Fonti varie, 12 dicembre 2005
Anno II - Novantasettesima settimanaDal 28 novembre al 12 dicembre 2005Val di Susa. Dopo una settimana di tensioni in Val di Susa, con scontri, cariche della polizia e qualche decina di feriti non gravi, la pace potrebbe tornare grazie a un accordo raggiunto sabato 10 dicembre a palazzo Chigi: da una parte Fini, Letta e quattro ministri, dall’altra i sindaci del posto e i rappresentanti delle comunità montane
Anno II - Novantasettesima settimana
Dal 28 novembre al 12 dicembre 2005
Val di Susa. Dopo una settimana di tensioni in Val di Susa, con scontri, cariche della polizia e qualche decina di feriti non gravi, la pace potrebbe tornare grazie a un accordo raggiunto sabato 10 dicembre a palazzo Chigi: da una parte Fini, Letta e quattro ministri, dall’altra i sindaci del posto e i rappresentanti delle comunità montane. Senonché, tornati in Piemonte, i sindaci si sono visti contestare dagli estremisti di questo movimento No Tav, i quali - mentre scriviamo - minacciano anche una manifestazione a Torino che si teme pericolosa (il sindaco Chiamparino, contrarissimo, fa capire che potrebbe proibirla). La sostanza dell’accordo - lodato sia da destra che da sinistra - è che i lavori di scavo del tunnel di Venaus si interrompono e che intanto sarà avviata una ”valutazione di impatto ambientale” per la galleria. Tutti assicurano che il cantiere entrerà in funzione a maggio, eventualità a cui è non si sa se dare davvero credito. Rispetto al futuro remoto dell’Alta Velocità (che riguarda i traffici successivi al 2018 e le generazioni a venire), ci sono infatti le urgenze dell’anno 2006: le Olimpiadi della neve a febbraio, che il capo-global Agnoletto aveva già proposto di abolire e che, fallendo, porterebbero un discredito planetario al governo attuale, e le elezioni politiche di primavera, che spingono Berlusconi e i suoi alleati a tener tutti buoni. L’insieme della vicenda non è incoraggiante, se si pensa che tutta la classe politica sia di destra che di sinistra era ed è convinta che l’Alta Velocità si debba fare e che tutta la classe politica sia di destra che di sinistra ha però precipitosamente frenato davanti alle manifestazioni. Persino i verdi francesi avevano spiegato ad ambientalisti e globalisti nostrani che sulla Val di Susa avevano torto.
Ciampi 1. La sospensione dei lavori in Val di Susa non ha tenuto conto neanche delle dichiarazioni di Ciampi, rese al Quirinale il 30 novembre, in cui il presidente aveva spiegato di nuovo la faccenda del corridoio 5, che se realizzato metterà l’Italia al centro del traffico europeo (il corridoio che ci esclude e che non vorremmo veder realizzato è invece il numero 8 che passa al nord delle Alpi). ”Salvaguardare le nostre montagne - ha detto Ciampi - non significa certo isolamento. Non possiamo permetterci di essere tagliati fuori dalle grandi reti europee”.
Ciampi 2. Ciampi ha fatto parecchie altre dichiarazioni, antipasto del discorso che terrà la sera del 31 dicembre, ultimo del suo settennato. A Cremona, il 6 dicembre, ha messo sotto accusa la ”tv irresponsabile” e i modelli sballati che diffonde. ”Mi riferisco a coloro di cui i mass media amplificano ed esaltano ogni azione e che talvolta ci appaiono inconsapevoli delle loro responsabilità quali modelli per la formazione dei giovani”. Sono temi a cui è molto sensibile anche la signora Franca (che inventò anni fa l’espressione ”tv deficiente”). Infine, mercoledì 7 dicembre, il presidente è andato a Lodi, dove hanno continuato a dargli il tormento sulla rielezione. A domanda precisa, allora, Ciampi ha risposto: ”A maggio, scaduto il mandato, tornerò a fare il nonno o forse il bisnonno”. Poi, trovandosi a Lodi - la cui banca in questo momento è al centro di uno scandalo che si annuncia gigantesco (vedi più avanti) - il presidente ha fatto un discorso difficile su etica e affari: ”Non dimentichiamo mai che oltre che al rispetto della legge, gli affari non sono al di là dell’etica. Il mondo delle imprese ha regole deontologiche da rispettare, gli imprenditori dell’economia reale e finanziaria hanno responsabilità verso la società”. La sera stessa Ciampi è stato acclamato alla Scala, dove gli sono stati fatti gli auguri per il suo compleanno (85 anni lo scorso 9 dicembre, celebrati con un caciucco).
Papa. Domenica il Papa se l’è presa con la smania consumistica che ci prende tutti a Natale, festa invece religiosa. Ha invitato alla sobrietà e alla riflessione sugli eventi che il 25 dicembre ricorda. Ha esaltato la forza rappresentativa del Presepe, implicitamente contrapponendolo alla dimensione commerciale dell’Albero (che ha origine pagana).
