La Repubblica 24/11/2005, pag.50-51 Luca e Francesco Cavalli-Sforza, 24 novembre 2005
Dinosauri nell’Arca di Noè. La Repubblica 24/11/2005. La scorsa settimana si sono svolte a Milano due riunioni su argomenti che in apparenza non hanno rapporto, ma in realtà ne hanno molto, purtroppo
Dinosauri nell’Arca di Noè. La Repubblica 24/11/2005. La scorsa settimana si sono svolte a Milano due riunioni su argomenti che in apparenza non hanno rapporto, ma in realtà ne hanno molto, purtroppo. La prima si è tenuta nella trasmissione di Gad Lerner, L´infedele, e ha discusso una grossa questione politico-religiosa, che prende di mira Darwin ma ha un diverso obiettivo: fermare la scienza. La seconda è stata la presentazione del nuovo libro di Jared Diamond, Collasso, pubblicato da Einaudi, al Palazzo della Triennale di Milano. Nella prima, era sotto accusa la teoria dell´evoluzione, introdotta da Charles Darwin insieme a un altro scienziato inglese di metà Ottocento, Alfred Russell Wallace. In particolare si punta il dito, come già molte volte in passato, contro la sua idea centrale, la selezione naturale. Un gruppo di capitalisti americani ha creato una iniziativa, con sede a Seattle, nota come Progetto Intelligente (Intelligent Design), che vuole dimostrare che la scienza non riesce a spiegare l´evoluzione, per cui occorre credere in un ente intelligente, esterno al mondo (chi mai sarà?) e insegnare questa pretesa teoria "scientifica" nelle scuole di ogni grado. I promotori dell´iniziativa sono strenui fiancheggiatori di Bush, che ha tagliato le tasse ai ricchi e ha preso molte iniziative quanto mai gradite ai più reazionari tra i conservatori. Hanno così deciso di rafforzare la base dei principali sostenitori del presidente: gli aderenti alla chiesa battista del sud degli Stati Uniti. A differenza di molte altre, e della Chiesa Cattolica, questa setta protestante crede nell´interpretazione letterale della Bibbia, cioè che il mondo abbia seimila anni. Per questo e per altri motivi non crede quindi nella scienza moderna, che è praticamente unanime nella convinzione che la Terra sia milioni di volte più antica. Se questa favola fosse vera, l´evoluzione sarebbe praticamente impossibile. Il Progetto Intelligente non è così stupido da credere nella sciocchezza dei seimila anni fa, o che dinosauri e uomini convivessero e che Noè abbia portato nell´arca uova fecondate di dinosauro perché non vi era spazio per gli animali adulti, come tentano di far credere alcuni parchi a tema pseudo-scientifici negli Stati Uniti. Si sfrutta però il fatto che non tutti i dettagli dell´evoluzione sono noti. Microbiologia, zoologia e botanica, paleontologia, genetica e molte altre scienze di grande complessità non possono spiegare tutto in un colpo solo: c´è sempre molto da scoprire e necessità di nuova ricerca. E facile capire che la propaganda anti-Darwin nasce da importanti centri di potere e che è solo un sintomo di una situazione estremamente grave. Alla trasmissione di Lerner era presente un gruppo di studenti di Alleanza Studentesca di Milano. I loro manifesti anti-Darwin, portati in una recente dimostrazione davanti al Museo di Storia Naturale, dicevano «basta favole», intendendo che gli evoluzionisti, a partire da Darwin, sono dei cantastorie. La verità è l´esatto opposto. Ma nessuno degli studenti sembrava avere conoscenza alcuna di ciò contro cui protestavano, la selezione naturale, e la stessa ignoranza si ritrova in larga parte della popolazione. Diciamo subito che la selezione naturale è un semplice fatto demografico. Sappiamo che in ogni popolazione vi sono caratteri determinati geneticamente, cioè dal DNA: pelle chiara o scura, molti altri tratti fisici e non solo fisici, e soprattutto la predisposizione o la resistenza, maggiore o minore, a certe malattie, e la capacità di avere figli. Ora siamo pronti per dire che cosa è la selezione naturale: se vi è resistenza a una certa malattia o se all´opposto è facile restarne vittime, e se questa malattia, che sia provocata dal cibo o da sostanze tossiche o da parassiti o da altro, è comune in un certo ambiente, la resistenza ereditaria ad essa tenderà ad aumentare con le generazioni, perché coloro che hanno più facilità a contrarla soccomberanno e lasceranno meno discendenti dei più resistenti. Questo è un esempio comune di evoluzione per selezione naturale. Per essere completamente convinti che si tratta di un fenomeno del tutto generale bisogna riuscire a seguire il ragionamento che segue, che può sembrare uno scioglilingua: nella generazione successiva vi saranno più individui resistenti, perché i figli dei genitori più resistenti sono anch´essi più resistenti, rispetto ai figli dei genitori meno resistenti. Lo stesso ragionamento vale per chi ha più o meno facilità ad avere più o meno figli. Uno può trovare troppo difficile questo ragionamento e rifiutarsi di seguirlo, però allora è onesto che taccia. Dobbiamo aggiungere che il ragionamento vale solo per caratteri che i figli possono ereditare dai genitori. Si tratta di quantità misurabili, e misurate; niente di astratto: fatti concreti veri e propri. Può essere utile sforzarsi un poco per capire bene perché questo fenomeno, che si chiama selezione naturale, è reale, automatico, inevitabile, e comporta di necessità evoluzione. Il nome può suggerire che esista un ente esterno a noi, chiamato Natura, che