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 2005  dicembre 09 Venerdì calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 5 GENNAIO 2004

Come sarà il 2004? Siamo nelle mani di San Gennaro.
Pronuncio il numero 2004. Che cosa vede?
Enzo Cucchi (pittore): «Dovrebbe chiederlo a qualche creatura umana. Io sono un artista. Buona giornata».
Paolo Cirino Pomicino (giornalista): «Vedo continuare il declino economico di questo paese che prosegue ininterrottamente da vari anni».
Luigi Abete (presidente della BNL): «Non sarà molto diverso dal 2003. Crescita debole, inflazione bassa, profitti non eccezionali».
Alda Merini (poetessa): «Spero sia un sogno. Sulla terra vorrei che il 2004 fosse l’anno del maschio. Che ritorni a cercare le donne, ad amarle, a proteggerle. Che torni a essere il re del pensiero, un eroe».
Politica interna?
Vauro (vignettista de ”il manifesto”): «Il mio auspicio è questo: siccome Berlusconi è perseguitato dai comunisti, dai magistrati, dai sondaggi di ”Domenica In”, quindi è un uomo che soffre e io sono sensibile alla sofferenza, mi auguro che nel 2004 smetta di soffrire».
Antonio D’Amato (presidente di Confindustria): «L’attuale maggioranza ha indubbiamente avviato i suoi primi due anni di responsabilità governativa con una grande spinta riformista. Sono stati riformati, in modo importante, il mercato del lavoro, la scuola, il diritto societario. Certo, avrebbe dovuto fare altre riforme: per esempio, la giustizia e una rivisitazione di quella che è stata nella scorsa legislatura la riforma del titolo V della Costituzione. Io mi auguro un confronto serio sul federalismo. Parlo del buon federalismo, quello che rende più semplici i rapporti tra Stato e cittadino e che riduce gli sprechi, le procedure. Il 2004 sarebbe un buon anno se ci portasse, almeno come avvio, le riforme della burocrazia, delle pensioni, del fisco, dell’energia, della politica dei rifiuti. Aggiungo la liberalizzazione definitiva del commercio e delle professioni, la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Queste cose erano scritte chiare nel programma di governo. Se l’attuale maggioranza ha perso qualche consenso, come dicono certi sondaggi, lo deve alla lentezza con cui s’è mossa su questo terreno. Questi consensi saranno subito recuperati se ritroverà un minimo di unità e di volontà positiva sul percorso delle riforme».
E la sinistra?
Cirino Pomicino: «Il problema della sinistra è che non è più quella di prima e non sa quello che è ora. Hanno paura persino di mettere la parola ”socialista” nel nome del partito, si presentano come una formazione genericamente riformista. Sa, c’è una colonizzazione anche in questo: gli uni vogliono rifare il partito repubblicano americano, gli altri quello democratico. Ma la grande tradizione politica europea, e italiana, ha camminato su due gambe: quella della cultura cattolica e quella della cultura socialista. Nel 2004, tra l’altro, saranno dieci anni dalla stagione di Tangentopoli, un’epoca in cui ci si era illusi di fare a meno della grande politica. Ma senza grande politica non si cammina e la storia non si cancella».
Morgan (cantante): «La sinistra è sempre stata formalmente corretta ed eticamente più evoluta della destra, questa è la ragione per cui non riescono a restare uniti. Per una volta vorrei che fingessero. Tanto poi una volta vinte le elezioni, una volta trovato l’equilibrio, si darà spazio a tutte le forze confluite. Nel centrosinistra ci sono tante persone valide, quando questi uomini saranno ministri ci sarà posto per tutti».
Chi vincerà le europee, il Polo o l’Ulivo?
Andrea Pinketts (scrittore): «Il Polo».
Vittorio Feltri (direttore di ”Libero”): «Mah, lì dovrebbe vincere la sinistra. Però in questo senso: che sommando tutti i voti risulteranno forse di più. Come si farà però a sommare davvero questi voti, poi?»
