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 2005  dicembre 08 Giovedì calendario

Caccia al voto ai fornelli: D’Alema fa risotti, Tremonti la pasta. Corriere della Sera 08/12/2005

Caccia al voto ai fornelli: D’Alema fa risotti, Tremonti la pasta. Corriere della Sera 08/12/2005. Roma. Non hanno fame solo di voti. Mangiano anche altro. E mangiano bene. Il ministro Gianni Alemanno ieri non l’ha detto: ma è goloso di caciocavallo podolico. Quanto a Fassino, pure lui ha le sue passioni: mortificate, però, da una partecipazione al programma televisivo C’è posta per te, dove la conduttrice Maria De Filippi gli fece trovare la sua anziana tata. Che raccontò: «Fassino è in grado di fare follie per patatine fritte e pasta con l’estratto di pomodoro». Il giorno dopo nessuno osò fare paragoni con l’uscita (ormai storia della tv) di Massimo D’Alema nel salotto politico di Porta a porta. Era l’ottobre del 1997, e l’allora segretario diessino, che si rivolgeva al cuoco Gianfranco Vissani chiamandolo «maestro», cucinò addirittura un risotto. Dissero che era squisito. Anzi, di più: sublime. L’unico a bacchettare impietoso fu l’esperto Beppe Bigazzi, ospite fisso di Antonella Clerici nella Prova del cuoco: «D’Alema ha cucinato su un teflon. Così, o il risotto si brucia, o si scuoce». Allora meglio Achille Occhetto. Il senatore confessa senza indugi: «Per preparare il cous cous alla trapanese cucino tutto il pomeriggio e mi ci vogliono cinque fornelli diversi. Per ceci, verdure, semola, brodo e pesce». Non si capisce se questo sfoggio di abilità culinarie serva, davvero, a conquistare consensi. Di certo, il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, raccontando al Messaggero che lui «il risotto con le verdure» lo prepara «usando la pentola a pressione», pensò anche alle migliaia di casalinghe indaffarate che l’orribile pentola capace di cuocere in pochi secondi, l’usano tutti i giorni. Perché non hanno tempo: quando invece Ottaviano Del Turco cucina il risotto ai formaggi, sceglie «personalmente» solo gruyère francese e non dimentica «le erbe provenzali». Naturalmente, i politici non cucinano solo risotti. Enzo Bianco, quand’era ministro dell’Interno, in occasione della Giornata mondiale della pasta, si esibì con spaghetti aglio, pomodoro e basilico, subito divorati dalla scorta. Si vantò: «Sono il più bravo». Non raccontatelo al ministro Giulio Tremonti. Due settimane fa, ha trovato il tempo per finire sui giornali a polemizzare con il leghista Calderoli, con il quale s’era sfidato a cucinare un primo piatto usando gli stessi ingredienti: pomodoro, pancetta e panna. Lasciamo stare l’idea – rischiosa – di usare insieme panna e pancetta. Diamo atto a Bossi di aver evitato intrugli, quella sera del 1995, quando per una cena poi memorabile (vi si organizzò il famoso ribaltone), accolse D’Alema e Buttiglione «con scatole di sardine e burro». Leggenda. Come le mozzarelle di Mastella, come la Nutella di Veltroni. Come quelli che si fecero fotografare ai fornelli dal settimanale Gente: Casini (tortellini), Bertinotti (cotoletta alla milanese). Niente, però, in confronto a Maroni, Tremonti e Alemanno che, in pieno panico da aviaria, a Cernobbio, mangiano petti di pollo. Con le mani. Fabrizio Roncone