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 2005  dicembre 07 Mercoledì calendario

Invernizzi Roberto, di anni 73. Ex artigiano ebanista, in pensione, senza figli, otto mesi fa aveva voluto strangolare, con le proprie mani, C

Invernizzi Roberto, di anni 73. Ex artigiano ebanista, in pensione, senza figli, otto mesi fa aveva voluto strangolare, con le proprie mani, C. Laura, di anni 79, sua compagna da 40, piacentina, da tempo gravemente ammalata di cirrosi epatica. Subito dopo aveva tentato invano d’uccidersi, tagliandosi le vene dei polsi seduto sul pavimento del bagno, tra scatole di farmaci e bottiglie di brandy. Da allora, sotto sequestro il suo appartamento milanese, viveva dalla nipote Ines, a Canonica d’Adda, nel bergamasco. Aspettava il processo contro di lui che sarebbe cominciato martedì 11 novembre e straziava di lacrime l’avvocato ogni volta che gli toccava parlare della morta. Venerdì 7 decise di tornare nella sua casa milanese in via Cuzzi, zona Accursio, dissequestrata da tre settimane. Appena arrivato chiamò la nipote dicendo che per via della pioggia restava a dormire lì. Nel pomeriggio di sabato 8 tranciò la corda di una tapparella e ne fece un cappio. Entrò in bagno, salì su uno sgabello e la legò al supporto della doccia. Tentò d’impiccarsi, ma dopo un po’ che penzolava capì che non vi sarebbe riuscito. Riempì allora per metà la vasca da bagno. Si spogliò, lisciò i vestiti sullo schienale di una sedia. Bevve un bicchiere di brandy per mandar giù una scatola di barbiturici, si ficcò un fazzoletto in bocca e si lasciò annegare, in slip e maglietta. Fu ritrovato nella mattinata di lunedì 10, un giorno prima dell’inizio del processo contro di lui per l’omicidio dell’amata. Ai parenti il biglietto, poggiato a terra e tenuto fermo da un mazzo di chiavi, con la richiesta di essere cremato e l’indicazione che la sua auto era parcheggiata sotto il cavalcavia di Monte Ceneri.