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 2005  dicembre 15 Giovedì calendario

TANAKA Atsuko Osaka (Giappone) 10 febbraio 1932, Nara (Giappone) 3 dicembre 2005. Artista • «[

TANAKA Atsuko Osaka (Giappone) 10 febbraio 1932, Nara (Giappone) 3 dicembre 2005. Artista • «[...] fra le fondatrici del gruppo Gutai che ebbe nel paese del Sol Levante lo stesso impatto di Fluxus [...] Fra i suoi happening più celebri, quello del 1956, quando si coprì con un abito di lampadine elettriche accese e se ne andò in giro. Nata nel 1932 a Osaka, giovanissima collaborò con il gruppo Zero. A poco più di vent’anni è tra i nomi di spicco del movimento Gutai, dove si sperimentava l’arte informale e astratta - che in Giappone traeva origine da una rivisitazione della calligrafia - e si dava l’avvio a una serie di azioni spiazzanti per il pubblico di allora. Pittrice figurativa ai suoi esordi, Tanaka cominciò a lavorare intorno ai numeri in successione e ai collage geometrici dopo un suo ricovero in ospedale nel 1953: scioccata dalla ripetitività della vita quotidiana in quel luogo, deviò verso l’astrattismo, proponendo un suo ritmo cadenzato e interiore. Presto, si appassionò ai globi di luce e alle ”visioni” elettriche. Alla prima esposizione del gruppo Gutai Tanaka presentò un’installazione interattiva costituita da venti campanelli elettronici collegati fra loro da 40 metri di corda che correvano lungo il perimetro della galleria. ”Please - suggeriva l’artista ai visitatori - sentitevi liberi di premere il bottone”, e subito dopo si attivava il meccanismo. Quando tutti i campanelli suonavano, quella cacofonia trasmetteva un disorientamento e un sentimento di pericolo imminente. Atsuko Tanaka non disdegnò di utilizzare il suo corpo come opera: lo considerò una composizione variabile, nelle forme e nei colori, aiutandosi con creativi abiti dal sapore dadaista. Il tentativo di metabolizzare la tecnologia e l’industrializzazione del suo paese era il tema sotteso a gran parte della sue performance, nelle quali Atsuko amava nascondere la sua identità fra lampadine che si accendevano e spegnevano, trasformando il suo body in un pupazzo da Luna Park. L’estetica della vita urbana era entrata nell’arte giapponese. Con Electric Dress rappresentò anche l’annichilimento individuale del dopo-guerra e del post Hiroshima e Nagasaki. ”Quando ebbi finito - raccontò lei stessa - mi sentii a disagio con tutte quelle connessioni elettriche... Poco prima, Sannomiya aveva detto: ”Sto accendendo’... E a me era venuto da pensare che è così che devono sentirsi i condannati”. Il gruppo Gutai si sciolse nel 1972, alla morte del suo leader Yoshihara Jirou. Da allora, Tanaka ha sempre lavorato nel suo atelier di Asuka, nella prefettura di Nara. Numerosi e importanti musei occidentali si sono interessati, negli anni, alle sue opere (Los Angeles, New York, Parigi,Berlino, Londra, Madrid, Bruxelles, Francoforte, Monaco, Edimburgo). La sua arte è stata presentata in molte mostre personali, da Tokyo a New York, da Osaka a Los Angeles, da Londra a Berlino, passando anche per Torino e Milano» (Arianna Di Genova, ”il manifesto” 14/12/2005).