D’Amato: «Non ho sensazioni, né faccio profezie. Vorrei solo che le elezioni europee si svolgessero su temi europei, che non mandassimo a Strasburgo figure di secondo piano, come è accaduto tante volte in passato».
Morgan: «Il Polo le prende. Speriamo di brutto. Chi ci guadagnerà invece è Casini, perché non urla e piace alle donne».
Antonella Clerici (conduttrice tv): «Ho smesso di interessarmi di politica»
Il prossimo presidente della Federcalcio?
Sara Simeoni (campionessa di salto in alto): «Carraro. un personaggio immortale».
Clerici: «Gianni Rivera. stato un grande calciatore, ed è un uomo pulito, equilibrato, al di fuori da tutti i giochi politici».
Alessandro Vocalelli (direttore del ”Corriere dello Sport”): «Tosatti».
Il successore di papa Wojtyla?
Giorgio Tosatti (giornalista): «Pur sapendo qualcosa del calcio, non ho mai giocato la schedina. Figuriamoci se mi avventuro in una previsione sulla nazionalità del futuro papa».
Giacomo Marramao (filosofo): «Dopo Wojtyla sarà difficile un pontificato ”globale”. Nel senso che Wojtyla ha considerato l’umanità un soggetto unico proiettato verso un destino che riguarda tutti. Se non si trova un papa altrettanto globale il cattolicesimo rischia di frantumarsi in tante forze centrifughe. La rottura dell’unità cattolica sarà una delle questioni più forti del XXI secolo».
Valeria Moriconi (attrice): «Dopo un papa così, può esserci chiunque. Nostradamus ha predetto che ci sarà un papa di colore».
Paolo Villaggio (attore): «Wojtyla se non lo ammazzano, non muore. Ha una fibra... è lì che dice: ”Preghiamo” e non si accorge che nessuno crede più».
Il suo sogno per il 2004?
Michele Persichini (chef di Silvio Berlusconi): «Preparare un pranzo per il papa».
Cosa gli cucinerebbe?
Persichini: «Fettuccine e pollo nostrano, cose della mia terra. Roba rara».
Personaggio dell’anno trascorso?
Milena Gabanelli (giornalista): «Il co.co.co., detto anche ”lavoratore a progetto”».
Pier Luigi Vigna (procuratore nazionale antimafia): «Il papa».
Mario Pescante (sottosegretario ai beni culturali): «Arnold Schwarzenegger»
Giorgio Guazzaloca (sindaco di Bologna): «Il papa»
Pinketts: «Nel bene, specie per se stesso, Adriano Pappalardo».
Silvana Giacobini (direttore di ”Chi”): «Sono stati tre: Totti, Montezemolo, Michelle Hunziker».
D’Amato: «Direi due: Bush e bin Laden. Devo dire chi in senso positivo e chi in senso negativo?».
Renato Balestra (stilista): «Berlusconi, nel bene e nel male. I nostri giornali lo hanno lapidato perché negli Stati Uniti ha invitato gli americani a investire di più in Italia anche per via delle ”nostre belle segretarie”. I giornali Usa, invece, hanno inneggiato al politico spiritoso».
Mode e modi del prossimo anno?
Gabanelli: «Farsi gli affari propri e intascare il più possibile».
Enrico Papi (conduttore tv): «Tornano di moda i ”vip”».
Roberto D’Agostino (direttore del sito ”Dagospia”): «Non ci sono più i personaggi. L’unica cosa su cui varrebbe la pena spettegolare è Colombo che prende la coca a 83 anni. Guarda gli inglesi cos’hanno fatto col sesso di Carlo o con Michael Jackson. Quella è stampa popolare».
Morgan: «Andrà di moda coltivare vegetali sui propri abiti, si troverà il modo per far crescere pianticelle sui vestiti. In discoteca metteranno solo musica classica, i dj andranno a lavorare alla Scala e... Pierferdinando Casini farà un film».
