19 dicembre 2005
APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 14 GIUGNO 2004
Il satanismo non esiste, però evade le tasse.
Diciamolo subito: il satanismo collettivo non esiste.
Spiegava in una vecchia intervista (1996) il musicologo Quirino Principe: «Finché salmodiano in gruppo sono solo ridicoli». [1]
Quirino Principe è uno dei tanti satanisti solitari.
Ciò che lo distingue è l’aggettivo, la solitudine in cui si svolge la sua attività lo rende innocuo agli altri o, meglio, incomunicante. Dice: «Così come non sopporto le cipolle non sopporto la preghiera, il culto, il fedele, l’intermediazione di una gerarchia. Detesto i monaci, le suore, tutto l’armamentario cristiano mi infastidisce. Nutro invece amori extraconiugali notturni». [1]
Come quella signora di Bologna.
Chi, quella che raccontò i frequenti amplessi col Demonio? «Quando ha un aspetto umano è altissimo e molto magro con una lunga tunica bianca, viso appuntito e quasi nero...». [2]
Chissà il marito ...
« un imbecille - spiegò la posseduta - Continua a sottopormi a perizie psichiatriche per dimostrare che sono pazza, ma gli psichiatri confermano invece che sono sana. All’inizio mi spaventavo. Adesso tutto fila liscio. Sono soddisfatta così». [2]
Principe parla di Satana come «estrema espressione del nulla».
E aggiunge: «Il mio è un rapporto conoscitivo. Non vendo l’anima al diavolo per avere potere. Inoltre distinguo tra diabolico, demonico e demoniaco. Io mi trovo sul crinale, vicino al demoniaco, ma ora non vorrei addentrarmi...». [1]
I satanismi, mi par di capire, sono quattro.
Quello occultista è fondato sulla Bibbia, ma invece che con Dio sceglie di stare con il Demonio. In quello razionalista Satana rappresenta un simbolo di ribellione, anticonformismo ed edonismo. C’è poi il satanismo acido, pretesto per sfogare perversioni con l’uso di droghe, fare orge violente. Infine il luciferismo, di ispirazione manichea, per cui Satana è uno dei due principi vitali dell’universo, necessario quanto Dio. In Italia vanno forte la prima e la terza versione. E bisogna sapere che il 75 per cento dei simpatizzanti di Satana ha tra i 17 e i 25 anni. [3]
Quanti sono gli italiani che credono all’esistenza di Belzebù?
Uno su due, più o meno. Un sondaggio Cirm del 1998 stimava un 44 per cento. Non dovrebbe essere cambiato molto. [2]
E nella Chiesa com’è la credenza nel diavolo?
Molto in ribasso, o almeno così dice Gabriele Amorth, l’esorcista più famoso del mondo: «Per rimediare alla pazzia della caccia alle streghe, che invece d’essere esorcizzate venivano bruciate, ha cancellato tutto, diavolo ed esorcismi. Il risultato è che intere regioni cattoliche non hanno più un solo esorcista: Spagna, Portogallo, Germania, Austria, Svizzera». [4]
A proposito: secondo alcuni il Diavolo abita a Ginevra.
Nel 1976 lo scrittore cattolico francese André Frossard scrisse 36 preuves de l’existence du diable. Spiega Maurizio Blondet: «La moda, allora, era per la ”demitizzazione”. I teologi à la page ripulivano dai ”miti” Gesù, figurarsi se non demitizzavano il diavolo. Così, Frossard fa scrivere al diavolo stesso certe lettere, in cui egli mostra - negli atti umani e nelle strutture della società - le prove della propria esistenza. Dice di abitare a Ginevra: ”Mi piace questa città dalle tempie grigie, il suo getto d’acqua che non battezza nessuno, il battito sotterraneo delle sue mandibole bancarie...”». [5]
In questi giorni si parla di una ”Cupola ” del satanismo.
per via di quella storiaccia del varesotto, quei teen ager riuniti nelle ”Belve di Satana” che, si scopre ora, nel 1998 avrebbero ucciso due fidanzatini loro amici e da allora non si sa quanta altra gente. Dicono che erano omicidi ordinati da qualcuno molto in alto. Ma gli investigatori sono convinti che «è fantascienza». [6]
Da dove spuntano i ragazzotti tatuati col ”666”?
