La Repubblica 13/12/2005, pag.46-47 Alberto Arbasino, 13 dicembre 2005
I bei volti e le mezze calze. La Repubblica 13/12/2005. Jean Cocteau. Agitatissimo in accappatoio bianco, nel suo appartamentino piccolissimo pieno di visitatori fremebondi seduti fin sul cesso, al Palais Royal
I bei volti e le mezze calze. La Repubblica 13/12/2005. Jean Cocteau. Agitatissimo in accappatoio bianco, nel suo appartamentino piccolissimo pieno di visitatori fremebondi seduti fin sul cesso, al Palais Royal. "Mi nominano dottore honoris causa a Oxford, e avrò veste gialla e cappellino nero, starò benissimo! Tous les mauvais chemins mènent à Oxford!". Là poi iniziò la sua lectio magistralis (cose non certo abituali, allora), dicendo proprio: "Che strana epoca, la nostra, piena di artisti sconosciuti ma notissimi perché il Minotauro della radio esige ogni anno il suo pasto di giovani da divorare, mentre gli artisti celebri sono ignoti perché le innumerevoli glorie effimere falsano le scale dei valori e inghiottono le teste che emergono"... E l´Oratore Pubblico, nella Laudatio, dopo aver celebrato il Boeuf sur le toit come Bovem in tegulis: "Quid enim Orpheo, quid Parentibus illis Abominandis, quid Prole Abominanda mirabilis?"... E noi, che eravamo rimasti ai leggendari Parenti terribili con regia di Visconti... Buffi ricordi? Quando nei tardi anni Cinquanta si portò a Venezia L´Aquila a due teste, c´era una spettacolare caduta per le scalee di Jean Marais fulminato al cospetto di Edwige Feuillère. Si accorse alla versione italiana per vedere come sarebbe cascato anche Vittorio Gassman, col suo training sportivo. Già celebrato da giovanissimo, quando nella Nemica di Niccodemi (indimenticabile, all´Olimpia milanese) avanzava come un attaccante, ma a quattro zampe, urlando "babba! babba!", contro Alda Borelli che seduta su un divano e per impedirgli di rovesciarlo all´indietro con lei dentro faceva tutte le finte (vecchia scuola!) dei portieri a San Siro, fra il giubilo degli svergognati fans. Invece - sorpresa! sorpresa! - giù dalla scalea cascava la signorile Evi Maltagliati, e benissimo, nel magico ruolo (allora impopolare) dell´imperatrice Sissi. Ora, nella cara villa-museo del rimpianto "Gino" Magnani, fra i Goya e Rubens e Dürer e Morandi e il pianino di Beethoven, presso Parma e Reggio, ecco gli spiritosi e maligni disegni fatti allora da Cocteau al Lido, fra i celebri capanni ormai compianti perfino tra i low cost e i fast food. Frotte di Vendramine e Brandoline e Giustiniane e Rezzoniche, in un vol-au-vent di "culaggini" ormai storiche, con chiome e chiappe più cubiste che in Picasso. Peccato che non abbia notato anche i nostri carissimi amici critici: Pietrino Bianchi col monocolo, Sandro De Feo ed Ercolino Patti con arguzie e costumini di via Veneto, Carlo Bo galleggiante in un camicione candido che si gonfiava nell´acqua... Durante i Festival erano sempre lì. Alberto Arbasino