Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  dicembre 12 Lunedì calendario

Front runner Foglio dei fogli 09/02/2004 John Kerry, nato a Denver nel 1943, cresciuto nel Massachusetts

Front runner Foglio dei fogli 09/02/2004 John Kerry, nato a Denver nel 1943, cresciuto nel Massachusetts. Laureato in legge a Yale, dal 1966 al ’70 è stato ufficiale - pluridecorato - della U.S. Navy nella guerra del Vietnam, ma al suo ritorno divenne uno dei leader del movimento pacifista. Due figlie dal primo matrimonio, tre dal secondo. In politica dalla fine degli anni Settanta, senatore del Massachusetts dal 1984 (l’altro è Ted Kennedy). Ama gli sport invernali, possiede una Harley Davidson e trascorre il tempo libero leggendo. Consacrato front runner (il candidato favorito) delle primarie democratiche nel «mini-martedì» del 3 febbraio, in cui s’è aggiudicato cinque Stati su sette, dopo le vittorie iniziali in Iowa e New Hampshire (’Ansa” 2/2/2004). Origini. Per dare lustro al proprio passato, la famiglia Kerry spacciò per irlandesi le origini austriache (Maurizio Molinari, ”La Stampa” 5/2/2004). Pallina. Quando giocava a hockey al liceo, era considerato un «solista»: se conquistava la pallina, la teneva fino al tiro in porta, senza passarla mai (’La Stampa” 5/2/2004). Monogramma. John Forbes Kerry a detta dei compagni di Yale si esercitava per ore a firmare con le iniziali ”JFK” imitando la calligrafia di Kennedy. Faceva ricamare quelle lettere su tutte le camicie del guardaroba. Per la sua ambizione gli altri universitari traducevano il monogramma con «Just For Kerry» (Riccardo Romani, ”Vanity Fair” 12/2/2004). Barca. Negli anni 60, Kerry, ch’era nello staff di Ted Kennedy, fece per un po’ di tempo coppia fissa con Janet Auchincloss, sorellastra di Jacqueline Kennedy. Capitò che in quel periodo Kerry si ritrovasse in barca a vela, al largo dell’Oceano Atlantico, col vero JFK (Maurizio Molinari 5/2/2004). George W. Bush e John F. Kerry entrambi ”Bonesmen”, come sono chiamati i membri della setta segreta ”Skull & Bones” (teschio e ossa). L’associazione, fondata nel 1832, ha sede in un edificio dell’università di Yale chiamato ”the tomb”. Ogni anno sono ammessi alla ”Skull & Bones” quindici nuovi membri selezionati dai compagni di corso più anziani, che si presentano ai prescelti una notte, all’improvviso, per comunicare la decisione. Fra le pratiche d’iniziazione: la lotta libera completamente svestiti, la confessione di ogni dettaglio della passata vita sessuale mentre si sta sdraiati nudi dentro una bara. Tra gli oggetti che compaiono nei riti, il teschio del capo indiano Geronimo, trafugato da Prescott Bush, nonno dell’attuale presidente. Sembra, tuttavia che i ”Bonesmen” di ultima generazione siano riusciti a far di meglio, rubando il cranio del ribelle messicano Pancho Villa (Maurizio Molinari, ”La Stampa” 6/2/2004). B-40. Al comando della barca veloce n. 94 sulle acque del Mekong, il 28 febbraio 1969 John Kerry rispose a un attacco vietcong inseguendo un guerrigliero che gli aveva lanciato contro un missile B-40. Lo uccise in uno scontro faccia a faccia sulla riva del fiume (Maurizio Molinari 5/2/2004). Fatta eccezione per la prima guerra del Golfo (1991), John Kerry ha sempre votato a favore di tutti gli ultimi conflitti: da Grenada (1983) a Panama (1989), dalla Somalia (1992) al Kosovo (1999), dall’Afghanistan (2001) all’Iraq (2003) (Maurizio Molinari 5/2/2004). «Assente ingiustificato». Così il presidente del partito democratico, Terry McAuliffe, ha