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 2005  dicembre 22 Giovedì calendario

Professoressa Bramani, ma come ha fatto un tipo superficiale e donnaiolo come Wolfgang Amadeus Mozart a diventare un genio della musica? Lo è diventato perché non era per niente così superficiale

Professoressa Bramani, ma come ha fatto un tipo superficiale e donnaiolo come Wolfgang Amadeus Mozart a diventare un genio della musica? Lo è diventato perché non era per niente così superficiale. Al contrario. Ma come? Tutti ricordiamo il film di Milos Forman, Amadeus, in cui si mostra un Mozart sguaiato e farfallone, una specie di fanciullo mai cresciuto. E così affermano anche molti studi. Adesso lei ci assicura che non è vero niente? Esatto. Dopo anni di ricerche, il ritratto che ho avuto di Mozart - cosa che ha stupito anche me, per prima - è di una persona tutt’altro che frivola. Anzi, era senza dubbio una persona molto seria. Capace di passare dalle frivolezze alle dissertazioni sui massimi sistemi. Si nota soprattutto nelle sue tante lettere: dalla banale quotidianità si cala, a volte all’improvviso, in profonde riflessioni. Era anche un uomo molto colto. Se pensiamo che parlava almeno sei lingue... Addirittura sei lingue? L’austriaco, in primis, che ai tempi non era del tutto simile al tedesco. Poi il tedesco, il francese, l’italiano e l’inglese. Conosceva inoltre il latino. Ma quando ha avuto il sospetto che il Mozart che abbiamo sempre creduto di conoscere non fosse quello reale? Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi interpreti, di studiare molte partiture. Tra cui quelle di Mozart. Soprattutto quella dell’opera Così fan tutte mi ha sempre interessato. Quest’opera è sempre stata intesa come una summa di frivolezza e libertinaggio, oppure come risultato di sconsolato cinismo sulla ”farfalloneria” delle donne e degli esseri umani in generale. Invece, in questa partitura esistono forme musicali che richiamano momenti rituali, stilemi che oserei definire tratti dal repertorio religioso, ecclesiastico... Questa musica, che tutti hanno in ogni caso sempre considerato geometrica e sublime, non poteva essere il frutto di una personalità frivola e libertina. E allora? E allora, analizzando l’opera, sono risalita alle sue fonti, notando che molte erano rivenibili nella stessa biblioteca di Mozart. Così ho fatto ciò che nessun altro, paradossalmente, aveva ancora fatto: ho letto i testi presenti nella biblioteca del musicista. una biblioteca non vastissima (Mozart non era ricco e i libri costavano), ma gli autori presenti sono molto importanti: personaggi di spicco della cultura viennese ed europea. Questa conoscenza profonda dell’ambiente intellettuale del suo tempo la si nota anche nelle lettere, circa un migliaio. inoltre interessante osservare che, in questa biblioteca, sono presenti molti libri utopistici seicenteschi. Insomma, era un uomo che guardava al futuro? Al futuro e a un mondo migliore. Adesso ci ha davvero incuriositi... Qual è il vero significato di Così fan tutte? Un significato già presente nelle commedie La scuola dei mariti e La scuola delle mogli di Molière, che Mozart amava e di cui possedeva l’opera completa: elogio della libertà dei costumi e della sfera affettiva, non riducibili a schemi borghesi e ipocriti. Il che non significa esser libertino. Al limite, esser libertario. Mozart adorava sua moglie e sua moglie adorava lui. Ma sarà stata d’accordo con le idee del marito? Difficile dirlo. Di lei sappiamo molte meno cose. Ma per quanto riguarda Mozart, avvertiamo che questo tema della libertà in amore è costante. Si potrebbe parlare di una vera e propria utopia affettiva. Uno dei protagonisti dell’opera, Don Alfonso, che innesca la scommessa da cui scaturisce l’intreccio, tira anche le fila dei personaggi e li conduce ad accettarsi per quello che sono... La trama credo sia nota... Brevemente: è la storia di due coppie fatte ”scoppiare” ad arte, con una vera e propria ”ingegneria” psicologica molto razionale. Poi sono fatte ”riaccoppiare”, non senza che prima si siano apprese molte cose su di sé e sugli altri. Ma s’impara che cosa, esattamente? Che le due protagoniste, ad esempio, non saranno forse donne fedelissime, ma sono comunque persone con cui si può stringere un rapporto in maniera più profonda ed evoluta, anche perché - nel frattempo - i maschietti hanno scoperto dentro di loro altrettante contraddizioni. Le coppie diventano più forti, quindi? Questo è lo scopo ultimo di Don Alfonso, anche se Mozart lascia comunque la libertà di interpretare, di decidere per nostro conto. Professoressa Bramani, ma Mozart era femminista? Decisamente sì. un tratto che si nota di frequente. Non soltanto in Così fan tutte, ma in molte altre sue opere e nelle sue lettere. Lei ha scritto un libro dal titolo molto chiaro e anche provocatorio: Mozart massone e rivoluzionario. Che Mozart fosse massone si sapeva. Ma addirittura un rivoluzionario? Innanzi tutto, occorre specificare che la massoneria dell’epoca, e in special modo quella viennese, era costituita da un circolo di intellettuali progressisti (per la maggior parte aristocratici), che si adoperava per un mondo migliore. Vi confluivano teorie alchimistiche, ideali della classicità greco-romana, concezioni etiche di lealtà e garantismo giuridico, valori libertari e protofemministi, idee di tolleranza e di pacifismo, apologia del perdono, volontà di influenzare in senso liberale gli esponenti del dispotismo illuminato, quali soprattutto Giuseppe II e Leopoldo II. Ciò che non si sapeva è che quest’aderenza alla massoneria avesse radici così profonde, che risalivano addirittura a quando aveva 15 anni. Fin da ragazzino Mozart frequentò illustri personaggi della massoneria. D’accordo. Ma perché rivoluzionario? Proprio per la sua adesione a questi ideali, che viveva integralmente e con partecipazione personale. Mozart aveva una profonda consapevolezza politica del proprio tempo, fin da quando aveva scelto la carriera del musicista indipendente, rifiutando la condizione di servitore del principe-arcivescovo Colloredo e ricevendo dall’ignobile conte Arco, come buonuscita, una pedata nel sedere. Anche se molti dei suoi confratelli massoni erano aristocratici, nella sua personale utopia egli auspicava una società senza classi, una legge uguale per tutti, un rifiuto della guerra in un regno dello spirito confortato dalle gioie della vita.