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 2005  dicembre 06 Martedì calendario

Basile Gaetano, di anni 67. Agricoltore in pensione, viveva insieme con la moglie a Palazzolo Acreide, paesotto a una quarantina di chilometri da Siracusa

Basile Gaetano, di anni 67. Agricoltore in pensione, viveva insieme con la moglie a Palazzolo Acreide, paesotto a una quarantina di chilometri da Siracusa. Negli ultimi tempi aveva preso l’abitudine di raccogliere carrube nel suo podere vicino al cimitero. Accompagnato dalla consorte, era lì anche la mattina di venerdì 29 agosto. Mentre, il fagotto in mano, raggiungeva la sua automobile (una Renualt 19), fu raggiunto da alcuni colpi di fucile sparati da non si sa chi. Barcollò per qualche metro e fece in tempo a liberarsi di occhiali e cappello. Poi s’accasciò. Comunale Giovanna, di anni 19. Ospite di un centro sociale di Trapani, nonostante avesse una madre e tre fratelli ad aprile era stata affidata ai coniugi Messina. Poco tempo dopo aveva preso a far l’amore con Messina Giacomo, di anni 37, impiegato di un’impresa di pulizie. Costui, seriamente invaghito, era intenzionato a sposarla. Ma prima doveva separarsi dalla moglie e collega, Di Maggio Rosa, di anni 35. Lei, pur informata della tresca, domenica 24 s’indispettì assai nello scoprirli intenti a sbaciucchiamenti vari in un’auto posteggiata nei pressi della Tonnara di Bonnagia, pochi chilometri da Trapani. Lunedì pomeriggio si presentò come una furia nella loro alcova, un furgone riadattato a camper in un terreno di proprietà del marito. Ci trovò solo il consorte: lui le brandì una zappa sopra la testa, lei ruppe tutto ciò che le capitò a tiro. Tornata a casa, covò rabbia per l’intera notte e all’alba tornò al camper. Trovò i due amanti che dormivano, cosparse l’abitacolo di benzina e gli diede fuoco con l’accendino tolto dal proprio pacchetto di sigarette. Qualche minuto dopo, la bombola del gas, che i due usavano per preparar cenette, saltò in aria scaraventando fuori la Comunale, peraltro già avvolta dalle fiamme. Morì dopo tre giorni di agonia, intorno alle 11 e 10 di venerdì 29. D’Agostino Tiziana, di anni 22. Piccola, rotonda, capelli neri e sguardo vivace, sempre sorridente, viveva con la famgilia a Casamarciano, in provincia di Napoli: papà Antonino, tornitore, mamma Consiglia, casalinga, due sorelle maggiori. Una passione per la musica, arrotondava i guadagni di cameriera cantando nelle piazze e nei bar. L’accompagnava il suo manager, Lombardi Luigi, di anni 32, separato, un figlio, maestro di piano dongiovanni e chiacchierone. Con lui aveva lavorato tutta l’estate, ma era decisa a cambiar vita per trasferirsi a Reggio Emila. Forse voleva metter su famiglia con quel Granata Luca, di anni 24, con cui faceva l’amore da sei anni. Di certo voleva saldare i conti in sospeso col Lombardi: 1.143 euro da dividere in due. Lunedì pomeriggio salì sulla sua Panda bianca, seguita dal fidanzato, e raggiunse il Lombardi nel suo studio, uno scantinato pieno di strumenti accanto al campo di calcetto gestito dal fratello. Lui, pieno di debiti e senza soldi, la prese a male parole, si scaldò e l’afferrò per la gola sbattendola forte contro la porta blindata per poi scaraventarla contro una vetrata. Quindi l’avvolse col telo liso che copriva il divano, stretto da un cordone, e uscì di corsa allontanandosi sulla macchina della ragazza. Il fidanzato di lei, che aspettava da più di mezz’ora, lanciò l’allarme. Dopo le 14 di lunedì nella periferia di Marigliano, ai piedi del Vesuvio. Lacchini Bice, di anni 83. Una casa a metà col figlio, Ramellini Dante, di anni 55, un’impresa in società coi due fratelli, precedenti per piccoli reati. Single e senza figli, il Ramellini non ci stava più tanto con la testa e dopo alcuni tentativi di ferirsi l’avevano costretto a curarsi il cervello. Succube della madre e pieno di rancori, mercoledì pomeriggio se la trovò davanti nel soggiorno di casa, la colpì con un coltello, quindi la soffocò tenendola ben stretta per la gola. Poco dopo le 14, in via Bottoni 16, a Milano. Maggi Liliana, di anni 70. Passava le giornate ad accudire il poco lucido figliuolo, Guida Domenico, di anni 37, laureato in Giurisprudenza, malato di nervi, ancora scosso dal tuffo dal balcone col quale, anni prima, suo padre aveva sigillato il desiderio di uccidersi. All’alba di martedì lui le s’avventò contro e l’uccise con dieci coltellate (quella mortale al torace), lasciandola riversa, in vestaglia, sul pavimento della cucina. Marra Tiziana, di anni 36. Madre di due figli, aspettava il divorzio da Romeo Natale, di anni 53, titolare di un’azienda che produceva olio d’oliva. Giovedì sera, mentre tornava a casa in auto, trovò l’uomo che l’aspettava lungo la strada. Si fermò giusto in tempo per beccarsi 3 colpi di pistola a bruciapelo. In corso Gribaldi a Siderno, Reggio Calabria.