Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  dicembre 07 Mercoledì calendario

Costantinopoli. Origini. Nel 10.500-7000 a.C. le prime tracce umane nelle grotte di Karain. I primi insediamenti urbani tra il 6250 e il 5400 a

Costantinopoli. Origini. Nel 10.500-7000 a.C. le prime tracce umane nelle grotte di Karain. I primi insediamenti urbani tra il 6250 e il 5400 a.C., a Catal Hoyuk (Anatolia). Tra il 2200 e il 1250 a.C si stanziano in Anatolia Hatti, Assiri, Ittiti (dal 1450). Dal 1200 iniziano la penetrazione greca e la formazione di enclaves di frigi, lidi, persiani. Bisanzio. Nell’VIII secolo, a Smirne (Izmir), nasce Omero e nel 660 viene fondata Bisanzio. Tra il 561 e il 546 (anno della caduta della città), Creso governa la Lidia prima di cedere all’egemonia dei persiani che, con Ciro il Grande, estendono il proprio impero dall’Asia Minore all’indo. Nel 408 gli ateniesi invadono Bisanzio. Sotto il dominio di Alessandro Magno la regione entra nella sfera d’influenza greco-ellenistica e, nel 133, con la morte di Attalo III nella provincia asiatica romana. Costantinopoli. Così, dal 324 d.C., l’imperatore Costantino decide di chiamare Bisanzio, da lui nominata capitale. Le prime comunità cristiane sono sorte ad Antiochia quasi 300 anni prima. Nel 395 Costantinopoli diventa capitale dell’impero romano d’Oriente. Dal VI secolo cominciano le invasioni di barbari e arabi, che più volte assediano la città. Nel 1037 i turchi selgiuchidi entrano in Anatolia dove, nel 1096, si scontrano con gli eserciti della prima crociata. Dal 1261 al 1453 Costantinopoli è governata dalla dinastia dei Paleologhi. Istanbul. Fondato nel 1301, l’impero Ottomano arriva per la prima volta alle porte di Costantinopoli nel 1397. Nel 1453 la conquista della città da parte di Mehmet II. Da quel momento Costantinopoli diviene capitale dell’impero islamico con il nome di Istanbul. Democrazia. Nel 1877 il sultano Hamit II mortifica il tentativo di creare un primo parlamento turco. Con il nuovo secolo si afferma il movimento dei Giovani Turchi che, nel 1908, impone una Carta d’orientamento democratico. Atatürk. Entrato nella Grande guerra a fianco degli Imperi centrali, l’impero ottomano perde i suoi possedimenti in Anatolia. Istanbul passa sotto il controllo inglese. Nel ’19 l’esercito greco invade Smirne. Il generale Mustafa Kemal è incaricato dal sultano Maometto VI di ristabilire l’ordine in Anatolia orientale e sul litorale del Mar Nero. Alla guida della IX armata, Kemal organizza una rivolta indipendentista e, il 23 aprile 1920, riceve dall’Assemblea Nazionale l’incarico di «presidente del governo e della nazione». Stabilita in Ankara la nuova capitale, Kemal invalida il trattato di pace con l’Intesa siglato dal sultano il 10 agosto 1920, obbliga Londra a negoziare un nuovo accordo. Nel ’21 ottiene il riconoscimento ufficiale del suo governo da parte della Russia bolscevica e della Francia, nel ’22 sconfigge i greci e destituisce Maometto VI. Nel ’23 Kemal, ormai divenuto Atatürk (padre dei turchi), proclama la Repubblica e ne diviene presidente. Riforme. Dal ’24 al ’38 (anno della sua morte), Atatürk inaugura una stagione di riforme d’intonazione laica e modernizzatrice, realizzate attraverso il suo Partito repubblicano del popolo (Half Firkasi). Il 20 aprile 1924 viene emanata la legge costituzionale (Teskilâtï Esasiye) che completa una prima Carta provvisoria stilata il 2 gennaio del ’21. In particolare, l’art. 2 stabilisce che «la Repubblica Turca è uno Stato di diritto democratico, laico e sociale, rispettoso dei diritti dell’uomo in uno spirito di pace sociale, di