9 dicembre 2005
Questione d’oriente Foglio dei fogli 01/09/2003 Il 24 settembre 2002, Tony Blair annuncia che Saddam Hussein non solo possiede armi di distruzione di massa, ma è in grado di lanciare un attacco nel giro di 45 minuti
Questione d’oriente Foglio dei fogli 01/09/2003 Il 24 settembre 2002, Tony Blair annuncia che Saddam Hussein non solo possiede armi di distruzione di massa, ma è in grado di lanciare un attacco nel giro di 45 minuti. Per il premier britannico, il rais cercò anche di comprare uranio in Africa. Il 29 maggio 2003 il giornalista della Bbc, Andrew Gilligan, che cita una fonte dei servizi britannici, sostiene che il rapporto sulle armi di sterminio irachene è stato reso "più affascinante" per convincere l’opinione pubblica ad attaccare Baghdad. Il 1 giugno nel mirino della tv pubblica finisce Alastair Campbell, capo della Comunicazione di Downing street: "Fu lui ad aggiungere il particolare dei 45 minuti". Il 9 luglio viene resa pubblica l’identità della talpa di Gilligan: si tratta di David Kelly, microbiologo, ex ispettore dell’Onu in Iraq e consulente del ministero della Difesa (’Corriere della Sera” 19/7 e 29/8/2003). Intorno alle tre del pomeriggio di giovedì 17 luglio, il dottor David Kelly uscì dalla sua casa di Harrowdown Hill (Oxfordshire), indosso una maglietta bianca a maniche corte e un paio di jeans, apparentemente per farsi la solita passeggiata. La moglie, dopo alcune ore, non vedendolo tornare ha telefonato ai suoi amici e persino al pub Hind’s Head, dove, lui astemio, era solito bere acqua minerale. Il corpo dello scienziato fu ritrovato dalla polizia il giorno dopo, in un bosco vicino casa, le vene del polso sinistro tagliate. Lunedì 14 luglio, David Kelly era stato interrogato dalla commissione Esteri dei Comuni sulle presunte manipolazioni del dossier: "Non credo di essere stato la fonte principale di Gilligan" (Paola De Carolis, ”Corriere della Sera” 19/7/2003). "Barbetta sul mento, occhiali da miope, la rigorosa riservatezza del timido, un’intelligenza feroce. Anche da vivo David Kelly, fino alla settimana scorsa anonimo professore di Oxford con un’illimitata conoscenza nel campo delle armi biologiche, da qualche giorno sbattuto in prima pagina dai media inglesi come la misteriosa ”talpa della Bbc”, sembrava uscito dalle pagine di un romanzo di spionaggio: l’accademico allampanato, l’inglese tranquillo, custode di atroci segreti, sospinto in una vicenda di cui non può controllare le conseguenze. Ora, da morto, il professor Kelly si ritrova protagonista di un ”giallo” autentico": "la scoperta del suo corpo apre un rosario di quesiti in grado di far tremare il governo" (e. f., ”la Repubblica” 19/7/2003). Il 20 luglio. Dopo 52 giorni, e con l’autorizzazione della famiglia, la Bbc ha ammesso. Era proprio lo scienziato David Kelly la fonte del servizio pubblico britannico. Problema: Kelly aveva avuto accesso al dossier soltanto fino al maggio 2002 e quindi non era in grado di sapere che qualcuno aveva aggiunto il dettaglio dei 45 minuti necessari a scatenare l’attacco. Nell’ultima intervista (al ”Sunday Times”), lo scienziato raccontava che da quando il suo nome era stato reso pubblico "era preoccupato per la sua incolumità". In una e-mail all’amica Judith Miller, giornalista del ”New York Times”, scriveva di sentirsi perseguitato "da molte forze oscure" (’diario.it” 21/7/2003). "Tutta colpa della Bbc. Mondo politico e network rivali pensano di aver individuato il responsabile del suicidio di David Kelly [...] Dall’Asia, Tony Blair si dice "compiaciuto" dal comunicato della Bbc e ribadisce: "Non ho alcuna intenzione di dimettermi, per questo mestiere servono spalle larghe e io le ho". Il suo consigliere Peter Mandelson va oltre: "Ora abbiamo la prova che quei servizi erano solo spazzatura" (Enrico Franceschini, ”la Repubblica” 21/7/2003). Il 21 luglio. Il governo britannico decide di nominare una commissione indipendente che indaghi sulla morte dello scienziato. La presiede lord Brian Hutton: Blair, in un’intervista a Sky News, dichiara la sua disponibilità ad essere ascoltato. Oltre a lui sono attesissime le deposizioni di Alastair Campbell e del ministro della Difesa, Geoff Hoon (Paolo Filo della Torre, ”la Repubblica” 22/7/2003). Chi è lord Hutton? 