delle strutture cristalline: nel rubino e nello smeraldo sono i campi elettrici dell’intera rete cristallina ad agire in modo diverso sul cromo.