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 2005  dicembre 16 Venerdì calendario

Mueck Ron

• Nato a Melbourne (Australia) nel 1958. Artista. «[...] Le figure di Mueck sono molto più grandi o molto più piccole della realtà, a volte vi è una lieve alterazione delle proporzioni, ma tutte hanno un grado di verosimiglianza che ha qualcosa di atroce. [...] un uomo nudo, capelli arruffati e barba ispida, di quel pallore senza sconti che hanno certi ritratti di Lucian Freud. Siede malvolentieri su una sedia, come se soffrisse, le braccia tese, le mani strette ai bordi del sedile, i piedi impuntati, come pronto a scappare da qualcosa che lo minacci. Ogni rossore della pelle, ogni vena azzurrina, ogni pelo, ogni neo, ogni ruga dei gomiti sono riprodotti con crudele precisione. Gli sguardi del pubblico fanno su e giù furtivi dagli occhi scuri al ventre pallido, al pene, alle cosce. I pezzi di Mueck sconcertano e non si sa perché. La sua tecnica è particolare. Ciò che si vede, la figura umana, è in fibra di vetro e in silicone. Ma il procedimento è laborioso. Tutto nasce da grandi disegni in grandezza naturale che danno origine a una forma madre in argilla. Su questa forma Mueck e i suoi assistenti applicano uno strato di gommalacca, poi un guscio in silicone che riproduce ogni particolare della pelle. Il guscio viene poi consolidato in fibra di vetro, la testa, gli arti ulteriormente preparati in silicone dove i peli e i capelli sono impiantati uno per uno. Una vera pazzia. La colorazione finale riproduce ogni imperfezione, livido, macchia, arrossamento. Maniacali i dettagli anche nelle figure in miniatura [...] dal 1996 [...] si dedica esclusivamente all’arte. Lui nasce artigiano. Costruiva pupazzi e marionette per l’animazione tv nelle produzioni per bambini. Trasferitosi a Londra, ha creato per alcuni anni i modelli delle celebri serie Sesame Street e Muppet Show. Poi ha fondato un laboratorio di produzione di manichini per la pubblicità, ed è così, nei primi anni Novanta, che ha sperimentato la fibra di vetro. Il suo scopritore nel mercato dell’arte è il collezionista Charles Saatchi. [...]» (Enrico Arosio, ”L’espresso” 22/12/2005).