19 dicembre 2005
Graziano Antonio, di anni 58. Campano, gran lavoratore, incensurato, abitava a Quindici, in provincia di Napoli, e gestiva un supermercato nella vicina Nola
Graziano Antonio, di anni 58. Campano, gran lavoratore, incensurato, abitava a Quindici, in provincia di Napoli, e gestiva un supermercato nella vicina Nola. Per via del matrimonio della figlia, s’era imparentato con una omonima famiglia camorrista della zona, nota per una sanguinosa guerra col clan rivale dei Cava. Lui non se n’era mai preoccupato e girava tranquillo senza precauzioni né guardiaspalle. Come d’abitudine, venerdì scorso uscì di buon’ora e passò a prendere con la sua Alfa 156 il nipote Francesco, di anni 32, che lavorava assieme a lui. Ancora assonati, ebbero appena il tempo di vedere due tizi in moto che s’avvicinavano lungo la strada prima di avere il corpo bucherellato da colpi di pistola. L’Antonio restò spiaccicato sul sedile, il Francesco riverso a terra nel tentativo di scappare. Alle 7,15 di venerdì 11 giugno in via Roma, a San Paolo Belsito, Napoli. Mazzuccato Toni, di anni 58. Originario di Agna, provincia di Padova, pianista e compositore, separato dalla moglie, senza più contatti con le due figlie, da circa vent’anni aveva rinunciato alla sua carriera musicale per vivere da barbone. Una passione per le tradizioni, da bambino girava con la fisarmonica cantando in dialetto brani sulla storia della sua città. Aveva poi fondato un suo gruppo, una casa discografica, collaborato coi poeti Dino Durante e Bruno Capovilla, accompagnato musicisti come Anna Oxa, Riccardo Cocciante, Renato Zero e Gianni Morandi. Gli immigrati veneti in Argentina l’avevano tanto amato per quella sua canzone nostalgica intitolata ”Incontro”. Carattere insofferente e ribelle, lui non s’era mai abituato al mondo dello spettacolo e alle regole della società. D’un tratto era scomparso abbandonando tutto per la vita libera della strada. Giovedì scorso, a zonzo in cerca di un posto per dormire, tutto contento d’aver trovato un camper parcheggiato tentò subito d’occuparlo. Forse incontrò qualcuno che aveva avuto la sua stessa idea e cominciarono a litigare. Il Mazzuccato ebbe la meglio, ma entrò con la testa fracassata per esser bruciato subito dopo assieme al furgone. Nella notte di giovedì 10 giugno, zona Chiesa Nuova, vicino al centro di Padova.