dato il via libera al tiro al bersaglio contro George Bush: secondo gli oppositori, il presidente per evitare di essere inviato a combattere nella giugla vietnamita, fece leva sulle amicizie della famiglia arruolandosi nella Guardia Nazionale (lo fece pure Clinton). Anche nelle retrovie, tuttavia, Bush non fu particolarmente attivo: sembra sia stato assente senza permesso per 8 mesi (’Ansa” 3/2/2004). Italiani. «Le forze armate irachene sono così sbracate che anche gli italiani potrebbero prenderli a calci nel sedere» (John Kerry al programma radiofonico Imus morning show) (Ennio Caretto, ”Corriere della Sera” 2/2/2004). Judy Thorne, prima moglie di John Kerry: il matrimonio nel 1970, il divorzio 12 anni dopo. Motivo: la forte depressione di lei («Non ne potevo più di mentire per la sua carriera»). Nel dopoguerra la famiglia Thorne era proprietaria del ”Daily American”, il giornale per americani diffuso in Italia e Grecia. L’ex senatore Mario D’Urso: «Mi ricordo Judy. Era una nostra amica, studiava in Italia prima di tornare negli Usa per l’università» (Gianna Fregonara, ”Corriere della Sera” 5/2/2004). Le conquiste di John Kerry: Patti Davis figlia ribelle dell’ex presidente Ronald Reagan, Michelle Phillips del gruppo musicale Mamas and Papas, l’attrice Morgan Fairchild, Roanne Sragow sua socia nello studio legale, Catherine Oxchberg dell’ex famiglia reale jugoslava, Emma Gilbey della dinastia industriale inglese del gin (oggi moglie del direttore del ”New York Times”), un’anonima funzionaria del Senato. D’Urso: «John un conquistatore? Forse fra un matrimonio e l’altro» (Ennio Caretto; Gianna Fregonara). Accordi. John Kerry conobbe la sua seconda moglie, Maria Teresa Thierstein Simoes-Ferreira, nel 1992 durante l’Earth Summit ecologico di Rio de Janeiro. Lei, figlia di un medico portoghese cresciuta in Mozambico, gli studi a Ginevra, da un anno vedova del magnate del ketchup e senatore repubblicano John Heinz. Kerry la corteggiò per tre anni prima d’ottenere il consenso al matrimonio. L’accordo prematrimoniale prevede che in caso di separazione lui non ottenga neppure un dollaro da Maria Teresa (Riccardo Romani). Cash and Kerry. Il soprannome affibbiato alla coppia dai repubblicani (Riccardo Romani). Tegamino. La mattina che John Kerry comunicò alla moglie Maria Teresa l’intenzione di candidarsi alla Casa Bianca. Quella, sbattendo due uova contro un tegamino bollente: «Sai cosa? Mi sembra un’inutile perdita di tempo» (Riccardo Romani). Botox. Il ”Chicago Tribune” ha confrontato vecchie e nuove foto di John Kerry ed è giunto alla conclusione che il candidato «ha un’espressione più lucida del solito». Sono scomparse molte delle rughe su guance fronte e collo, e pure il mento è meno appuntito che in passato. Pare che all’origine del nuovo aspetto ci siano iniezioni di Botox, ma Kerry nega: «Mai sentito parlare di queste cose» (Maurizio Molinari, ”La Stampa” 29/1/2004). Gli sfidanti: John Edwards, 51 anni, di Seneca, Carolina del Sud. Sposato, quattro figli (ma uno, Wade, è morto). Laureato in legge, è stato avvocato, fa il senatore dal 1998, ma ha già fatto sapere che non si ricandiderà. Ha disputato 5 maratone e nel 1995 salì sul Kilimangiaro proprio col figlio Wade. Appassionato dei cartoni animati di Scooby Doo. Wesley Clark, 59 anni, di Chicago ma cresciuto a Litte Rock, Arkansas, sposato con un figlio, militare di carriera, nuota tutte le mattine, ama la musica di Bob Dylan e quando ha un po’ di tempo libero va al cinema. Howard Dean, 56 