Hanno da tempo la loro Bibbia, un libro di ”Hakim Bey” (l’antropologo americano Peter Lamborn Wilson) intitolato TAZ, Zone Temporaneamente Autonome. Vuol sentire l’atto di fede di questa nuova religione? «Tutte le leggi sono innaturali. Tutto appartiene alla sfera della moralità personale; anche l’assassinio». Insomma, l’ultima estrema Rivoluzione è quella che abbatte non più la società capitalista, ma la Ragione. [5]
Se una Cupola c’è, sta a Torino. O no?
Il terzo vertice del triangolo magico europeo, la città che anche Giovanni Paolo II definì «un enigma». [7] La storia, o la leggenda, di Torino città satanista, si consolidò già negli Anni Sessanta, quando qualcuno importò il modello della «Chiesa di Satana», fondata nel 1966 da Anton La Vey in California. Anna Maria Melli lo definisce un teorico del «satanismo razionalista. In essa Satana è piuttosto un simbolo della trasgressione e dell’esaltazione della ragione, come personaggio che rappresenta ”tutti i cosiddetti peccati, nella misura in cui portano alla gratificazione fisica, mentale, emozionale”». [8] Nel capoluogo piemontese hanno sede la Chiesa di Satana prima e seconda, ma le province di Genova e Trieste sono ben più calde. [9]
Nelle due ”Chiese” piemontesi domina il rito della messa nera.
una forma di culto a Satana che viene utilizzata come psicodramma colpendo l’adepto con emozioni violente per staccarlo dal suo passato religioso. I riti ricalcano forme liturgiche della Chiesa cattolica: il battesimo, la messa nera, il matrimonio, il funerale ecc. Ci sono pure le preghiere. Una inizia così: «In nomine Dei nostri Satana...». Il resto è un delirio di donne nude e bestemmie. [8]
A Torino di messe nere ne fanno parecchie.
Andrea Provera, padrone di un negozio di musica specialistica, ha raccontato a ”La Stampa” che qualche anno fa erano attivi adepti legati ai sacerdoti lefebvriani scomunicati. Venivano definiti i palladiani, avevano il culto delle vergini, reclutavano soprattutto extracomunitarie. Adesso c’è un incrocio tra la tradizione satanista e le culture africane: sacerdoti voodoo che evocano i morti in fabbriche e alberghi abbandonati. [10]
Insomma, il «terzo livello» esiste o no?
Don Antonio Contri, presidente del Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa che per conto dei vescovi italiani sorveglia costantemente le mosse delle sette religiose, dice di sì: «Adulti. Professionisti. Insospettabili. Li accomuna l’onnipotenza dei frustrati: sono piccoli uomini assetati di potere sui corpi e sulle menti di altri esseri umani». [11]
Decine di migliaia di adepti, si sente dire.
L’antropologa Cecilia Gatto Trocchi, quella che all’Università Roma Tre ha istituito un osservatorio sulla magia e il mondo dell’occulto, sostiene che «in Italia sono circa 500mila le persone coinvolte». [12] Happy Web l’anno scorso in una sua inchiesta su ”Demonio e Web” l’ha sparata grossa: 83mila satanisti, 130 organizzazioni criminali dedite all’occulto e 9 milioni di italiani coinvolti. In sostanza, ognuno di noi dovrebbe avere un agente diabolico in famiglia. [3]
C’è quel rapporto preparato nel febbraio del 1998 dal Cesis.
Riguarda Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia, fu fatto su commissione del ministero degli Interni, con gli anni è diventato un testo di riferimento, cento pagine fitte su 137 gruppi operanti nel nostro Paese, divisi in religiosi (76) e magici (61), con un totale di più di 82mila aderenti. Un numero impressionante a prima vista, ma non è così, se pensiamo che nel mazzo vengono censiti i seguaci di Scientology e i Testimoni di Geova, che quando si riuniscono riempiono uno stadio da calcio. [3]
Le sette satanico-luciferine sarebbero solo 9 con 200 adepti.
Una goccia nel mare. Ha scritto Enrico Bonerandi: «Sommando i casi di profanazione di cimiteri, messe nere, violenze sessuali e omicidi rituali scoperti negli ultimi anni in Italia, questi 200 adoratori della Bestia dovrebbero essere ubiqui e con un’energia veramente demoniaca». In realtà il Cesis registra solo i gruppi ufficiali, mentre gli sfugge la realtà sommersa di piccole consorterie slegate fra loro, che costituiscono l’ossatura del ”movimento”, in parte visibili - ma confuse tra migliaia di giovani che del satanismo seguono solo la moda esteriore - in occasione dei concerti di gruppi heavy metal. [3]
Massimo Introvigne, fondatore del Centro studi nuove religioni, dice che i satanisti sono «qualche migliaio».
