14 dicembre 2005
Tags : Chris. Paul
Paul Chris
• Nato a Winston-Salem (Stati Uniti) il 6 maggio 1985. Giocatore di basket. «Quando Allen Iverson ti racconta i segreti di come subire fallo e guadagnarti un paio di tiri liberi, vuol dire che sei arrivato. Anche se il tuo viaggio è appena iniziato. Chris Paul è uno scricciolo, proprio come The Answer. Ti fa tenerezza perché hai sempre l’impressione che si debba spezzare in due da un momento all’altro, scontrandosi con colossi di trenta centimetri e cinquanta chili più grandi e grossi di lui. [...] uscito da Wake Forest, la stessa università di Tim Duncan [...] Chi lo ha visto al college fare cose che ti lasciavano a bocca spalancata partita dopo partita, accoppiando il talento superiore a un cuore e una educazione che troppo spesso non si sposano con la rabbia agonistica che si sprigiona sul campo, già sapeva. Eppure i dubbi erano molti: è troppo piccolo, leggero, non potrà mai fare il playmaker nella Nba con quel fisico, non ha tiro da fuori, durerà poco. I New Orleans Hornets l’hanno scelto con la chiamata numero 4 nel draft 2005. [...] ragazzo di buona famiglia del North Carolina (è cresciuto a pochi passi dall’arena dove giocano i Deamon Deacons diWake Forest) [...] nel suo ultimo anno di liceo [...] realizzò 61 punti in una partita, tanti quanti gli anni del nonno paterno, assassinato qualche giorno prima da cinque teenager che tentavano di rapinarlo. Quando andò in lunetta con la possibilità di incrementare il suo bottino e probabilmente battere anche il record statale, lanciò il pallone sul tabellone e scappò in panchina, scoppiando in lacrime. Sessantuno, non uno di più. ”Cerco di prendere il meglio di tanti giocatori. Penetrare come Steve Nash, passare come Jason Kidd, trattare la palla come Allen Iverson. Ricordatevi la parola chiave: cerco! Riuscirci poi è un’altra cosa...”. Modesto, mai sopra lerighe. Anche quando è proprio gente come Iverson a mettergli un braccio sulle spalle e a complimentarsi con lui. [...] Il segreto di Paul, oltre al dono dicui madrenatura lo ha dotato, è la voglia matta di vincere che lo porta a spingersi oltre ogni limite, sia che stia giocando a Monopoli con sua madre o che stia penetrando nell’area colorata trovandosi davanti Shaq. ”E’ la mia natura, non ci sto a perdere, mai”. Parole che ricordano un giocatore di qualche anno fa, che qualcosina con la palla a spicchi sapeva fare... ”Chi non vuole essere come Jordan? – racconta Paul ”. L’ho incontrato un paio di volte. Ho pure giocato nel suo torneo di golf, ma sono decisamente più bravo con la playstation che sul green...”. [...]» (Massimo Oriani, ”La Gazzetta dello Sport” 14/12/2005).