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 2005  dicembre 12 Lunedì calendario

Un giornalista s’incarta nel ”Foglio”: «Chi lo legge?», «Perché chi ci scrive mi sta antipatico?», www

Un giornalista s’incarta nel ”Foglio”: «Chi lo legge?», «Perché chi ci scrive mi sta antipatico?», www.macchianera.net, 13/02/2004 Ogni mattina leggo ”Il Foglio”, giuro. Lasciate stare se per dovere o per piacere. Lo leggo e basta, non tutto ma quasi, ovviamente lettere comprese. E ogni volta che ho finito mi assalgono due domande alle quali ho cercato, tra un grattamento di croccante e l’altro, di darmi una risposta. La prima è: ma chi cazzo lo legge questo giornale, a parte il nostro mondo perduto di onanisti dell’informazione, (peri)patetici della politica ed ex socialisti rinconvertitisi in neoliberisti? Risposta: nessuno. ”Il Foglio” non lo legge nessuno. Scriveteci dunque sopra quel cacchio che vi pare, che Berlusconi ha le stimmate e l’Elefantino le emorroidi (o viceversa) e nessuno se ne accorgerà. Nessuno salvo tutti i giornali e la tv, che a prescindere dalla notizia o non notizia ne faranno un gioco di società che sfugge al resto del mondo, quello che la mattina si alza, va a lavorare e quando torna a casa se ne sciacqua bellamente i marcenari. La seconda domanda, a croccante ormai barzotto, è poi ancora più ricorrente nelle mie applicazioni mattutine: perché chi lavora al ”Foglio” mi sta sul cazzo, così, in generale, a pelle e senza appello? Risposta: in parte li conosco, e tanto mi basta. Ma c’è un altro aspetto, più ampio, che forse merita due parole. Ferrara, geniale capobastone della più alta scuola mascalzonica, ha fatto quello che a sinistra nessuno s’è premurato di fare. Ha inserito in un carrello di bolliti anche qualche giovane, di sicuro talentuoso e di sicuro volenteroso. Così facendo, con un understatement che solo i soldoni suoi e quelli della signora Veronica potevano permettergli, ha creato una squadra di buone teste e altrettanto buone penne. Commettendo però due errori catartici. Il primo: preso da tanti impegni, si è scordato di ripetere ai suoi boys due volte al giorno che sono teste di cazzo e anche un po’ coglioni, cosa che qualunque direttore o capocronista in gamba si premura di fare con le nuove leve, onde evitare che il loro ego non si squagli nei calzoni ancor prima della prestazione. E poi, ai suoi boys, si è dimenticato di ripetere quelle stesse due volte al giorno che se un fatto succede a Tokyo invece che a Soverato (o si vede sulla Cnn invece che su Teleumbria), non è automaticamente più trendy, anzi: a lungo andare diventa un tassello della banalità globale. Così facendo ci troviamo ora con un giornale che guarda lontano senza quasi mai vederci bene, e quando guarda vicino ci guarda soprattutto con gli occhi del titolare. Il quale, si sa, è l’oculista del Cavaliere. Brontolo