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 2005  dicembre 13 Martedì calendario

San Marco licenzia 33 dipendenti e li sostituisce con operai romeni. Il Secolo XIX 13/12/2005. La Spezia

San Marco licenzia 33 dipendenti e li sostituisce con operai romeni. Il Secolo XIX 13/12/2005. La Spezia. Per il sindacato è un ”colpo di mano ” inaccetta-bile. Per i titolari dell’azienda, i fratelli italo-venezuelani Calderan, l’applicazione di un accordo per l’assunzione di figure professionali indispensabili. E così all’alba di ieri mattina, davanti ai cantieri San Marco della Spezia, si è sfiorato lo scontro fisico. Da una parte c’erano i dipendenti che occupano le officine da alcuni giorni e respingono i 33 licenziamenti decisi dalla direzione;dall’altra sessanta operai romeni che i Calderan vorrebbero assumere per l’allestimento dei rimorchiatori. Mano d’opera specializzata a buon mercato che ha messo in allarme il mondo sindacale e politico della città. E’ la prima volta infatti che La Spezia è chiamata a misurarsi con uno dei fenomeni tipici della globalizzazione. In passato era accaduto che arrivassero nei cantieri spezzini saldatori specializzati dalla Croazia, ma si trattava di figure professionali introvabili sul mercato locale e il loro reclutamento non provocò reazioni. Questa volta, invece, i lavoratori romeni sono stati ingaggiati per sostituire quelli spezzini. I Calderan li hanno fatti venire da fuori e convogliati in una pensione cittadina. E ieri, alle 9, 30, sono arrivati in viale San Bartolomeo, dove si trova il cantiere San Marco, a bordo di due pullman. Davanti alla portineria hanno trovato schierata una folta guarnigione di operai e sindacalisti. Non c’erano soltanto i dipendenti del San Marco, ma anche una robusta rappresentanza dell’Oto Melara, di Termomeccanica, della San Giorgio, della Navalmare e di altre aziende cittadine. Si è sfiorato lo scontro quando l’amministratore delegato, Davide Calderan, che stava entrando per recarsi nel suo ufficio, ha avuto un ”maschio ” fac-cia a faccia con un dipendente. Sindacalisti e altri alvoratori presenti sono immediatamente intervenuti per impedire che la situazione precipitasse. Sono stati richiamati sul posto gli uomini della Digos mentre il lavoratore che ha ”affrontato ” Calderan si è rivolto al pronto soccorso, lamentando conseguenze fisiche. Ieri comunque, dopo momenti di grande tensione, gli operai romeni non sono entrati in fabbrica:sono arrivati, qualche tempo dopo sono risaliti sui pullman e se ne sono andati. Torneranno però questa mattina e si ripeterà la sfida. Che propone scenari e problematiche nuove per le organizzazioni sindacali, le quali accusano i proprietari Calderan di «provocazione » e di «irresponsabilità ». Ma i due fratelli Davide e Gabriele tengono duro e non retrocedono di un solo centimetro. «Trentatrè licenziamenti erano e trentatrè licenziamenti restano. I termini della procedura di mobilità sono scaduti e non c’ è modo di trattare » hanno ribadito ieri pomeriggio. I proprietari del San Marco sostengono che le figure professionali comprese nei trentatrè licenziamenti (guardiani, segretarie amministrative, marinai, mansioni indirette)non servono all’azienda e il can can che fa il sindacato è mera strumentalizzazione. «A noi necessitano carpentieri, saldatori meccanici, disegnatori, non infermieri e guardiani – continuano a ripetere i Calderan – Se domani si presentassero dieci saldatori preparati, li assumeremmo subito ». Ma il sindacato non è disposto a subìre l’attacco ai posti di lavoro e prepara le sue barricate. Oggi in viale San Bartolomeo si replica. Amerigo Lualdi