Simeoni: «Ma io mi chiedo: se fa freddo perché ci devono costringere ad andare con i sandali e l’ombelico di fuori? Finché uno è giovane tutto bene, ma quando si ha qualche anno in più...».
Moriconi: «Personalmente amo vestire in modo semplice».
Gianni Rondolino (critico cinematografico): «La moda credo riguardi una cinquantina di persone. Ormai la gente si veste come vuole o come può. I modi? Temo che non si arresti la dilagante volgarità. I sondaggi dicono che il sessanta per cento della gente è stufa della tv spazzatura. Ma di fatto non è il gusto della gente che determina la produzione dei programmi. Al contrario, è la tv che impone i gusti alla gente. Poi c’è quel quaranta per cento che la tv spazzatura la guarda, abbastanza per far sì che nulla cambi».
Pescante: «Mi piacerebbe che si diffondesse la moda del chador per tutte le donne».
L’America attaccherà l’Iran?
Sandro Piccinini (conduttore tv): «Lo escludo».
Magdi Allam (giornalista): «Lo escluderei».
Marramao: «Mah... con i dottor Stranamore che fanno da consiglieri a Bush...».
Mario Monicelli (regista): «Se lo ritiene necessario non si farà scrupoli. evidente che la sua volontà di guerra si allarga a tutto il mondo antimperialista, musulmano o no. Gli americani si sono inventati la guerra preventiva, la cosa più mascalzona che sia stata mai inventata. Con questa logica, pure l’Iran, sentendosi minacciato, potrebbe buttare sull’America la bomba atomica, visto che ce l’ha. Vogliamo fare a chi comincia prima?».
Marcello Veneziani (filosofo, membro del cda Rai): «Gli Stati Uniti hanno un bisogno fisiologico di fare la guerra. L’Iran è difficile, potrebbero scegliere la Siria».
Arafat, sarà ancora la figura dominante per i palestinesi?
Feltri: «Sarà ancora importante. Spero che nel 2004 qualcuno mi spieghi il Nobel per la pace dato al capo dei terroristi».
Tosatti: «Se lo sarà, ci saranno ancora attentati e guerre».
D’Amato: «Mi auguro di no. Arafat è alla guida di un gruppo di potere che utilizza il fondamentalismo religioso per distrarre quelle disgraziate popolazioni dalle enormi ricchezze che manovra. un caso esemplare di coincidenza tra fanatismo ed egoismo».
Pinketts: «Più di Arafat, che comunque vedo traballante, mi preoccupa per i prossimi anni il successore di Fidel Castro. Dovrebbe essere suo fratello, un emerito incapace che non ha né il carisma né l’intelligenza vagamente garibaldina di Fidel».
Bush sarà rieletto?
Antonio Zichichi (scienziato): «Sì».
Vigna: «Bisognerebbe chiederlo a mia figlia Simona, che vive in America da 18 anni!».
Guazzaloca: «Diciamo che Bush ha avuto successo. Ma cos’è il successo? Fellini: il successo è un buon tavolo al ristorante. Emma Gramatica: il successo è durare».
Balestra: «Credo di no».
Berlusconi, Luigi D’Urso, i figli Niarchos, i fratelli dell’Aga Khan, Pietro Saint-Just e Carlo Caracciolo. E a suo tempo Gianni Agnelli. Sono solo alcuni dei suoi clienti. Chi le piacerebbe vestire nel 2004?
Ferdinando Caraceni (stilista): «Senza alcuna esitazione: Bush. Veste così male...»
Invece Mughini...
Piccinini: «Mughini ha un look molto particolare, ultimamente poi... Quella giacca a quadrettoni bianchi e verdi che indossava qualche domenica fa... certe volte sfoggia delle giacche che sembrano vestaglie».
La cravatta del 2004?
Maurizio Marinella (stilista di cravatte): «Blu, su fondo azzurro».
Per chi vorrebbe fare una cravatta nel 2004?
