MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO-FEBBRAIO 2006, 21 dicembre 2005
La palma da dattero (Phoenix dactylifera), coltivata da più di 4.000 anni nella regione della Mesopotamia tra il Tigri e l’Eufrate, è una pianta ricca di significati: per gli Egiziani era simbolo di fertilità, per i Greci di fortuna e prosperità, gli antichi Romani usavano donare un ramo di palma agli aurighi e ai gladiatori, per i Cristiani le foglie delle palme sono tuttora un simbolo di pace
La palma da dattero (Phoenix dactylifera), coltivata da più di 4.000 anni nella regione della Mesopotamia tra il Tigri e l’Eufrate, è una pianta ricca di significati: per gli Egiziani era simbolo di fertilità, per i Greci di fortuna e prosperità, gli antichi Romani usavano donare un ramo di palma agli aurighi e ai gladiatori, per i Cristiani le foglie delle palme sono tuttora un simbolo di pace. Si narra che Augusto fosse ghiotto di datteri e che la prima palma nata a Roma ebbe origine proprio da un seme gettato dalla mensa dell’imperatore. Nei paesi mediorientali questa pianta è ancora oggi quasi venerata dalle popolazioni indigene per i suoi molteplici impieghi: i frutti, denominati ”nettare del deserto”, nutrono i nomadi durante le traversate tra le dune; le foglie sono utilizzate per costruire capanne, panieri, cordami, cappelli e stuoie. Le palme da datteri hanno un tronco diritto e ruvido, che può raggiungere un’altezza di venti metri ed è coronato da una fitta chioma, formata da rigide fronde grigio-verdi, lunghe circa tre metri, e da grandi spighe ramificate cariche di datteri. Ogni singola spiga può portare da 200 a 1.000 datteri e può arrivare a pesare anche 12 chili. Ogni albero produce in media 270 chili di datteri all’anno. La pianta, che inizia a fruttificare solo dopo l’ottavo anno di vita, raggiunge la piena maturità a trenta anni e comincia a deperire dopo il compimento del centesimo anno. Il dattero, molto energetico (350 calorie per 100 grammi), è composto per il 60 per cento di zuccheri, contiene una buona quantità di vitamine nonché calcio, fosforo, magnesio e ferro. Incerta l’origine del nome: alcuni ritengono che derivi da daktilos, che in greco significa dito!