Corriere Magazine 8/12/2005, 8 dicembre 2005
Hai smesso di giocare. «Combatto contro un azzardo endogeno che fa parte di me. Mi controllo faticosamente
Hai smesso di giocare. «Combatto contro un azzardo endogeno che fa parte di me. Mi controllo faticosamente. Il rischio continua a piacermi». Sei onesto? «Un giocatore è sempre onesto. Bara con se stesso, ma mai con gli altri». Una volta hai barato. « vero. Per vendicare mio padre. Io conosco tre o quattro trucchetti, molto banali, di quelli che puoi fare con persone un po’ sprovvedute. Organizzai una partita con uno che aveva rubato un milione a mio padre giocando con lui mentre era ubriaco e barando. Diedi un poker di jack a lui e un poker di assi a me. Gli portai via quasi venti milioni». Stai confessando un reato grave. «I suoi soldi glieli ho ridati poi. Gli ho spiegato tutto e lui non ha mai più giocato». Tu sei sfigato? «Sono stato sfigato dal 1983 al 1989. Ho perso anche 130 milioni al casino, in una sera. Ho mollato la Baby Record e ho cominciato ad autogestirmi con pessimi risultati. Sono passato da mezzo milione di dischi all’anno a zero». Quanti soldi hai perso al gioco? «Cinque o sei miliardi». Con chi giocavi a poker? «Con Tozzi, con Morandi, con Ramazzotti, con Enrico Ruggeri». Come giocano? «Apprendisti. Il poker è un gioco di abilità, non di fortuna. L’unico al mio livello è Morandi. Però è molto grezzo, cerca di influenzarti con le parole. Il poker è un gioco del silenzio. Dei giocatori veri lo caccerebbero dal tavolo. Eros è un simpatico principante. In un tavolo di esperti perderebbe sistematicamente. Ruggeri è curioso, rispettoso della gerarchia. Se sta attento, riesce a perdere meno di Ramazzotti. Gioco della torre. Fede o Giordano? «Salvo Fede. un giocatore». Ma ha smesso di giocare. «Secondo me non è vero. Ha smesso di rovinarsi al gioco, ma non di giocare» (Pupo a Claudio Sabelli Fioretti)