nessuno sa cosa sia e che sceglie chi farà parte della prossima generazione. Ma la Natura è semplicemente il mondo, e la selezione naturale è la conseguenza ed è la causa della vita, cioè dell´esistenza degli organismi che chiamiamo viventi. La verità è che importanti centri di potere hanno paura della scienza. Alla trasmissione di Gad Lerner è stata letta una comunicazione di Rocco Buttiglione, ministro dei Beni Culturali, che vuole limitare l´insegnamento dell´evoluzione a ragazzi di almeno 13 anni, ritenendola opportuna solo dal terzo anno di scuola secondaria inferiore. Si ripete in sostanza, come già detto in passato, che il metodo scientifico non deve essere insegnato alle giovani menti, perché potrebbero deviare dalla retta via, e che è meglio imbottirle di favole. In altre parole: il metodo scientifico, che come è noto è l´uso del ragionamento nell´analisi dei fatti del mondo reale, è una droga pericolosa sotto i 13 anni. Gli studenti di Alleanza Studentesca si rendano conto che hanno manifestato proprio a favore delle favole contro cui protestavano. Un´altra conclusione importante che abbiamo tratto dalla serata promossa da Gad Lerner è che l´ignoranza di fatti scientifici fondamentali, quali la selezione naturale, è estremamente diffusa, ed è pericolosa nelle circostanze attuali. E chiaro che una delle cause della paura è l´ignoranza, e proprio per interrompere il circolo vizioso ignoranza-paura-ignoranza sarebbe essenziale insegnare la buona scienza. E una necessità particolarmente importante e urgente perché il mondo si trova di fronte alla possibilità, o dovremmo dire alla forte probabilità, di crisi gravissime. Crisi sociali e ambientali estreme sono state analizzate dal punto di vista storico e sociologico da Jared Diamond nel suo nuovo libro, Collasso. Fra pochi anni potremmo trovarci in una crisi più grave ancora di tutte quelle da lui considerate, paragonabile al crollo dell´impero romano, che coinvolgerà anche gli Stati Uniti e l´Europa, dal nome «gravissime conseguenze impreviste della globalizzazione». Come si può attenuare la gravità di questa crisi, o - speriamo - scongiurarla? Ci vuole un Progetto Davvero Intelligente, che abbia fiducia nella scienza. Perché? Bisogna che capiamo cosa vuol dire scienza. L´evoluzione dell´uomo è determinata dallo sviluppo della tecnologia, una serie di invenzioni che ha avuto inizio con la lavorazione di pietre per farne strumenti utili ed è culminata con Silicon Valley. L´inizio si è verificato in Africa circa 2,7 milioni di anni fa, ed è da questa data che cominciamo a parlare di Homo, ulteriormente caratterizzato dal nome di specie, habilis. Cosa è, invece, la scienza? E molto affine alla tecnologia, tanto che l´una è figlia dell´altra, ma non si sa quale sia la madre. Le distingue la motivazione, che nel caso della scienza è il desiderio di comprendere il mondo intorno a noi, mentre nel caso della tecnologia è il bisogno, o il desiderio, di migliorare la nostra condizione. Si può essere cinici e condannare la scienza in quanto figlia della curiosità, che è, si sa, un brutto vizio, tanto che lo si attribuisce alle donne (Eva), che in effetti si proteggono con la curiosità dalla prepotenza degli uomini, perché la curiosità genera sapere. Il sapere è infatti una sorgente di potere, benché più modesto della ricchezza o del prestigio o del potere politico (finché dura). Non stupisce che la curiosità si usi come misura dell´intelligenza negli animali. Sempre a volere essere cinici si può dire che la tecnologia è invece figlia della pigrizia: l´automobile in fondo serve per spostarsi restando seduti. La realtà è che l´uomo è stato prodotto da scienza e tecnologia. Quale delle due sia nata prima e quali fattori le abbiano promosse non verremo mai a sapere con sicurezza. Oggi la tecnologia si arenerebbe rapidamente senza scienza, e così la scienza senza tecnologia. Non abbiamo bisogno di prove che la tecnologia soddisfa il suo scopo, quando funziona. Ma non avremmo raggiunto la Luna se le teorie fisiche non fossero giuste. Il funzionamento della tecnologia è anche la prova delle verità scientifiche, e la scienza riceve un aiuto potente dalla tecnologia. Non potremmo avere scoperto il genoma e confermato la teoria cromosomica dell´eredità senza migliaia di nuove tecnologie. Le nuove crisi che si profilano richiedono tecnologia e scienza nuove, per affrontare i problemi energetici e climatici, la distribuzione ineguale della ricchezza nel mondo e la crescente violenza, la carenza di acqua ed il costo in salita della medicina. Forse le religioni potrebbero contribuire a risolvere i grandi problemi sociali, ma sono troppo prese dalla reciproca concorrenza, e alcune vedono la scienza come un altro concorrente che cerca di togliere spazio a Dio (con l´evoluzione). Perché l´evoluzione preoccupa alcuni gruppi religiosi? perché spiega la vita in modo semplice e razionale, limitando così lo spazio che si desidera attribuire a Dio. L´evoluzione della vita non postula interventi divini. Se l´uomo è creazione della vita, non ha una posizione di superiore privilegio ma la stessa dignità di ogni specie vivente. Non è un predestinato: ha sviluppato una cultura formidabile e domina la Terra, ma avrebbe anche potuto non comparire, e potrà scomparire. Per questo si teme l´insegnamento della razionalità nelle scuole. Luca e Francesco Cavalli-Sforza