Panorama 15/12/2005, pag.240 Roberto Gervaso, 15 dicembre 2005
Dente per dente. Panorama 15/12/2005. Della dentatura sappiamo poco ed è per questo che non la curiamo abbastanza
Dente per dente. Panorama 15/12/2005. Della dentatura sappiamo poco ed è per questo che non la curiamo abbastanza. Ma una bocca in ordine non è solo un vantaggio estetico. dimostrata una correlazione fra malattie parodontali e patologie cardiovascolari, ipertensive, polmonari. E perfino il diabete... Meglio fra le braccia di Sabrina Ferilli che fra quelle del professor Enrico Gherlone. Ma, affetti da pulpite, meglio nelle mani di Gherlone che in quelle di Ferilli. Grazie ai denti mastichiamo e ci nutriamo, e qualcuno, come il conte Dracula, morde. Dei denti sappiamo poco, e questo spiega perché non facciamo abbastanza prevenzione. Conoscere il nostro corpo e la nostra bocca significa vivere meglio e più a lungo. vero che il fatturato della General Motors, nei primi anni 90, è stato inferiore a quello degli adesivi stabilizzatori delle protesi mobili, le comuni dentiere? Verissimo. Ma, da dieci anni, nuove tecniche operative consentono di realizzare protesi stabili, che hanno notevolmente migliorato la qualità di vita dei pazienti. Quali sono queste nuove tecniche? Tecniche d’implantologia dentaria, che fornendoci supporti fissi nelle arcate mascellari dei pazienti ci permettono di costruirvi sopra protesi fisse. Altre innovazioni? Le corone senza supporto metallico e le terapie minimamente invasive. Le capsule costruite con queste tecniche sono in porcellana e non contengono metalli. Il grande beneficio, oltre che estetico, è biologico. Perché? Perché è alta la biocompatibilità della porcellana e frequenti sono le allergie ai metalli. Le più attuali, fra le terapie minimamente invasive? La luce laser che, in alcuni casi, sostituisce egregiamente il bisturi e il trapano, e l’ozonoterapia, che funziona sulla carie e favorisce il processo di rimineralizzazione del dente. In entrambi i casi, oltre a non usare il trapano, si può, talvolta, fare a meno anche dell’anestesia. vero che certi capogiri, cefalee, dolori cervicali e della colonna possono essere causati da malocclusioni dentarie? Sì. La malocclusione può provocare disturbi in zone molto lontane dalla bocca. Per esempio? Una sciatalgia. Se abbiamo mal di testa, mal di schiena o un disturbo muscolare a livello di collo e spalle, non di origine ortopedica, è utile farsi vedere dall’odontoiatra. Quanti denti ha in bocca l’adulto? Trentadue: 16 per arcata. Suddivisi come? Per ciascuna arcata: due incisivi centrali e due laterali, due canini, quattro premolari e sei molari. Di che cosa è fatto un dente? Di smalto, la struttura biologica più dura del nostro organismo, e di dentina. E all’interno? Di polpa, che nutre e dà sensibilità al dente. Com’è questo dal punto di vista anatomico? Distinto in due parti: la corona e la radice. Cos’è la corona? La porzione di dente che emerge al di sopra del margine gengivale. ricoperta di smalto. E la radice? Origina al di sotto del cosiddetto colletto e termina all’estremità opposta con l’apice. La funzione della radice? Ancorare il dente al suo alveolo attraverso il legamento parodontale, garantendo la stabilità. A che cosa servono i denti? Gli incisivi tagliano e incidono il cibo. I canini? Lacerano gli alimenti più consistenti. I premolari? Triturano il cibo per impregnarlo di saliva. I molari? Triturano i vari alimenti prima dell’ingestione. Altro ruolo dei denti, oltre alla funzione strettamente masticatoria e alimentare? Un ruolo strategico nello svolgimento di atti fisiologici come la deglutizione e la fonazione. Perché i denti, nella prima infanzia, si chiamano da latte? Perché sono bianchi come il latte. A che età spuntano? I primi fra i sei mesi e il primo anno di vita. Entro quanto tempo si completa l’intera dentatura? Fra l’anno e mezzo e i 2 anni e mezzo. Quando cominciano a cadere i denti da latte? Il primo dente fra i 5 e i 7 anni. E l’ultimo? Intorno ai 12. Ma dobbiamo aspettare i 14 anni per l’arrivo del secondo molare permanente, ultimo dente in fondo. E il dente del giudizio? In quasi la metà della popolazione non arriverà mai in arcata. E, se ci arriverà, l’età varia: dai 18 anni in su. Le più comuni patologie dentali? La carie e la malattia parodontale. Cos’è la carie? il deterioramento dei tessuti duri dentali, provocata da alcuni ceppi batterici presenti nella saliva. Ceppi capaci di processare gli zuccheri introdotti con la dieta e intaccare smalto e dentina. E la malattia parodontale? un insieme di processi patologici batterici (gengiviti, parodontopatie), a carico di gengiva, legamento parodontale, osso alveolare. Come prevenire queste patologie? Con un’adeguata igiene orale. Se la compromissione, in caso di carie, è grave? Si ricorrerà a cure di tipo conservativo (otturazioni, cure canalari) o protesico (intarsi, corone). E se le lesioni sono serie e trascurate? Si procederà all’estrazione. Le più comuni malattie gengivali sono di natura infiammatoria. Ma si possono prevenire. Bisogna lavarsi bene i denti tre volta al giorno, sempre è consigliabile il filo interdentale o lo scovolino per rimuovere la placca rimasta dopo lo