16 dicembre 2005
P. Marco, di anni 40. Affezionato consumatore d’eroina e droghe di vario genere, frequentava da tempo il centro di recupero per tossicodipendenti di via dei Frentani, a Roma
P. Marco, di anni 40. Affezionato consumatore d’eroina e droghe di vario genere, frequentava da tempo il centro di recupero per tossicodipendenti di via dei Frentani, a Roma. Due tentativi falliti di smettere entrando in comunità, intorno alle 13 di domenica 9 maggio ritirò dall’infermiera di turno la dose giornaliera di metadone, ma non si sentiva affatto bene e volle chiederne altro. Provò con la scusa che la bottiglietta s’era rotta, s’infuriò e minacciò di dar fuoco a tutto. Quando il medico si convinse a dargliene un’altra piccola quantità, si sentì provocato e gli lanciò in faccia liquido e bicchierino di plastica. Poi raggiunse le scale, si slacciò la cinta dei pantaloni, se la fece passare intorno al collo fermando l’altra estremità alla maniglia di una porta e si lasciò penzolare nel vuoto. Nel quartiere San Lorenzo, Roma. Un ragazzo, di anni 19. Aveva interrotto gli studi per lavorare nell’impresa edile del padre a Rosignano Solvay, Padova. Non troppo convinto della sua scelta, da qualche tempo era depresso. Lunedì scorso uscì di casa verso mezzanotte e non trovò di meglio da fare che impiccarsi a un albero della piazza centrale (la corda trovata nel cassone di un camion parcheggiato vicino all’ufficio postale). Casualità Una neonata, di un mese e mezzo. Viveva a Cascia, Perugia, col fratellino di anni 5, papà operaio quarantenne e un’abbondante mamma ventisettenne. All’alba di martedì 27 aprile, beatamente addormentata nel lettone in mezzo ai genitori dopo aver succhiato il latte della madre, si ritrovò schiacciata sotto il di lei corpo e smise di respirare.