(Gian Antonio Orighi, ཿLa Stampa 17/11/2005), 17 novembre 2005
Il giornalista spagnolo Jaime Peñafiel ha scritto il libro El hombre que se acuesta con la reina (l’uomo che va a letto con la regina) per raccontare l’infelice condizione dei mariti delle sovrane: «Quando un uomo accede al trono, sua moglie riceve automaticamente lo status di regina
Il giornalista spagnolo Jaime Peñafiel ha scritto il libro El hombre que se acuesta con la reina (l’uomo che va a letto con la regina) per raccontare l’infelice condizione dei mariti delle sovrane: «Quando un uomo accede al trono, sua moglie riceve automaticamente lo status di regina. Invece quando una donna è regina, l’uomo con cui si sposa non diventa mai re». Tra i casi citati, quello di Filippo di Edimburgo, sposo della regina Elisabetta II, cui la moglie non ha mai permesso di condividere i documenti confidenziali ricevuti dal governo. A un amico una volta Filippo avrebbe detto sconsolato di doversi «accontentare di depositare nel ventre della regina il seme riproduttore». Anche Henrik di Danimarca si sarebbe lamentato: «Qualsiasi cosa faccia non va mai bene. Conto meno del gatto». Per ben due volte Henrik è scappato dalla corte per tornare nel paese natale, la Francia. C’è poi Claus di Olanda che fu sempre molto depresso e nel 1982 impazzì perché «a corte si sentiva inutile e si annoiava». Nel libro un elogio va a Alberto di Inghilterra, sposo nel 1839 della regina Vittoria: si rifiutava di far entrare la moglie nella propria camera quando questa gli si annunciava come «la regina d’Inghilterra», facendola invece passare se diceva: «Sono tua moglie».