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 2005  dicembre 13 Martedì calendario

I bei volti e le mezze calze. La Repubblica 13/12/2005. Camillo e Anna Casati. Quando si incontravano, tra Piazza di Spagna e i lustrascarpe di Via Condotti, lei piccolina e brunetta alzava caratteristicamente il mento grazioso, mentre lui annuiva rossiccio e stempiato

I bei volti e le mezze calze. La Repubblica 13/12/2005. Camillo e Anna Casati. Quando si incontravano, tra Piazza di Spagna e i lustrascarpe di Via Condotti, lei piccolina e brunetta alzava caratteristicamente il mento grazioso, mentre lui annuiva rossiccio e stempiato. Chiacchiere allora in voga, tra la misteriosa Maremma profonda e le enigmatiche isolette private. L´enorme alano regalato a chi dormiva in campagna tra i cani; però addestrato a montare chicchessia si levasse dal letto, per cui occorreva entrare in bagno passo passo riparandosi il dietro, e all´alba chiamare dalla finestra i contadini perché salissero ad abbattere con fucilate la bestia. E dubbie starlet nipponiche inviate da improbabili "auteurs" di Kyoto quali "Kakapoko Kifapokomoto" e "Orina Sumuri"... Alle spalle, fra Milano e Arcore e la Belle poque cosmopolita, figure eccentriche e drammatiche dopo i personaggi risorgimentali come Gabrio Casati e Teresa Casati Confalonieri. La celebre marchesa dannunziana e futurista Luisa, finita squallidamente a Londra dopo le follies veneziane e parigine. Il senatore modernista e poi crociano Alessandro, liberale e antifascista come l´unico figlio caduto (come Giaime Pintor) sul fronte interno della guerra civile nel 1943. A Roma, nell´appartamento della tragedia, in via Puccini, erano impressionanti le bacheche degli uccelli uccisi, in alto con vista su Villa Borghese. Grandi vetrine bianchissime e ordinatissime coprivano le pareti di sale e corridoi, ricolme di volatili splendidi o comunissimi perfettamente impagliati e montati. Centinaia: tutti con un minuzioso cartellino che spiegava il luogo e la data dell´abbattimento. Camillo Casati era un cacciatore appassionato e addirittura celebre, per mesi e mesi fra la Maremma e la Lombardia e al largo di Ponza. La prima sensazione poteva rammentare i gabinetti universitari di storia naturale: Palazzo Botta a Pavia. Ma il richiamo più pertinente risulterebbe forse al castello boemo di Konopiste, con l´assemblage venatorio maniacale dell´arciduca Francesco Ferdinando, senza distinzioni tra i più rari fenicotteri e l´anatroccolo da giardini pubblici. Qui, l´anno del film Barbarella, i Casati diedero una magnifica festa sul tema; e Anna stessa era una Barbarella bellissima in mini-plastiche d´argento scintillante, con un´abbronzatura sensuale e una morbidezza ironica. Dopo la cena, decine di Barbarelle assai leggiadre sedevano in fila con altrettanti Barbarelli in graziosi costumi spaziali sulle sedie dorate, contro le vetrine al neon piene di pernici imbalsamate illuminatissime. Tutti con la loro tazzina di caffè, in un trionfo di bon ton e bon chic. Nel grande salone impressionava piuttosto l´enorme quantità di scatoline preziose sui grandi tavolini "abbigliati" tra quei finestroni sulla Villa Borghese. Non si era ancora smesso di tenere in vista ninnoli così minuscoli e così di valore, ai ricevimenti. Alberto Arbasino