?, 6 dicembre 2005
Brockbank Brannon, di anni 30, londinese. Ispirato da una trasmissione della Bbc, insieme con la moglie Shirley fece il test per misurare il quoziente intellettivo
Brockbank Brannon, di anni 30, londinese. Ispirato da una trasmissione della Bbc, insieme con la moglie Shirley fece il test per misurare il quoziente intellettivo. Piccato d’aver ottenuto un punteggio inferiore a lei, lanciò in aria penna e taccuino, s’urlò d’esser uno scemo e concluse la serata di lunedì 8 ingollando alcol e antidolorifici. Hojman Fabián Alejandro, di anni 39. Tangueiro argentino dall’aria tenebrosa, alto, moro, slanciato, barbetta di due giorni, capelli rasati quasi a zero, una moglie e una figlia di 8 anni. Raffinato e sensuale nella danza, specializzato nello stile milonguero, diploma di musica al conservatorio di Buenos Aires, valente chitarrista, si definiva anche mimo, regista, musicista classico e jazz, fotografo e cineasta. Ottenuti grandi successi in Argentina e Francia, quattro anni fa si era trasferito a Ferrara sognando nuova gloria e alloggiando intanto alla Pensione degli artisti. Era finito a far corsi poco frequentati a Padova e Castelfranco Veneto, cui alternava qualche spettacolo e molti rifiuti. Giorni fa scrisse in spagnolo otto pagine per spiegare che intendeva uccidersi per protestare contro le ”porte in faccia” che gli aveva sbattuto l’Italia e contro ”l’istituzione falsa” (la Biennale). Lasciò una copia della lettera alla pensione, si recò a Venezia e ne depositò un’altra sul leggìo dell’altare della Basilica dei Frari. Quest’ultima arrivò alla polizia, che intercettò il ballerino e lo condusse all’ospedale di Mestre. La mattina dopo lui scivolò via dal reparto di psichiatria e s’andò a infilare nel campanile di piazza San Marco. Salì fino alla cella campanaria, scavalcò i due metri di rete metallica, si spencolò sul cornicione e gridò ai turisti di fargli largo. Indi si tolse la giacca, rimanendo in canottiera e giacca blu, ripeté la sua protesta, fece un inchino, allargò le braccia e si tuffò dalla parte della torre dell’orologio. Le orchestrine tacquero, le campane no: il tangueiro atterrò sul selciato, 90 metri più sotto, proprio mentre suonavano il terzo rintocco di mezzogiorno. Lanari Tito, di anni 77, e sua moglie Giorni Mirella, di anni 73. Dopo cinquant’anni passati a dividersi le lenzuola, qualche problema cardiaco lui, una lieve depressione lei, nella notte tra lunedì e martedì chiusero le finestre di casa, si vestirono a puntino, si schierarono uno fronte all’altro, e si spararono (prima lei, poi lui) con una vecchia pistola trovata chissà dove. Vivevano a San Sepolcro (Arezzo), in un grande appartamento al primo piano, non distante dalle abitazioni dei quattro figli, ai quali non volevano esser di peso. Tentativi Novato Rita, di anni 61. Casalinga, madre di quattro figli, sposata a un Cianfarani Mario, di anni 64, impiegato negli studi di Cinecittà. Nel pomeriggio di sabato 13 trafficava ai fornelli quando sentì arrivare il marito. Prima ancora di vederlo, avvertì il taglio di una lama sulla gola e s’abbandò a terra trascinandosi dietro un canovaccio per tamponare la ferita. Il Cianfarani, che non sopportò quella vista, si tagliò le vene e uscì di casa per raggiungere il terzo piano (l’ultimo del palazzo) e lanciarsi nel vuoto. Atterrò sulla pensilina del portone fratturandosi il piede sinistro. In un appartamento al primo piano in via Mariano D’Amelio a Forte Boccea, Roma.