62 anni, giudice dell’Alta Corte britannica dal ’79 all’88, è stato primo magistrato per l’Ulster e ha più volte difeso, davanti alla Corte Europea per i diritti umani, il governo britannico accusato di soprusi e torture nei confronti dei detenuti nordirlandesi (nell’86 assolse un ufficiale di polizia irlandese che aveva sparato a un militante cattolico durante un corteo). In Gran Bretagna, Hutton è noto anche per essere stato uno dei giudici-lord che votarono a favore dell’immunità per l’ex dittatore cileno Augusto Pinochet (’misteriditalia.it-newsletter n. 73/74” 1/8/2003). Il 26 luglio davanti alla commissione Hutton compare John Scarlett, vicedirettore dell’Mi6 (uno dei servizi britannici) e autore del rapporto sull’arsenale iracheno citato da Blair nel settembre 2002. Secondo lo 007, il governo non s’è mai intromesso nella preparazione del rapporto, né ha chiesto di "gonfiare le prove della minaccia irachena". Sui famigerati 45 minuti: "La notizia veniva da una singola fonte, ma fidata. Un alto funzionario iracheno in grado di conoscere quel tipo di informazioni" (Enrico Franceschini, ”la Repubblica” 27/8/2003). Il 27 luglio è la volta del ministro della Difesa, Geoff Hoon. "Dondola sulla sedia, tossisce, chiede un bicchiere d’acqua. Abbassa lo sguardo, parla a mezza voce, chiede un altro bicchier d’acqua. Non serve. Perché non è la sete a seccargli la gola: è il nervosismo. I cronisti inglesi presenti all’interrogatorio concordano: non si è mai trovato così a disagio" (Enrico Franceschini ”la Repubblica” 28/8/2003). "Hoon ha detto di aver letto il dossier soltanto nelle sue 2 ultime versioni prima di quella finale, ”relativamente tardi, dunque” e ha aggiunto di non aver fatto ”né commenti né modifiche”" (Orsola Casagrande, ”il Manifesto” 28/8/2003). Il 28 luglio. "Quando, ieri mattina, è sceso dal fuoristrada che l’ha portato alle Royal Courts of Justice, Tony Blair era scuro in volto, tirato e probabilmente irritato dagli slogan contro la guerra in Iraq che sentiva in lontananza. Quando ci è risalito, dopo due ore e 20 minuti, sorrideva, sicuro di sé. In mezzo, una testimonianza davanti alla commissione Hutton non per dire qualcosa che non si sapesse ma per affermare davanti al mondo tutta l’autorevolezza d’un premier britannico. Al limite dell’arroganza ma, nota qualche commentatore, anche con coraggio un po’ incosciente. Mi prendo la responsabilità di tutto quanto fatto dal governo, ha in sostanza detto, ma non ho sbagliato nulla: chi sostiene il contrario, come la Bbc, lo provi e sono pronto ad andarmene" (D. Ta., ”Corriere della Sera” 29/8/2003) "Chi si attendeva un colpo di scena dalla deposizione di Tony Blair all’inchiesta di lord Hutton è rimasto deluso. Più il tempo passa e più si rafforza l’impressione che nell’affare Kelly non esistano né vincitori né vinti. Il premier, preparato al test di ieri per giorni dai propri assistenti, ha potuto trarre il massimo vantaggio, sfoderando la professionalità di avvocato consumato che lo sostiene nei momenti difficili" (Marco Niada, ”Il Sole-24 ore” 29/8/2003). Etica anglosassone. "Blair sa che una informazione sbagliata è un errore che può essere compreso, ma che una informazione taciuta o distorta è una menzogna e sa che mentire è, nell’etica anglosassone, la colpa più grave di cui un politico possa macchiarsi" (Boris Biancheri, ”La Stampa” 29/8/2003) Il caso Kelly è inquietante, ma ci offre anche "uno spettacolo straordinario in cui si affrontano governo e tv pubblica, davanti a una corte imparziale, promossa dallo stesso premier. Il paese assiste allo scontro tra Blair e i dirigenti della Bbc, che lo stesso Blair ha nominato. di fatto un eccezionale confronto tra potere e giornalismo. Un potere che attacca, ma che accetta l’arbitraggio imparziale della giustizia, e un giornalismo che difende la propria indipendenza. Un’indipendenza che supera le affinità politiche. La Bbc è considerata vicina ai laburisti" (Bernardo Valli, ”la Repubblica” 29/8/2003). Il 29 luglio. La credibilità di Blair continua a precipitare. Secondo un sondaggio della YouGov, pubblicato dal ”Daily Telegraph”, solo il 27 per cento dei suoi concittadini ritiene che il premier dica la verità; il 59 è convinto che menta. Il 47 per cento del campione, infine, afferma che l’opinione che aveva di Blair è peggiorata dopo la sua apparizione davanti alla commissione Hutton (’Agi” 29/8/2003). A questo punto Alastair Campbell ha dovuto cedere e si è dimesso. "L’arrogante, geniale, cinico, iroso Campbell [...] ufficialmente se ne va per motivi familiari [...] ”Costruiva storie per il governo, poi è diventato una storia egli stesso e non ha potuto fare altro che andarsene”, era il commento, ieri sera, nei circoli politici di Londra". Blair lo ha ringraziato pubblicamente (D.Ta., ”Corriere della Sera” 30/8/2003).