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 2005  dicembre 07 Mercoledì calendario

In missione da oltre mezzo secolo. La prima missione di pace italiana all’estero, nel 1950 in Somalia

In missione da oltre mezzo secolo. La prima missione di pace italiana all’estero, nel 1950 in Somalia. Oggi, secondo i dati dello Stato Maggiore dell’esercito, i soldati impegnati in operazioni di pace all’estero sono 8.815 di cui 4.100 in Serbia, Bosnia e Kosovo, 970 in Macedonia e Albania, 2.715 in Iraq, 900 in Afghanistan e altri 200 suddivisi tra India, Egitto, Israele e Territori Occupati, Libano e Malta (Riccardo Staglianò, ”la Repubblica” 13/11/2003; ”l’Unità” 13/11/2003). L’11 novembre del 1961 a Kindu, Congo, 13 aviatori italiani in missione Onu vengono trucidati da un gruppo di guerriglieri africani. Loro compito: portare medicinali da Pisa a Kindu su due aerei a elica Fairchild C 119. Tredici, tra ufficiali e sottufficiali della 46esima aerobrigata di Pisa, sono a pranzo nella mensa dell’aeroporto quando vengono assaliti da una sessantina di altri soldati ubriachi all’urlo di «egorgez les cochons», sgozzate quei porci. I tredici, trascinati all’aperto, sono picchiati, presi a calci e pugni, fatti a pezzi. Si racconta che furono venduti come appetitosa «carne di bianco» al mercato, per dieci franchi al chilo (cento lire dell’epoca). Altri dicono che brandelli di carne finirono nei dawa, sacchetti-talismano per i combattenti (Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 13/11/2003; Domenico Quirico, ”La Stampa” 13/11/200). Nel marzo ’83, durante l’Operazione Libano, una pattuglia italiana cade in un’imboscata nella zona del campo palestinese di Burj El Brojne. Sette militari rimangono feriti. Alcuni giorni dopo muore per le ferite un marò del Battaglione San Marco (Mara Montanari, ”La Stampa” 13/11/2003). Il 7 gennaio ’92 in Croazia un caccia federale serbo abbatte un elicottero italiano. Muoiono quattro soldati italiani e un francese, tutti osservatori della Cee (’la Repubblica” 13/11/2003). Il 3 settembre ’92 un G-222 che trasporta generi di prima necessità per la popolazione bosniaca viene abbattuto da un missile a 12 chilometri dall’aeroporto di Sarajevo. Muoiono quattro militari italiani (’la Repubblica” 13/11/2003). Il 2 luglio ’93 in Somalia per conto dell’Onu, nel corso dell’Operazione Canguro un reparto italiano viene attaccato dai miliziani di Aidid: rifugiato nel vicino check-point Pasta, resta per ore esposto al fuoco dei somali. Tre le vittime, ventidue feriti (Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 13/11/2003). Il 6 agosto ’97 un elicottero italiano in forza nell’Onu precipita nel sud del Libano. Muoiono quattro italiani (’la Repubblica” 13/11/2003). Dal dopoguerra, prima di Nassiryah, i militari italiani uccisi in missioni di pace erano 55: 3 della Marina, 28 dell’esercito (tra cui 4 carabinieri), 24 dell’aeronautica (Mara Montanari, ”La Stampa” 13/11/2003). Da un’indagine Demos-Eurisko: la maggioranza degli italiani ritiene giusta la permanenza delle nostre truppe in Iraq (30,7 per cento «per continuare la guerra al terrorismo»; 20,2 per cento «per non lasciare il Paese nel caos»). Il 18,9 per cento chiede il ritiro immediato «perché non ci sono le condizioni di sicurezza»; il 17 per cento «perché la missione italiana sta diventando operazione di guerra»; il 9,2 per cento «perché spetta a chi ha iniziato la guerra il compito di portarla a termine» (Fabio Bordignon, ”la Repubblica” 14/11/2003). «Non spetta a me l’ultima decisione, ma proporrò per tutti una medaglia d’oro» (Guido Bellini) (Fabrizio Caccia, ”Corriere della Sera” 14/11/2003). Giovedì mattina, a Palazzo Chigi, la seduta s’è aperta con un minuto di raccoglimento. Tra le iniziative decise direttamente dal Consiglio dei ministri, il minuto di silenzio da osservare in tutte le scuole, l’esposizione di un libro di condoglianze nelle prefetture, nelle ambasciate e nei consolati. La Confcommercio darà dieci borse di studio ai figli delle vittime (Lorenzo Salvia, ”Corriere della Sera” 14/11/2003). Non si faranno autopsie. Inevitabile, invece, il riconoscimento dei corpi all’Istituto di medicina legale dell’università ”La Sapienza” (la procedura evita scambi di salme) (Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 15/11/2003). Dalle nove di questa mattina fino alle 20, la sala del Sacrario delle bandiere, all’interno del Vittoriano, è allestita a camera ardente (Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 15/11/2003). Domani alle 11.30 i funerali di Stato nella basilica romana di San Paolo fuori le mura, celebra il cardinale Camillo Ruini. La funzione sarà in diretta su Raiuno. Ciampi rientrerà dagli Usa con un giorno di anticipo. Proclamato il lutto nazionale per l’intera giornata (Lorenzo Salvia, ”Corriere della Sera” 14/11/2003; Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 15/11/2003). Deciso dai sindacati lo stop di fabbriche e uffici nel giorno del funerale. I Tricolori saranno a mezz’asta. Molti sono listati a lutto già da mercoledì. Filippo Berselli, sottosegretario alla Difesa, ha chiesto agli italiani di mettere un Tricolore alla finestra e un distintivo all’occhiello (come fecero gli americani dopo l’11 settembre) (Lorenzo Salvia, ”Corriere della Sera” 14/11/2003). Deciso dai sindacati lo stop di fabbriche e uffici. Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani: «Stiamo pensando, come Cgil Cisl e Uil, a una fermata simbolica di 10 minuti in tutto il Paese, come segno forte di partecipazione e di solidarietà di tutti i lavoratori» (Lorenzo Salvia, ”Corriere della Sera” 14/11/2003).