19 dicembre 2005
Tags : Günter. Brus
Brus Gunter
• Nato ad Ardning (Austria) il 27 settembre 1938. Artista. «[...] maggiore esponente del Wiener Aktionismus: un movimento radicale che negli anni Sessanta fece scandalo e aprì la strada alla body-art. [...] agiva con uno sfrenato autolesionismo contro il suo corpo con lamette, coltelli, asce. Come purtroppo drammaticamente avviene nella vita reale di chi è in prigione. Una cosa è assistere a questi spettacoli, altra vederli in foto e filmati. [...] il viennese non è solo un paziente esacerbato di Freud, ma è anche figlio di Klimt e di Schile. Quantunque possa (forse) dargli fastidio è l’ultimo erede della grande Secessione viennese. L’arte deve connettere gesti, parola e musica: le prime prove sono segni furiosamente e liberamente tracciati su grandi fogli di carta disposti a terra, usando solo il bianco e il nero senza alcuna profondità o spessore. In un secondo momento invase lo spazio di gallerie e musei con stracci e corde, lungo le quali disponeva disegni in modo da creare un labirinto claustrofobico, una sorta di topografia psicanalitica: Pittura nello spazio è del 1962. Con Ana (1964) il corpo di sua moglie [...] diveniva pittura vivente. Ma non la ferì, non ne fece sgorgare sangue dal suo corpo: invece negli anni seguenti con Autopittura e Automutilazione il corpo di Günter divenne un campo di guerra, un territorio crudele di sperimentazione violenta: ferite, mutilazioni, sangue vero mescolato a colori che sono segno di caos primordiale e di disordine mentale. Dopo la partecipazione con le sue performance al ”Distruction Art Symposium’ di Londra del ’66 il corpo divenne la fondamentale fonte della sua arte come fosse una natura morta: disegni, bozzetti, colori accompagnavano questa messa in scena. Lesioni reali, sangue, escrementi, eiaculazioni assumano una funzione catartica e liberatoria dai riti e le convenzione dell´arte da cavalletto. Non è un bel vedere, ma una soglia oltre la quale Brus non poteva andare: né gli fu più consentito in Austria e fu condannato a vari mesi di prigione. Si trasferì in Germania. [...] I disegni e i dipinti che nel corso di questi anni furenti dipinge Brus ci fanno capire quanto sia attento a Hartung e a Pollock, ai maestri americani dell’Action painting, affiora il sotterraneo legame con la sua cultura viennese. Egon Schile è il punto di riferimento più forte e più seducente. Disegna corpi con falli in erezione e vagine squarciate: una componente erotica, così cara a Schile, che raggiunge in Brus livelli assolutamente psicotici. Si fa fatica a seguire il suo crudele Kamasuthra che scorre in decine di fogli in cui gli organi di riproduzione sessuale maschile e femminile sono oggetto di un’ordalia combinatoria e vessatoria [...] L’oscenità e la violenza è assunta a scenario permanente della vita, del nascere e del morire[...] artista sicuramente assai più colto della media dei suoi colleghi. Quando il priapesco spettacolo si placa irrompe con forza esplosiva il colore, si torna alla figurazione in senso proprio: con Bildung-Dichtungen (quadri-poemi) la sua vocazione letteraria si fa prepotente. Coppie antitetiche irrompono nelle sue tele: bellezza e crudeltà, sud e nord, norma e ribellione, mondo interiore e esteriore sono temi in cui galleggia la sua passione per tutta la grande tradizione visionaria della pittura europea. Da Blake a Odilon Redon a Ensor a Goya sono il privato olimpo al quale attinge con voracità. Il grande poeta-pittore Blake è un faro nell’universo convulso e inquietante di Brus, ma sarebbe un azzardo accostare i suoi soggetti a quelli prescelti dal pittore inglese in Jerusalem: ma proprio da questo poema miniato attinge l’impaginazione geniale e il gusto di trasformare il testo in disegno e fonderlo alla decorazione. [...] La letteratura è ormai divenuta una componente essenziale del più recente lavoro di Brus: infatti nel 1984 ha pubblicato il primo romanzo Die Geheimminstrger (I portatori di segreti) e tre anni dopo Amor und Amok (Amore e Rabbia). Ormai come tanti pittori prima di lui ha compiuto il passo e si misura con la poesia e la musica. Forse per liberarsi dal suo passato ossessivo Brus si è aggrappato a queste muse, le più pure tra le muse del Parnaso» (’la Repubblica” 19/12/2005).