Marinella: «Sono fortunato, imprenditori, capi di Stato, uomini di spettacolo hanno messo al collo le mie cravatte. Però mi piacerebbe farne una per il papa, anche se so che non la potrebbe portare. L’ammiro molto e vorrei conoscerlo».
Farebbe una cravatta per Montezemolo?
Marinella: « un nostro cliente».
Chi sarà il prossimo presidente di Confindustria?
Cirino Pomicino: «Montezemolo».
Emilio Carelli (direttore di Sky tv): «Non mi dispiacerebbe Luca di Montezemolo».
Pietro Calabrese (direttore de ”La Gazzetta dello sport”): «Gian Marco Moratti».
Ezio Mauro (direttore de ”la Repubblica”: «Montezemolo».
Il prossimo presidente della Rai?
Papi: «Carlo Rossella?».
Alfonso Signorini (giornalista): «Maurizio Costanzo. Gli manca giusto quello...».
Viola Valli (campionessa di nuoto): «Spero qualcuno che trasmetta il nuoto, perché lo fanno vedere pochissimo».
Ci sarà la ripresa economica?
Vittorio Nozza (sacerdote, direttore nazionale della Caritas): «Non ci sarà vera ripresa economica finché la politica non riuscirà a conciliare le esigenze del massimo profitto proprie del mercato con quelle della massima espansione del lavoro».
Monicelli: «No, prevedo anzi un peggioramento».
Vauro: «Ci sarà senz’altro. Essendo deficiente, credo a Tremonti».
Balestra: «Adesso - ma lo dice un ottimista di natura - la situazione può solo migliorare».
Clerici: «Mi auguro di sì. Ma dobbiamo impegnarci in prima persona anche noi consumatori».
Calabrese: «Una ripresa a metà anno. Parlo dell’editoria».
Nel 2004 ”Repubblica” supererà il ”Corriere”?
Mauro: «Nelle ultime due rilevazioni lo ha già superato».
Cambierà il direttore del ”Corriere della Sera”?
D’Agostino: «Folli sta lì per fare campagna elettorale a Prodi. Quest’anno c’è l’asse Quirinale-Prodi. I veri proprietari del Corriere sono i banchieri dell’Ulivo. Però, sulle vendite, le sue bastonate Folli le ha già prese».
Lo scudetto?
Mauro: «La Juve o la Roma. Vedo più in corsa la Roma del Milan».
Monicelli: «Il Parma. Una squadra giovane, efficiente, simpatica, di una città bella, signorile. Che non fa chiasso, né figuracce».
Oliviero Diliberto (segretario del Pdci): «Io spero la Roma. L’importante è che non lo vinca il Milan, per ragioni politiche, e la Juve per ragioni storiche».
Kakà (calciatore): «La Juve è quella più abituata a vincere, la Roma ha una rosa competitiva e un grande allenatore. Ma il Milan resta il Milan...»
Diego Abatantuono (attore): «L’Inter o la Roma».
Feltri: «La Roma. è quella che gioca meglio».
Coppie che scoppiano.
Signorini: «Un auspicio? Tutti i calciatori con le show girl. Basta, ci hanno stufato».
Giacobini: «Vedo a rischio Manuela Arcuri e Francesco Coco, Alba Parietti e il principe Giuseppe Lanza di Scalea, Stefania di Monaco e il marito».
Piccinini: «Totti sposerà Ilary Blasi, questo è gossip ufficiale».
Tosatti: «Se Totti sposerà Ilary si pentirà presto».
D’Agostino: «Ma chi se ne frega!»
Il personaggio del 2004?
Piccinini: «Mi piacerebbe che fosse uno scienziato».
Luciano Gaucci (presidente del Perugia): «Totti».
Ancora una volta: l’anno che sta arrivando...
Lucio Dalla (cantante): «Tra un anno passerà, io mi sto preparando, e questa è la novità».
Questo l’ha già scritto nel 1979.
Dalla: «Anche il 2004 tra un anno passerà».
Insomma?
Paolo Isotta (critico musicale): «Siamo nelle mani di San Gennaro».