Consorte. Il presidente della Unipol, Giovanni Consorte, è indagato dalla magistratura. Aveva uno o più conti - a suo nome e anche non a suo nome - presso la Banca Popolare Italiana (Bpi, già Lodi) e su questi conti risulterebbero realizzate molte operazioni finanziarie (compravendite di azioni, ecc.), tutte senza eccezione in utile e con guadagni consistenti per Consorte o per persone o società rappresentate da Consorte. Questo almeno emergerebbe dalle indagini della magistratura su Fiorani e la sua attività, stando a quanto raccontano i giornali. Stessa cosa per i parlamentari Tarolli e Grillo, che hanno sempre difeso a spada tratta Fazio: conti presso la Bpi, guadagni e mai un’operazione sbagliata. Diciamo tutto questo con la massima prudenza e con tutti i condizionali possibili, perché - tirando una linea dritta nella direzione indicata da queste indiscrezioni - emerge uno scandalo più grosso di quello Parmalat. Il patron della Lodi (ora Bpi) Fiorani, come si ricorderà, voleva scalare la Banca Antonveneta in concorrenza con gli olandesi della Abn Amro e aveva dalla sua, in modo esagerato, il governatore Fazio. Consorte invece, con la sua Unipol, è pronto a lanciare un’Opa su Bnl, sottratta agli spagnoli del Bilbao, e pareva in modo definitivo. Ma adesso non si sa più se ci sono le condizioni - anche giuridico-morali - per l’Opa Unipol e si sa che gli spagnoli, in un primo tempo rassegnati, sono tornati in campo, hanno ufficialmente chiesto al governatore Fazio di bloccare Consorte - per le sue troppe alleanze occulte svelate di giorno in giorno dai magistrati - e stanno ingaggiando gli avvocati italiani che hanno già aiutato gli olandesi a vincere la loro partita su Antonveneta. La scalata di Unipol a Bnl sarebbe un’operazione concepita e sviluppata sotto la protezione politica dei diessini e all’insapuita della Margherita, che infatti era ed è furibonda (è di area Margherita l’attuale presidente di Bnl, Luigi Abete, filo-spagnolo). Ma, dentro i Ds, il vero padrino politico dell’operazione è D’Alema, col quale Fassino, che in estate si espose molto quando si scoprì che Consorte gli telefonava, è parecchio irritato. La spaccatura dei Ds si vede con chiarezza guardando il comportamento dei diessini del Monte dei Paschi: pronti a lasciare solo Consorte vendendogli la loro partecipazione in Bnl oppure partecipi dell’Opa spagnola, se il Bilabo tornasse in campo, e addirittura pronti in questo secondo caso a mettere alla presidenza di Bnl un loro uomo. Ricordiamo infine che questo formidabile viluppo politico-finanziario trovava il suo significato più autentico nel tentativo di scalata di Ricucci al Corriere della Sera, ormai abortito per sempre.
Billè. Sergio Billè, capo dei commercianti italiani, ha ricevuto un avviso di garanzia. La faccenda è quella dell’immobile di via Lima a Roma, posseduto all’inizio dalla Banca popolare di Lodi, poi comprato da Ricucci, quindi rivenduto dopo poche settimane da Ricucci a Billè per un prezzo quintuplicato. Billè - nonostante questo - aveva giudicato l’affare così straordinario da versare sull’unghia a Ricucci 39 milioni di euro di anticipo, tratti dal fondo personale che la Confcommercio destina al suo presidente. Con quei soldi Ricucci comprò azioni Rcs (che anche Billè comprava). I magistrati accusano il presidente di Confcommercio di appropriazione indebita.
Iraq. Nelle ultime due settimane, i terroristi iracheni hanno rapito sette persone. Lo scorso 8 dicembre, hanno annunciato l’assassinio di uno dei sette, l’americano Ronald Schulz. Come al solito, è stato diffuso un video su Internet. Tra i sequestrati c’è anche una donna, la tedesca Susanne Osthoff, archeologa che lavora da molti anni in quel paese, a tal punto innamorata del Medio Oriente da essersi fatta islamica.
Iran. Il presidente iraniano Ahmadinejad, che due mesi fa aveva auspicato la cancellazione di Israele dalle carte geografiche, ha pronunciato, durante una conferenza stampa, le seguenti parole: ”Austria e Germania, che hanno tanti rimorsi per l’Olocausto, offrano due o tre delle loro province per accogliere il tumore che porta il nome di Israele”.
Scala. Nonostante dodici minuti di applausi, i critici si sono mostrati poco convinti dell’Idomeneo di Mozart diretto da Daniel Harding, l’opera con cui la Scala ha aperto la stagione (e il dopo Muti). Il giovanissimo direttore Harding, 30 anni, è stato generalmente lodato anche se con più di una riserva, idem i giovani cantanti, ma lo spettacolo nel suo complesso ha raccolto di rado la sufficienza e la messa in scena è stata giudicata ”sciatta” ”con errori” e addirittura (Paolo Isotta sul Corriere) ”al di sotto di qualsiasi giudizio”. Molto perplessa anche la stampa estera, che aveva parecchi inviati in sala. Durissimo il giudizio di Le Monde (’noia sinistra”). Due giorni dopo, invece, successo al calor bianco per Muti, che alla Staatsoper di Vienna ha diretto i Wiener ne Le nozze di Figaro.
Mondiali. Ai mondiali di calcio in Germania, il prossimo giugno, l’Italia giocherà il primo turno nel girone E, affrontando Ghana, Usa e Repubblica Ceca. Nel girone vicino al nostro - F - c’è il Brasile. Se le due squadre non arriveranno nella stessa posizione (tutt’e due prime o tutt’e due seconde), dovranno giocarsela già negli ottavi.