Mariangela Mianiti Amica, luglio 2004, 19 dicembre 2005
Un giorno in edicola (per un’antropologia del lettore moderno), Amica, luglio 2004 Luca, l’edicolante sotto casa, ama stuzzicare i clienti
Un giorno in edicola (per un’antropologia del lettore moderno), Amica, luglio 2004 Luca, l’edicolante sotto casa, ama stuzzicare i clienti. Un giorno mi mostra il calendario di Mussolini e dice: «Ne ho vendute tante copie». Oppure: «II calendario con la Ingerman è andato a ruba, quello con la Rossella Brescia non lo vuole nessuno». O ancora: «Hai visto questo? Sapessi chi lo prende» e squaderna ”Studentesse”, giornale di annunci erotici. Stufa di essere provocata, sono andata a tener compagnia a un edicolante per un giorno. Volevo vedere che faccia ha la gente che paga per leggere i giornali e che giornali. Ho scelto un’edicola strategica e rappresentativa dell’Italia. Milano, zona semicentrale, uffici e case popolari, mercato rionale due volte a settimana, un grande magazzino, un supermercato, tanti negozi, pubblico stanziale, di passaggio e trasversale. Il re dell’edicola si chiama Giancarlo, ma per me è Ciccio. Alle 8,30 di un mercoledì di mercato sono accanto a lui, a spiare dietro il vetro. Un negoziante chiede di cambiare 50 euro, un cliente dice: «Pago dopo», un altro fa: «Dammi 20 euro che poi te li rendo». Ciccio sbotta: «Ma qui c’è scritto Cariplo?». Una cinquantenne vestita da tirolese chiede un biglietto e ammicca: «E basta». Appena se ne va, Ciccio dice: «è alla fine del mese, non ha più soldi. Dopo il 15 si vende molto meno». La fila è lunga. Una casalingona chiede: «L’antipastiera ce l’ha?». «Solo gialla». «Ma le posate erano verdi. Come le metto insieme adesso?». Ciccio consiglia il bicolore e poi impreca contro quelli di ”Tu” che allegano i gadget «a pera». Arriva una cinquantenne bassa che dice: «Qual è quello che fanno pubblicità adesso?». Non c’è il soggetto, ma lui capisce e le allunga ”Di più”. Una bionda dice: «Che cosa c’è di cd?». «Bob Marley, oppure il dvd di Elisa di Rivombrosa». «Ah, ecchiiiè sto Mali». «Forse è quello con la voce roca», fa il marito. «Prendo a Lisa», dice lei. Cioè compra ”Sorrisi e canzoni” con il dvd allegato. Alle 9 il ”Corriere”, ”Sorrisi” e ”Repubblica” sono i primi in classifica. Anche i tascabili ”Guida Tv”, e ”TeleSette” si difendono bene, come ”Oggi”, ”Gente” e ”Chi”. E pure Chagall, allegato al corrierone, riscuote successi. Solo che ogni tanto i clienti si dimenticano il titolo, come un signore che chiede: «Il pittore di ieri». Oppure fanno gli esotici, come la mora sovrappeso: «Che, mi dai Jakall?», seguita da una messainpiega bionda che la corregge: «Sciacall». Poteva andare peggio: per esempio Viakal. Ci pensa la signora Cesarina, che fa la portinaia, a ridare dignità alla categoria dei compratori e sicura chiede: «Due ”Sorrisi”, il nuovo (cioè ”Di più”, ndr) e quello con le magliette». Quella di ”Chi”? «No, quelle per i bambini». Si riferisce a ”Insieme”. «Da quando hai i nipoti hai cambiato giornale», le dice Ciccio. «E che vuoi, bisogna vestirli da capo a piedi». Infatti le riviste servono a questo. Una guardia giurata bassa un metro e cinquanta si affaccia: «è arrivato Zatoichi?». Caspita, un cinefilo. «Ma cosa hai capito?», sibila Ciccio, «quella è la pubblicazione della De Agostini con le bacchette, i piattini e le ciotole giapponesi. E non si chiama Zatoichi». «Non c’è ancora?», fa la guardia preoccupata, «mi raccomando, tienine da parte cinque». I gadget segnano una discriminante. Una signora bionda: «Cosa c’è di regali oggi?»; una sessantenne bruna: «E le tovaglie non ci sono più?». Invece, un signore con occhiali dalle lenti ribaltabili disdegna l’allegato di ”Libero” sugli agriturismo della Sicilia: «Lo butto io o lo butti tu?», gli chiede Ciccio. Poi ci sono i patiti della tivù, come un grassotto mento sfuggente che compra ”Onda tv”; torna dieci minuti dopo per ”Guida tv”, trenta minuti dopo per ”Teletutto” con le bellone del piccolo schermo discinte. Ciccio ha anche un ruolo sociale. Un trentenne, occhiale da sole e auricolare, parcheggia lì davanti in seconda fila e gli lascia le chiavi. Una signora a puntino gli chiede se può far bere il cane nel bigoncio con acqua lì fuori. Lui dice di sì, ma poi sussurra: «Veramente lì io mi lavo le mani». Un’altra gli lascia da tenere il sacchetto della spesa, un’anziana si siede sulla sedia che Ciccio ha messo fuori dall’edicola «perché così ogni tanto si riposano». E poi ci sono i debitori: 275 euro da uno che ha perso tutto al gioco, 675 da un altro che ne paga ogni mese 100 ma ne spende 150, 160 da uno che paga e compra solo cd e dvd. «Senza contare i soldi che perdo il sabato, quando ai vecchietti do il ”Corriere” e ”Repubblica” a 90 centesimi perché odiano gli allegati femminili, pieni di pubblicità. Io mi rifaccio vendendoli per 30 centesimi ai parrucchieri e ai medici». Una signora con i segni dei bigodini in testa guarda ”Di più”. «Mah, proviamolo, fan tanta pubblicità». «Eh sì, la pubblicità è l’anima del commercio», fa una vicina. «Dipende dai punti di vista», dice una settantenne truccata, vestita e pettinata come nel Ventennio mentre compra ”Bella”. «Quella lì gira con la medaglia di Mussolini in tasca», confida Ciccio. Poi ci sono le distratte che chiedono ”Gioia” con il cucchiaio d’argento e invece è ”Oggi”; le depresse, come la trentenne in cardigan peloso color vinaccia e i capelli stanchi che compra ”Grazia” e ”Trovo lavoro”; le sempre in ordine che acquistano ”Anna”, hanno scarpe alla moda e borse Fendi; le amanti delle favole, come la massaia che compra ”Di più” «per curiosità», ”Telebolero”, ”Onda Tv”, ”Chi” e ”Grand Hotel”; le mistiche, come la cinquantenne con mamma che da settimane chiede se è arrivato il volume su Gandhi; le sfasate che pensano cinque minuti se ordinare Klimt e poi chiedono ”La Nazione” «non so neanche io perché»; le mamme indaffarate che quando vedono ”Topolino” esclamano: «Nooo, un altro galeone. Siamo diventati matti a montare l’altro»; le mamme che vorrebbero comprare il dvd della Rivombrosa ma le figlie dicono: «Ma ti pare? Non hai fatto che piangere»; le grasse endemiche che chiedono: «C’è il mio?». E Ciccio: «Quello delle diete?». «No, quello delle taglie forti». Ma le meglio sono quelle che conoscono il genere umano e che, di fronte alla copertina di ”Chi” con la bionda compagna di Albano, dicono: «Ah, vedi, si è separata». «No, no», fa un’altra, «ha solo litigato perché lei vuole andare in tivvù». «Eh», dice una terza, «lui non doveva mettersi con questa che è giovane, bionda, e si vuole divertire. Era meglio se ne prendeva una più vecchia». Anche il campionario maschile è vario. Un panciuto in giubbotto di lana marrone chiede ”Famiglia Cristiana”, che non c’è, e si accontenta di ”Al Volante”, ”In sella”, ”Il Giorno”, ”Men’s Health” con lo stimolatore muscolare e una guida turistica ma solo del Nord Italia. Un mercataro fa incetta di libri di poesia, riviste di viaggi, natura e animali, auto. Un anziano siciliano prende ”Cronaca Vera”, guarda la seminuda in copertina, e fa: «Ma perché mettono sempre queste davanti che non c’entrano nulla?». Intanto, arriva un farmacista in camice. Guarda, gironzola, prende il dvd ”Il fenomeno della morte di Cristo”, sceglie le poesie del Carducci allegate al ”Corriere”, aspetta che l’edicola sia vuota per dire a Ciccio: «Ce l’hai ancora il film La calda amante con Françoise d’Orléans?». «Mi spiace, dottore, è finito». Il farmacista sospira: «Vabbè». Ha girato attorno all’edicola per giorni, aspettando che fosse deserta per fare la richiesta, e ha perso l’attimo fuggente. E pensare che aveva persino comprato Carducci e Cristo per metterci in mezzo la Françoise. Mariangela Mianiti