Varie, 9 dicembre 2005
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Eppel Asar
• Mosca (Russia) 11 gennaio 1935. Scrittore. «“Sono uno scrittore, scusate la presunzione”. [...] scrive racconti [...] è tradotto in tutto il mondo. È un uomo modesto e ironico, fino al 1994 non ha pubblicato le sue opere. La descrizione realista delle periferie di Mosca, dove è stato ragazzo negli anni Quaranta, smentiva la propaganda sovietica. “La nostra vita - dice - non era presentabile. Solo dopo la perestrojka si è accettato di leggere storie in cui l’amore e l’assurdità erano alimentati dall’immondizia”. Ebreo russo da generazioni, ex architetto e giornalista, traduttore e poeta, tra gli interpreti più profondi della vita nella capitale dell’ex Urss, ha vinto la seconda edizione del Premio Grinzane Cavour-Mosca. In Italia, dove ha tenuto alcuni corsi alla Sapienza di Roma, Einaudi ha pubblicato la sua raccolta Via d’erba [...] “Nella vita, il più ci sfugge. Le esperienze migliori, le più drammatiche, vanno perdute nella nostra disattenzione. Solo concentrandosi sui dettagli, osservati al microscopio della scrittura, si possono salvare brandelli di significato [...] In realtà io descrivo sempre la mia vita, i miei conoscenti, la mia città. È come un romanzo non ancora concluso, organizzato in scene e punti di visione diversi”. Si è rivelato come scrittore dopo la fine dell’Urss, ma non si definisce dissidente [...] “Non ho mai creduto alle etichette, alla farsa di crearsi un personaggio. Tanti anni fa mi colpì il film-documentario su Roma girato da Fellini. Non cedendo alle cose che ogni giorno mi irritano, o che mi commuovono, mi limito a rappresentare un’umanità che conosco nell’ambiente che mi è famigliare. Mi pare piuttosto coraggioso e sufficientemente sovversivo”. [...] si definisce un narratore realista [...] “Il fantastico, la politica, nascono da dettagli quotidiani. A fare la differenza è il punto di vista, la concentrazione sugli elementi della scena, la dimensione subcosciente di gesti, scelte e occasioni. Se scrivo dell’incontro tra due persone, mi interesso al tessuto della loro giacca. Il segreto di due amanti si rivela nel caviale rosa incastrato tra i loro denti”. Qual è la trama sommersa delle sue storie? “La diversità della vita, le fasi ineludibili di un’esistenza. Per esempio: trovo interessante che in un’atmosfera plebea, nell’incubo della vita al tempo dell’Urss, in caseggiati costruiti per far sentire le persone dei rifiuti, si sviluppassero tutti i grandi sentimenti umani. C’era l’amore, l’odio, la dolcezza, l’invidia, l’allegria e la disperazione, come oggi. Voglio dire che il contesto è impotente: bene e male sono più forti di noi, il mistero supera la nostra ragione [...]”» (Giampaolo Visetti, “la Repubblica” 9/12/2005).