anni, di New York, vive a Burligton (Vermont), sposato, ha due figli (un maschio e una femmina). Laureato in medicina all’Albert Einstein College, non ha prestato servizio di leva. Quando sua nonna si sposò, la nonna del presidente Bush fu sua damigella d’onore. Ha un gatto a tre zampe sopravvissuto al cancro. Prima dell’inizio delle primarie era il grande favorito, poi si è perso. Giovedì scorso ha inviato una e-mail ai suoi sostenitori: «Se non vinco in Winsconsin, mi ritiro». Contestualmente, ha chiesto l’invio di almeno 50 dollari per mandare in onda spot elettorali («Qualsiasi cifra inferiore ci lascerà fuori»): ha messo insieme un milione di dollari in appena due ore (’Ansa” 2/2/2004 e 6/2/2004; ApBiscom 5/2/2004). Quelli che sono in lizza solo per testimonianza. Dennis Kucinich, 57 anni, di Cleveland (di cui è stato sindaco). Laureato in scienze della comunicazione, divorziato due volte, ha una figlia e cerca ancora moglie: è deputato dell’Ohio dal 1996. Al Sharpton, newyorkese di 49 anni, leader della comunità nera dopo il declino di Jesse Jackson, pastore della chiesa pentacostale, padre di due figlie, laureato all’università di Brooklyn (’Ansa” 2/2/2004). I ritirati. Joe Lieberman, 62 anni, nato e cresciuto nel Connecticut, ebreo praticante, sposato due volte, ha quattro figli. Laurea in legge a Yale, è soprannominato «la coscienza del Senato». Settimane fa aveva lasciato Dick Gephardt, deputato del Missouri, che ora appoggia Kerry (’Ansa” 6/2/2004). Problemi. «Sapete che Joe Lieberman si è ritirato. Ora viene il difficile: dirlo al suo elettore» (Jay Leno, The Tonight Show 5/2/2004). I soldi. Alla fine del 2003 John Edwards aveva debiti per 300 mila dollari, nonostante durante l’anno avesse raccolto 16,4 milioni (ha poi ricevuto finanziamenti pubblici per 3,4 milioni). L’anno scorso, Kerry aveva raccolto 23,5 milioni (3 ipotecando la casa). Quest’anno, solo su Internet, ha già racimolato 2,2 milioni. Wesley Clark ne ha raccolti 14 e spesi 10,4 (ha ottenuto 3,7 milioni di finanziamenti pubblici). Per consentirgli di pagare gli spot tv in Tennessee, il suo staff ha deciso di rinunciare alla paga settimanale. Howard Dean, la sorpresa della raccolta fondi democratica, aveva raggiunto 41 milioni: a dicembre gliene restavano meno di 9 (’Ansa” 2/2/2004 e 5/2/2004). Al 31 dicembre 2003, George W. Bush aveva raccolto 132,7 milioni di dollari, più di tutti i democratici messi insieme (’Ansa” 2/2/2004). Fiori. Il necrologio di una Elen Kiok pubblicato il 30 dicembre sul ”New York Times”: «Al posto dei fiori, una donazione a mio nome a un’organizzazione impegnata nella sconfitta di Bush» (’la Repubblica” 5/2/2004). Sondaggi. Secondo un sondaggio di ”Newsweek”, se si votasse oggi per la Casa Bianca, Kerry sconfiggerebbe Bush con il 48 per cento di voti contro il 46 dell’attuale presidente (Marco Valsania, ”Il Sole-24 Ore” 1/2/2004). Codice. «Pare che la popolarità di Bush stia crollando in fretta. Ora il suo nuovo nome in codice per i servizi segreti è ”Howard Dean”» (Jay Leno, The Tonight Show 5/2/2004). «A Kerry basta rivincere gli Stati che votarono per Gore, più la Florida, o l’oscuro Arkansas, o il pittoresco Tennessee per andare alla Casa Bianca. La guerra in Iraq e la propaganda sulle armi di sterminio di massa divideranno le coscienze con riflessi imprevedibili, ma i 73.500 posti di lavoro perduti nel Missouri dal 2001 e i 68.200 in South Carolina creano scontenti, su cui punta l’opposizione» (Gianni Riotta, ”Corriere della Sera” 3/2/2004).