Varie, 1 dicembre 2005
FRANZONI
FRANZONI Flavia Reggio Emilia 1 febbraio 1947. Moglie di Romano Prodi. Il padre, Giovanni, è insegnante di chimica. La madre, Paola, si occupa della casa. Ha un fratello più giovane di sette anni, Alessandro, che fa l’assicuratore. 1953-1966 Frequenta le scuole pubbliche della sua città fin dalle elementari. Dopo le medie, si iscrive al liceo scientifico Spallanzani, dove prende la maturità. intanto attiva nella Gioventù dell’Azione cattolica 1965 Al circolo cattolico cittadino ”Leonardo”,comincia a frequentare un suo lontano cugino, Romano Prodi. Lei ha 18 anni e fa l’ultimo anno di liceo, lui 25 ed è già laureato in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano. 1966-71 Iscritta alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna, si laurea in Politica economica con Beniamino Andreatta. 1969 Sposa Romano Prodi con una cerimonia a cui partecipano 250 invitati. La messa è celebrata dal parroco, mentre l’omelia è pronunciata da Camillo Ruini. La coppia si stabilisce a Bologna. 1971 Nasce il primogenito Giorgio, oggi economista. Tre anni dopo il secondo figlio, Antonio, che fa il biologo. 1973 Comincia a insegnare alla Scuola per assistenti sociali. Continua i corsi anche dopo lo spostamento della scuola all’interno dell’Università, dove oggi insegna Organizzazione dei servizi sociali. 1980 Lavora e poi dirige l’Istituto regionale per i Servizi sociali, dove resterà per 20 anni. 1995-96 Partecipa con il marito Romano Prodi alla campagna elettorale per le politiche, che saranno vinte dall’Ulivo. 2000 Dopo l’elezione di Prodi alla presidenza della Commissione europea, fa per cinque anni la pendolare Bologna-Bruxelles. 2002 Con la nascita di Chiara, figlia di Giorgio, diventa nonna per la prima volta. Due anni dopo raddoppia con Benedetta, figlia di Antonio. 2005 Esce Insieme (San Paolo editore), scritto a quattro mani con il marito, che vende in due mesi 45 mila copie. Tra i suoi lavori scientifici La rete dei servizi alla persona (Carrocci editore) scritto con Marisa Anconelli (’L’espresso” 9/2/2006). «[...] Scrive [...] Biagi, citando come pietra di paragone l’immancabile (nei suoi pezzi) Eleanore Roosevelt, che Flavia Prodi fa ”poca attenzione alla griffe... e molto a quello che pensa e che, raramente, dice”. [...] professoressa di welfare. [...] Gliel’aveva consigliato [...] Hannelore Kohl, moglie di Helmut: ”Stia vicina a suo marito, la politica a volte è cattiva”. E Flavia si è spostata dall’invisibilità alla visibilità a mezz’asta [...]» (’Il Foglio” 1/12/2005). «[...] io ho sempre vissuto a Bologna dove ho conservato il lavoro, le amicizie, la casa, il quartiere e quindi ho continuato a fare le cose che facevo prima. Ho insegnato ai corsi di laurea per assistenti sociali, ho anche insegnato all’università per anziani ’Primo Levi’ [...] Amo leggere e discutere sui temi di cui si occupa la politica. Mi piacciono meno le mediazioni, gli accordi, preferisco studiare e divulgare. [...] A Bruxelles non ci sono tradizioni o protocolli. Le uniche due cose obbligatorie per la moglie del presidente sono la visita al re del Belgio per gli auguri di Natale e il saluto in Commissione al corpo diplomatico. Invece come moglie del Presidente del Consiglio ho partecipato a molti viaggi ufficiali e ospitato anche visite ufficiali in Italia [...] l’aspetto pubblico si vive come un vero lavoro. Nei primi anni mi sono anzi divertita. Bisogna fare bene il lavoro, prepararsi per esempio sul Paese dove si va, conoscere bene gli interlocutori che si avranno. Ricordo nel nostro libro Insieme” quando abbiamo ospitato la visita ufficiale del presidente francese Chirac con la moglie Bernadette: con la moglie di Bassolino abbiamo lavorato per capire bene che cosa potesse interessarle [...] I nostri figli hanno avuto la fortuna di essere inseriti nella famiglia grande e articolata di Romano che è stata certamente una palestra. Le estati passate insieme sono state di grande aiuto. I figli, poi, hanno frequentato buone scuole e il più possibile vicine a casa. Questo ha consentito da un lato di amministrarsi presto da soli, fare una normale vita di quartiere. Forse io la mitizzo un po’ troppo, Romano mi ha accusato di aver ecceduto in questo. I figli hanno giocato soprattutto a pallone sotto casa, solo più tardi sono andati a studiare all’estero e hanno imparato le lingue [...] Sono consapevole del fatto che sembra un’educazione chiusa ma invece non è così. A casa nostra è sempre passato il mondo! [...] stato difficile avere una grande famiglia. Da un lato è una fortuna ma è una sfida. Mio marito ha nove fratelli di cui sei, compreso lui, sono professori universitari e per loro essere bravi a scuola è molto importante. Scrivo nel libro: ’Qualche volta i figli si chiedevano: sarò abbastanza bravo?’ [...] I figli dicono che eravamo ’muri di gomma’. Le faccio un esempio: se uno dei ragazzi diceva bisogna andare a mangiare una pizza domani sera a Lugo di Romagna io non dicevo subito di no, anche se mi sembrava imprudente e complicato. Piano piano arrivavo a dissuaderli, magari dicendo: forse ci sarà la nebbia o cose di questo genere. Questi sono aneddoti familiari [...] Romano incontra le persone a casa, i ragazzi sono sempre stati partecipi. Adesso i nostri figli sono sposati, hanno a loro volta dei figli ma sono sempre qui a chiederci, per esempio, dove andate in vacanza? [...] Il periodo di Palazzo Chigi è stato un molto concitato. Il Presidente del Consiglio ha una vita più frenetica. Si sa sempre che ogni giorno succederà qualcosa di imprevisto a cui bisognerà far fronte. Ecco, devo dire che sono stata più apprensiva come moglie del Presidente del Consiglio in Italia che non della Comunità Europea a Bruxelles [...]» (’La Stampa” 4/12/2005).