?, 9 dicembre 2005
Tags : Nicola Marvulli
MARVULLI Nicola. Nato ad Acquaviva delle Fonti il 29 ottobre 1931. Giudice. Primo presidente della Suprema Corte di Cassazione, la massima autorità in fatto di giustizia (Maria Grazia Bruzzone, ”La Stampa” 8/12/2005)
MARVULLI Nicola. Nato ad Acquaviva delle Fonti il 29 ottobre 1931. Giudice. Primo presidente della Suprema Corte di Cassazione, la massima autorità in fatto di giustizia (Maria Grazia Bruzzone, ”La Stampa” 8/12/2005). «[...] tutto è fuorché una toga rossa. Al Csm, dove lo conoscono bene, lo considerano ”un conservatore”. In ottimi rapporti, anche per via della medesima provenienza meridionale (lui pugliese, l’altro lucano) con l’aennino Nicola Buccico. Se al vicepresidente Virginio Rognoni chiedi se gli risulta che Marvulli sia ”un comunista”, ne ricevi come risposta una sonora risata. E mai quelli di Magistratura democratica o del Movimento giustizia, le due correnti di sinistra delle toghe, riconoscerebbero come appartenente ai loro ranghi uno come Marvulli. Anche la centrista Unicost non lo annovera tra i suoi. Forse Magistratura indipendente, conservatrice e di destra, è la casa più giusta per lui.
Ma [...] un dato è conclamato: proprio da Marvulli sono arrivati i colpi più duri contro il governo e le sue leggi ad personam, che paiono fatte apposta per scardinare il sistema penale. Sua [...] la battaglia durissima contro la legge ex Cirielli, quella che taglia a metà i tempi della prescrizione, e che lui ha battezzato come ”un obbrobrio”. Sua la contrapposizione a botte di numeri con il ministro della Giustizia Roberto Castelli che però alla fine lo copre con un giudizio positivo: ”Marvulli? Non ho mai litigato con lui. Lo stimo, lo ammiro. Uno scontro non c’è mai stato”. [...] [...] l’avevano preso per un alleato e invece si trovano di fronte un secco oppositore. E allora Taormina apre il suo dossier. Ricorda che proprio grazie a una proposta degli azzurri, infilata a sorpresa nella Finanziaria 2002, Marvulli aveva guadagnato ben tre anni di carriera. Allora si disse che l’età pensionabile era stata posticipata da 72 a 75 anni proprio per favorire lui, il Marvulli, che doveva applicare la legge Cirami e decidere se i processi di Previti e Berlusconi, per incompatibilità ambientale, andavano spostati da Milano a Brescia. Tutti sanno come finì, la Cirami si rivelò un flop e se ne lamentò pure il premier. Ma Taormina [...] dichiara che Marvulli chiese proprio a lui ”di adoperarsi presso i deputati del centrodestra perché la legge passasse” anche se ora ”tira calci ai suoi benefattori”. E che calci. Uno, durissimo, l’ha diretto contro Gaetano Pecorella, altro avvocato forzista, ”padre” della legge che cancella l’appello per il pm e amplia ai fatti il giudizio della Cassazione. Qui Marvulli si è addirittura scatenato. Prima ha scritto a Ciampi annunciando, qualora le norme fossero passate, ”la generale paralisi della Corte” che sarebbe stata sommersa di ricorsi; poi si è rivolto al suo parigrado francese Guy Canivet che a sua volta ha attivato la rete delle Supreme corti della Ue. Ne è scaturito un documento molto critico contro la Pecorella citato pure da Ciampi quando ha rinviato la legge alle Camere. Marvulli non s’è dato per vinto e ha continuato a considerarla ”un salto nel buio che porterà la giustizia alla bancarotta”. Una tesi di laurea di cui fu relatore Aldo Moro [...]» (l.mi., ”la Repubblica” 25/2/2006).