La novità, secondo lui, è il proliferare di «gruppi spontanei, di tre, cinque, massimo dieci membri». Il cosiddetto satanismo fai-da-te, il più pericoloso: «Non hanno punti di riferimento sorvegliabili, ma si alimentano di musica scaricata via Internet, che inneggia a sacrifici umani, bimbi violentati, donne sventrate, che fa presa su personalità probabilmente già predisposte». [3]
Tutta colpa dei gruppi rock più estremi?
Come dice Introvigne, «generalizzare è sbagliato. Nella storia del rock ci sono stati molti gruppi che hanno ”giocato” con le allusioni sataniste: penso ai Black Sabbath o ai Rolling Stones di Sympathy for the Devil. Ai loro concerti sono andati centinaia di migliaia di giovani, eppure non sono diventati tutti adoratori del demonio. Viceversa, esistono piccole band di rock satanico che veicolano davvero messaggi demoniaci e nelle loro canzoni incitano a compiere ogni sorta di reato, dallo stupro alla pedofilia, dalla profanazione dei cimiteri all’omicidio rituale». [13]
L’heavy metal non è roba da collegi svizzeri.
Pensi che l’intelligence americana per torturare i talebani di Guantanamo gli faceva ascoltare a tutto volume i Metallica, celebre band del genere. E tuttavia resta arduo e pericoloso attribuire a un genere musicale la responsabilità di una follia assassina di satanisti del sabato: è come se si dicesse che la responsabilità degli incidenti stradali va tutta alle macchine e non ai guidatori. [14]
Un tempo era il blues la musica del diavolo.
Come ha spiegato Marinella Venegoni, nel rock, che del blues è nipote molto più astuto ed evoluto, le leggende sono fiorite fin dalla nascita. Tali leggende sono state lasciate crescere liberamente: davano fascino e appeal al mercato. I primi sospettati di far l’occhiolino al diavolo e al satanismo, con tutto il contorno dell’uso di droghe appropriate, furono i Beatles e soprattutto John Lennon, per quella sua famosa frase: «I Beatles sono più famosi di Gesù». [14]
Oggi c’è Marilyn Manson.
Fu un bambino difficile: la mamma prima di addormentarlo gli diceva che se non fosse stato bravo sarebbe arrivato il diavolo. Intorno alle fantasie dell’infanzia Manson ha costruito un’estetica e una fortuna: con l’album Antichrist Superstar e il relativo tour impressionò sia i più conservatori che i circoli di pensiero liberale. Ancora si discute se sia un minaccia che nutre il bisogno di ribellione delle menti giovanili più suggestionabili, o più semplicemente un clown troppo audace. [14]
Internet ha contribuito all’esplosione del fenomeno.
Quelli della Polizia postale hanno censito alcune centinaia di siti italiani dedicati al satanismo. Più che altro commerciano e spesso truffano usando Satana come pretesto. Vendono di tutto, dalle candele nere alle formule per evocare i demoni passando per i teschi e i paramenti per le messe nere. Praticoni e qualche truffatore. Ci sono ditte di abbigliamento che stavano per fallire e che sono rifiorite solo perché hanno riempito le magliette di simboli satanici. [15]
Vuol dire che il satanismo è soprattutto un business?
A Torino, il 13 dicembre del 2001, i carabinieri avviarono un’inchiesta per risalire agli autori di tre furti di ostie, in tre parrocchie di Pinerolo. Si accertò che i fan di Satana erano pronti a pagare per ogni frammento, ottimo da calpestare durante le messe nere, anche 75 euro. [8] Un kit completo da occultista, spada rituale, cappuccio, mantello, anti-bibbia in pelle nera e statuina di vergine nuda, su Internet si compra con un centinaio di euro. I trucchi da teatro costano poco. La droga invece costa molto. E in quei sabba corre a fiumi. [11] Comunque, ”Il Messaggero” ha fatto un elenco dei reati legati al satanismo. Sa qual è la prima voce dell’elenco? [16]
Maltrattamenti agli animali? Pedofilia? Violenza sessuale?
Evasione fiscale. [14]