spazzolino E in caso di grave compromissione nella malattia parodontale? L’odontoiatra affiderà all’igienista l’ablazione del tartaro. E personalmente eseguirà interventi più impegnativi e sofisticati. E in caso di perdita di uno o più denti? Ci sono varie soluzioni: chirurgiche di tipo implantare, protesiche fisse e rimovibili, ortodontiche. I grandi nemici dei denti? Una cattiva igiene orale, un’eccessiva assunzione di zuccheri raffinati, ma anche il fumo e un consumo smodato di alcol. E lo stress psicofisico. Come combattere i killer dei denti? Con un meticoloso spazzolamento dentale quotidiano e periodici controlli dentistici. C’è infiammazione senza dolore? Dipende. Nei processi infiammatori di tipo acuto (pulpite, per esempio, ascesso dentario) il dolore è un sintomo costante. E quando la patologia è asintomatica? Nel granuloma e in alcune parodontopatie il dolore non si manifesta necessariamente in modo significativo. Le ulcerazioni dell’interno della bocca possono degenerare? Sì. Vi sono ulcerazioni traumatiche della mucosa che ricopre le guance o la lingua, dovute, per esempio, a una malocclusione (non corretto combaciamento delle arcate dentarie) o a un dente fratturato o cariato. Ulcerazioni che, con il tempo, possono evolvere in tumori maligni. Vi sono anche lesioni, non sempre ulcerate, della mucosa delle guance o della lingua di colorito biancastro (leucoplachie) o rossastre (eritroplachie) suscettibili di degenerazione neoplastica. Quali fattori favoriscono questi processi? Il fumo e i superalcolici. Quando insospettirsi? Quando la lesione al cavo orale non regredisce nell’arco di un paio di settimane. A che cosa servono le gengive? Con altre strutture, a sostenere il dente, che proteggono durante la masticazione. Le più comuni malattie gengivali? Di natura infiammatoria: acute o croniche. Distinguiamo fra gengivite e parodontite. La gengivite? un’infiammazione della gengiva che regredisce rimuovendo la causa scatenante. Cioè? La placca batterica. E la parodontite? A seconda dell’estensione, può essere generalizzata o localizzata. E in base alla gravità? Può essere lieve, media, severa. I germi delle infezioni dentarie colonizzano facilmente l’organismo? Sì. I batteri patogeni associati alle più comuni malattie del cavo orale possono diffondersi nelle vie aeree superiori, nell’apparato digerente e nel sangue. Provocando? Foci settici, più frequentemente in cuore e reni. O interagendo con altre patologie sistemiche. Con quali conseguenze? stata dimostrata una correlazione fra malattie parodontali e patologie cardiovascolari, ipertensive, polmonari e diabete non controllato. Quante persone, ogni anno, si ammalano di cancro orale? Circa 6 mila. Quante ne muoiono? Circa 3 mila. La sopravvivenza a 3 anni non va oltre il 50 per cento. Quante volte al giorno bisognerebbe lavarsi i denti? La formazione della placca batterica e la sua «organizzazione» richiedono un tempo di circa 8 ore. Di qui la necessità di lavarsi bene i denti tre volte al giorno. Quanto deve durare il «rito»? Un paio di minuti. Importante anche la detersione della lingua e del cavo orale, colonizzate anch’esse dai batteri. sempre consigliabile l’uso del filo interdentale? Sì: filo interdentale, floss, scovolino. Per rimuovere la placca negli spazi interdentali non completamente detersi con le sole manovre di spazzolamento. Le controindicazioni? Rare. E riconducibili a pazienti con disturbi della coagulazione. Con che frequenza si deve andare dal dentista? In linea di massima, ogni sei mesi. Come curavano il mal di denti gli antichi? Con le estrazioni. Nei geroglifici egizi sono raffigurati strumenti. Molto in uso impacchi con un battuto di erbe medicinali da applicare sul dente per un’intera notte. Perché diciamo «La lingua batte dove il dente duole»? Lo diciamo quando si torna continuamente su certi argomenti, fingendo di passarci sopra. Se un dente ci fa male, basta un piccolo tocco involontario della lingua per risvegliare il dolore. Perché diciamo «A caval donato non si guarda in bocca»? Perché non dobbiamo criticare quello che ci è stato regalato. L’origine del proverbio? Chi acquistava un cavallo ne giudicava l’età e lo stato di salute ispezionandone la bocca. In particolare, i denti. Perché diciamo «Occhio per occhio, dente per dente»? La definizione risale all’Antico Testamento. Passando dalla fase nomadica a quella stanziale, nella Terra promessa ci fu un processo di giuridicizzazione delle 12 tribù di Israele. La legge del taglione. Esattamente. Essa riguardava la vendetta privata, tendeva a mitigarne gli eccessi e a fissarne le regole. Se un uomo infliggeva una mutilazione a un compatriota veniva, a sua volta, mutilato: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente. Lei, Dracula, lo avrebbe preso in cura? E perché no? Quando un paziente siede sulla poltrona del dentista, scatta un meccanismo psicologico di ansia e dipendenza che il medico deve saper contenere. Per questo è necessaria una totale fiducia. E lei, questa fiducia, come l’avrebbe sfruttata? So io come. Ma pensi, con quegli enormi canini, a quanto lavoro. Possibile che, nel Terzo millennio, si abbia ancora paura del dentista? Possibilissimo. Roberto Gervaso