14 dicembre 2005
Massariello Andrea, di anni 50. Pugliese, separato, un passato da balordo e una malattia che quattro anni fa l’obbligò alla carrozzella mentre scontava 11 anni nel carcere Opera di Milano, per aver violentato la figlia non ancora diciottenne
Massariello Andrea, di anni 50. Pugliese, separato, un passato da balordo e una malattia che quattro anni fa l’obbligò alla carrozzella mentre scontava 11 anni nel carcere Opera di Milano, per aver violentato la figlia non ancora diciottenne. Tormentato dai dolori, in lotta coi dottori che gli propinavano pillole invece della morfina, la mattina di mercoledi 24 marzo fissò la cintura dell’accappatoio alle sbarre della cella, l’altra estremità al collo e s’impiccò lanciandosi dalla sedia a rotelle. casualità Coriza Eros, di anni 21. Romano, tranquillo, educato, solitario ma simpatico, una facilità alla battuta che tanto piaceva alle ragazze. Viveva con la famiglia in un appartamento del Laurentino 38, periferia di Roma: il papà Riccardo, operaio in un’azienda elettrica di Pomezia, la madre Anna, casalinga, il fratello diciassettenne Roberto, studente. Appassionato di computer, aveva smesso di studiare qualche anno fa, poi s’era deciso a tornare sui banchi per prendersi ”un pezzo di carta”. Martedì scorso, assieme ai compagni dell’Istituto tecnico-professionale Cattaneo, salì su un pullmann per la prima gita dell’anno. Tutti felici a giocare e canticchiare, pensarono a un scherzo dell’autista quando all’improviso l’autobus si ritrovò su un fianco per schiantarsi contro il parapetto. Il Coriza fu ritrovato schiacciato tra i sedili e l’asfalto, quaderni e zainetti sparpagliati tutt’intorno tra i vetri. Poco dopo le 9 di martedì 30 marzo, al chilometro 44 della via Pontina, fra Roma e Nettuno.