solidarietà nazionale e di giustizia, legato al nazionalismo di Atatürk», mentre la disposizione dell’art. 4 pone un limite assoluto alla revisione («le disposizioni di cui all’articolo 2 [...] non possono essere modificate, né la loro modifica può essere proposta»). Novità. L’Islam cessa di essere religione di stato, aboliti califfato, poligamia e insegnamento dell’arabo, finisce l’obbligo del velo per le donne (che nel ’34 ottengono il diritto di voto) e del fez per gli uomini. Il sistema giudiziario è rivoluzionato sulla base dei codici occidentali, nasce un sistema finanziario complesso, vengono nazionalizzati trasporti e industria. Occidente. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale la Turchia si dichiara neutrale. Dopoguerra. Nel secondo dopoguerra il potere è nelle mani degli eredi di Atatürk. Nascono tra gli altri il Partito democratico (Demokrat partisi, a vocazione antistatalista), il Partito della ricostruzione nazionale (Millî Kalkinma Partisi, guidato dal liberista Nuri Demirag) e il Partito socialista turco dei lavoratori e dei contadini (Türkie Sosyalist Emekçi ve Köylü Partisi). Il 18 febbraio ’52 la Turchia entra nella Nato. I militari. Nel ’58 Adnan Menderes governa il paese con l’appoggio di un Fronte della madrepatria (Vatan Cephesi). Il tasso d’inflazione raggiunge il 20%, l’instabilità preoccupa l’esercito che, con un pronunciamento, il 27 maggio 1960 scioglie l’assemblea e arresta il capo dell’esecutivo. Nasce il governo provvisorio del generale Gürsel, che vara una nuova Costituzione (fedele ai principi di Kemal, introduce il bicameralismo). Nuove elezioni nel ’65, premier: Süleyman Demirel (Partito della Giustizia), poi destituito dai militari nel ’72. Nel 1980, dopo l’ennesimo periodo d’instabilità, un terzo colpo di stato. Con l’obiettivo di «fronteggiare i disordini» e la crescente influenza del movimento (filoislamico) della salvezza nazionale guidato da Necmettin Erbakan, il generale Kenan Evren riduce il potere dei partiti. Il Consiglio d’Europa condanna il regime militare. Segue un progressivo ritorno a governi civili. L’Islam. Nate attorno al VI secolo d.C., le Confraternite islamiche (tarîqa) ereditano l’insegnamento dei grandi mistici (sufi) e, nonostante la progressiva laicizzazione della Turchia, continuano a detenere influenza attraverso scuole (madhâhib) e gruppi di pressione. Tra quelle moderne, la Narcular (fondata negli anni Trenta dal curdo Sayyid Nursi) e la Süleymancilar (dal nome del fondatore Süleyman Hilmî Tunahan). Attive assieme ad altri movimenti (tra cui Lupi Grigi e Unione Turca Europea), nel ’76 le Confraternite incassano l’adesione della Turchia all’Organizzazione della Conferenza Islamica (Oci), già dal ’71 imàm, qàdì e muftì avevano ottenuto il riconoscimento di «funzionari di stato». Il riavvicinamento alla comunità dell’Islam (umma) prosegue: nell’82 torna obbligatorio l’insegnamento islamico nelle scuole primarie e secondarie. Nell’83 Erbakan dà vita a un Partito della prosperità (Refah), che nel ’96 arriva al governo ma un anno dopo viene sciolto dalla Corte Costituzionale per ”attività antilaiche”. Erdogan. Dopo il fallimento della coalizione di centrosinistra guidata da Bulent Ecevit, nelle elezioni del 18 novembre 2002, con il 34,26 per cento dei suffragi (363 seggi sui 550 disponibili) l’elettorato turco premia il Partito della Giustizia e dello sviluppo (Akp) dell’islamico moderato Recep Tayyip Erdogan, che diventa premier. Ankara preme per entrare nell’Unione europea. Nel 2002 la sua nazionale di calcio ha conquistato il terzo posto ai campionati mondiali nippo-coreani.