Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  dicembre 19 Lunedì calendario

Maurizio Albarelli, 64 anni, industriale del vetro, colpita la moglie a bottigliate in testa e poi strangolatala, è corso alla stazione e s’è buttato sotto il treno

Maurizio Albarelli, 64 anni, industriale del vetro, colpita la moglie a bottigliate in testa e poi strangolatala, è corso alla stazione e s’è buttato sotto il treno. Ma il macchinista ha frenato in tempo. Ha poi attraversato la strada, tentando di farsi metter sotto da un camion. Ma lui stesso, prima dell’impatto, non ha resistito ed è schizzato via. S’è poi gettato a mare, ma senza riuscire ad andar sotto. Infine, raggiunto il terrazzo sul parcheggio del Tronchetto (quarto piano), è stato lungamente a guardar giù, senza trovare il coraggio di saltare. Ha perciò chiamato il 118. Ai poliziotti, che avevano già trovato la moglie cadavere riversa sul pavimento in un mare di pezzi di vetro, ha raccontato d’esser fallito e di aver tentato di recuperare vendendo per due miliardi di lire l’impresa e una casa a Miami, comprata vent’anni fa insieme a questa donna ora morta e nella quale i due, un tempo amanti appassionati e ora pieni di fiele, avevano tante volte svernato. Disse che la moglie era danese e si chiamava Eline Nilsen, di anni 64 anche lei. Discutendo del fallimento e del modo di risolverlo, gli aveva detto: ”Fallito”. I vicini descrissero l’assassino come un iracondo e accettarono di prendersi cura del cane. Venezia, mercoledì 7 dicembre, in un appartamento del centro storico. Mattina.